POSITIVA ESPERIENZA DI ACCOGLIENZA IN CALABRIA

La Fondazione Città Solidale si pone l'obiettivo di trasformare i centri di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati in strutture definitive per l'accoglimento dei giovani migranti per consentire ai minori stranieri di poter svolgere all'interno della stessa struttura, un percorso di orientamento e inserimento nel nuovo contesto socio-culturale, fino al compimento della maggiore età. L'ambizioso progetto è stato al centro dell'importante seminario che si è tenuto nella giornata di ieri a Palazzo de Nobili di Catanzaro.

Le autorità presenti all'evento sono state moltissime, tutte hanno espresso la loro vicinanza e partecipazione all'importante iniziativa. Con il Seminario si è avuta l'occasione di illustrare gli obiettivi raggiunti dalla Fondazione all'interno del più ampio "Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati", promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e realizzato dall'Anci di concerto con il Comune. La Fondazione Città solidale Fondazione nel frattempo di una riconferma e prolungamento del progetto sta raccogliendo i frutti di questa importante esperienza che, nel giro di 3 anni, ha accolto oltre 115 minori stranieri (provenienti da Marocco, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Tunisia, Egitto, Senegal, Burkina Faso, Costa D'Avorio, Guinea, Togo, Mali, Gambia, Nigeria, Algeria e Siria). 
La Fondazione, nella Sua attività ha organizzato: corsi di lingua italiana, qualificazione professionale, attività fisica e ricreativa, scolarizzazione e, primo fra tutti, laddove possibile, il supporto e l'assistenza per il ricongiungimento familiare.
Don Pietro Puglisi, presidente della Fondazione ha affermato che «L'esperienza è stata positiva ma assieme alle autorità presenti vogliamo tracciare un percorso comune e sciogliere i nodi critici che ostacolano il processo di integrazione di questi minori. Come centri di pronta accoglienza abbiamo un limite di cento giorni per ospitare i minori, un tempo che però non ci consente di espletare le attività che ci prefiggiamo di realizzare specie per ottenere il permesso di soggiorno: visite mediche, difficoltà nell'accertare l'età anagrafica del ragazzo e la stessa identità. Al termine di questo periodo vengono spostati in altre strutture dove il processo di integrazione deva ripartire da zero».

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