Bambini migranti non accompagnati

Sono migliaia i bambini che giungono in Europa senza genitori e si trovano travolti dallo statuto di migranti, finendo così spesso per dover affrontare una detenzione prolungata, intimidazioni e abusi di polizia ripetuti che rendono inutilizzabili le norme previste dalla legislazione di protezione che è cresciuta in questi ultimi anni proprio nei confronti dei bambini.


Le leggi sull’immigrazione e le leggi sui bambini (dalla Convenzione sui diritti del fanciullo al relativo Protocollo opzionale) risultano spesso in conflitto e contraddittorie: malgrado la Convenzione internazionale - che è quella sottoscritta e ratificata, tra l’altro, dal maggior numero di stati - debba prevalere sulle leggi nazionali, le misure sulla sicurezza intraprese dagli stati europei negli ultimi dieci anni rendono di fatto quasi sempre queste ultime prevalenti in caso di contrasto.

Human Rights Watch ha documentato come la Francia, da questo punto di vista, sia il peggiore esempio dentro l’Unione Europea, avendo creato zone extra-territoriali (la più grande vicina all’aeroporto Roissy-Charles de Gaulle) dove bambini migranti non accompagnati sono trattati come se non fossero ancora entrati in territorio francese e non soggetti, quindi, alla legalità di cui altrimenti dovrebbero godere. «Il proposito di questa zona di transito è semplice: isolare i bambini migranti dai diritti che sarebbero loro accordati sul territorio francese, facilitando gli scivoli legali che permettano una loro rapida espulsione dalla Francia» (Hrw 2010).

Benché abbiano firmato la Convenzione sui diritti del fanciullo (Crc), anche Regno Unito, Germania, Grecia e Spagna tendono a considerare i bambini non accompagnati prima migranti e poi bambini. Il Regno Unito ha rivisto questa posizione che escludeva dalla Crc i bambini migranti nel 2008, la Germania lo ha fatto anche prima, ma si arrende alle richieste di linea dura della maggior parte deiLänder. In Italia, il 2010, secondo il rapporto annuale di Save the Children sui minori migranti, «è stato un anno nel complesso critico, in cui sono stati compiuti molti passi indietro» (Stc 2010), rendendo più difficile l’integrazione scolastica e impedendo che questa possa continuare al compimento dei 18 anni, quando tornano improvvisamente a essere ‘clandestini’; tuttavia, in Parlamento è recentemente passata una mozione volta proprio a rafforzare la tutela dei minori stranieri non accompagnati.

treccani.it
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