byminori stranieri non accompagnati
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14:17

Lampedusa, i migranti - ragazzini

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2° post. ”Di notte, a Yuksekova, l’esercito ha l’autorizzazione di sparare a vista. Se vai lassù sii molto, molto prudente”. Continua il viaggio alla ricerca di Mussa Khan, rifugiato afgano in cammino verso un sogno chiamato “Europa”. Un sogno che, troppo spesso, si paga con la vita

3° post. Ancora fermi a Van e di Mussa Khan nessuna notizia. Prosegue il viaggio tra imuhajirin afghani intrappolati nella città turca, nel limbo dell’asilo temporaneo in attesa di proseguire il viaggio, magari anche illegalmente, attraverso Grecia e Italia

4° post. I kaçakçılar, i trafficanti di esseri umani, non hanno biglietti da visita, né uffici di vendita. Si confondono tra la gente nei vicoli, nelle caffetterie, nella piazza davanti alla moschea. Sfuggenti, invisibili, onnipresenti sulla rotta dei migranti, potrebbero essere l’unico mezzo per ritrovare le tracce di Mussa Khan

5° post. Distanza, viaggio e precarietà non bastano a privare i rifugiati afghani delle proprie radici. Anche a Gaziantep si riunisce la “Jirga”, il consiglio degli anziani, che siedono per affrontare il tema doloroso dell’esilio, ma anche i problemi quotidiani di chi vive di in bilico tra presente amaro e futuro incerto


6° post. La via della Seta del terzo millennio trasporta carne umana. Il suo terminale in terra turca è Izmir: qui arrivano i muhajirinche, come Mussa Khan, tentano la via dell’Egeo, per finire troppo spesso in fondo al mare. Per cercarlo, bisogna entrare a Basmane, porta d’Europa degli ultimi


7° post. Istanbul, punto di sutura tra due continenti, Asia ed Europa. Passaggio obbligato per i rifugiati come Mussa Khan, soprattutto ora che le rotte dei muhajirin si sono spostate verso nord. Qui il loro destino incrocia le contraddizioni in bilico tra sviluppo economico e diritti negati


8° post. Turchia, Bulgaria, Grecia. Tre nazioni separate e unite dall’Evros-Meriç-Maritsa, oggi ultima porta per i muhajirinche tentano di approdare in Europa. Mussa Khan, forse, è passato, ma sono sempre più i suoi compagni di viaggio che perdono la vita nei meandri scuri del fiume


9° post. Vittime di conflitti che non li riguardano. Come quello annoso tra Grecia e Turchia, che ha lasciato un’eredità mortale di mine lungo il confine dell’Evros. Ma anche una volta arrivati nella sospirata terra ellenica, i muhajirintrovano un paese in crisi economica, sempre meno disposto ad offrire loro protezione ed asilo


10° post. Atene. Il luogo di nascita della democrazia, cela un lato oscuro e doloroso. Sono le strade e le piazze in cui i muhajirin vivono nell’illegalità, in attesa di un futuro che non arriva. Un buco nero che inghiotte vite e destini e in cui Mussa Khan sembra essersi perduto


11° post. Patrasso. Insieme a migranti di mezzo mondo, anche imuhajirin aspettano il momento buono per scavalcare le reti che delimitano il porto, in un surreale e pericoloso gioco a rimpiattino con la polizia. La posta, però, è alta: una nave verso l’Italia e il sogno chiamato “Europa”


12° post. A Igoumenitsa i muhajirin sognano l’Europa. Non importa che ci siano già, per loro quella che conta comincia al di là dell’Adriatico. Qui anche Mussa Khan, come molti prima di lui, tenta le sue carte con la sorte


13° post. Ancona, Italia. Ecco l’”Europa” sognata da Mussa Khan. Anche qui, però, ad accogliere imuhajirin reti metalliche e procedure che rendono la richiesta di asilo una prospettiva sfuggente e lontana


14° post. Tutte le strade, si dice, portano a Roma. Anche quella di Mussa Khan e di migliaia di muhajirin afghani per cui l’Italia è soltanto una tappa della tormentata ricerca di una vita migliore. Qui, tra i cantieri che costeggiano la Stazione Ostiense, si interrompe il racconto di un viaggio che non ha fine



byminori stranieri non accompagnati
in
16:05

Sulle tracce di Mussa Khan

1° post.  Mesi, anni, sempre in movimento. Respinti, invisibili, ai margini. E’ questo il destino dei  muhajirin afghani, alla tenace ricer...
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New serious act of intimidation against the Community Project South led by Don Giacomo Panizza in Lamezia Terme.
In fact, no one shot were fired during the night between Saturday and Sunday, the window of the old "Dopo di Noi," which deals with helping disabled people.
The bullet shattered a window ending in the house which houses the premises of the center "Dopo di Noi". From an initial reconstruction has been learned that the strike started somewhere near the building.
The episode is in addition to the equally serious episode of the night last Christmas, when a bomb was exploded in front of the center for unaccompanied children who occupies the first floor of the same structure.
The building called "Pensieri e Parole" is the large three-story house where tomorrow, Wednesday, Feb. 29, will support the peaceful march of "The day is not the 'Ndrangheta", the event organized crime wanted by the South Project along with many other associations.
Event that is having a difficult day before, in fact, the school from where the rally was devastated by a terrible raid vandalism.
Don James said: "After all these episodes of violence, a day after the event - of 29.02.2012 (ed) - we are preparing more than convinced that the city should start over again, on the right track. Lamezia is to be changed. On 29 February, in the light of what happened, we have more reasons to demonstrate. "After the act of intimidating last night, came many certificates of closeness to the community. "Solidarity is good - again underlines Don Panizza - and demonstrates that people are tired of all this violence, this climate of fear".

28.02.2012
LEONARDO CAVALIERE
byminori stranieri non accompagnati
in , , , ,
14:28

New act of intimidation against the structure that houses unaccompanied foreign minors. Shoot against the community "Dopo di Noi"

in italiano New serious act of intimidation against the Community Project South led by Don Giacomo Panizza in Lamezia Terme. In fact,...
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20 are unaccompanied minors, including 3 girls, present on the island of Lampedusa after being rescued days ago, in the shipwreck in which 5 people were killed.
The best sea conditions, as evidenced by the recent landings of these days have highlighted the resumption of the "ships of shame" from Libya, with their cargo of "dreamers of a better life."
The condition of "hospitality" are totally inadequate, as Save the Children has been able to verify, on the island as part of the Presidium, in particular, the worst conditions were observed for those who were housed, initially together with adults in the area marine Protected Area in precarious conditions of hygiene and environmental, without the abilityto wash, with difficult access to medical care needed.
The MSNA still have all fled to Lampedusa from Libya and originating in Somalia; The age is between 15 and 17 years, the youngest is a girl of 13 years.
Children, after about a week after their arrival, for unexplained reasons, have not yet been transferred to the mainland as it is happening but for adult migrants. After one year from the S.C. Emergency North Africa we see the daunting giventhat after one year we find ourselves without a system that addresses the organic national emergency minors.

We want our leaders to remember the art. 3 of the Convention on the Rights of the Child "in any law, decision, public or private initiative, and in any problematic situation,the interests of the child / adolescent must have priority"

So, we cannot afford, without an extensive organization and legislative reform, to address a serious emergency situation such as we have already lived in 2011.
Published 2012.25. march 



LEONARDO CAVALIERE


byminori stranieri non accompagnati
in
01:35

No to a new emergency Lampedusa

20 are unaccompanied minors, including 3 girls, present on the island of Lampedusa after being rescued days ago, in the shipwreck in which ...
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