Immigrati, età false per evitare l'espulsione così i finti minorenni diventano un business

I 19 centri di accoglienza del Lazio costano 161 mila euro al giorno. Save the children "Sei minuti per avere un certificato medico che attesta l'anno di nascita"


 Arrivano dal Bangladesh, dall'Egitto, dal Nord Africa. Non hanno con sé un documento di identità e tutto quello che dicono è di essere minorenni. Ormai hanno imparato. Quando i vigili urbani o la polizia li fermano per strada, in retate antiabusivismo o per normali controlli, loro alzano le braccia e dicono "minore, minore". Una parola magica che li sottrae all'espulsione.
Così vengono portati nei pronto soccorso della città, visitati, e in 6 minuti netti il medico di turno stabilisce la loro età presunta.

Questo gli spalanca le porte dei centri di prima accoglienza dove rimangono per mesi, a volte anni, a spese di un'amministrazione che ha le mani legate di fronte a certificati medici che attestano la minore età dello straniero. Inizia così il business dei finti minorenni. Un business che è costato allo Stato, soltanto nei primi sei mesi del 2012, 55 milioni di euro.

SOLIDARIETA' E BUSINESS
A Roma, da gennaio a giugno, sono stati 2.300 gli "stranieri non accompagnati", identificati come minorenni, sbarcati nei centri di prima accoglienza della capitale e del Lazio. Di questi il 60% sono maggiorenni. A rivelarlo è un rapporto di Save the children che ha inviato nei centri una squadra per verificarne le condizioni. "Un aspetto particolarmente critico  -  si legge nel dossier realizzato da Viviana Velastro  -  è la presenza di migranti di dubbia minore età, in alcuni casi palesemente adulti". 
Quando 
il team capeggiato dalla Velastro chiedeva spiegazioni sulla promiscuità tra adulti e minori, gli operatori "affermavano che erano tutti migranti la cui minore età era stata certificata con verbali di pronto soccorso, pur ammettendo di avere essi stessi, nella maggior parte dei casi dei dubbi, spesso confermati dagli stranieri", che affermavano di avere altre età.

LA PROSTATA INGROSSATA
Ahmed, un egiziano sedicenne una notte dello scorso aprile si sente male. Ha dolori all'inguine, non riesce a stare sdraiato, sulla sedia non trova pace. Dal centro in cui è ospitato lo portano in ospedale. Diagnosi: problemi alla prostata. Problemi che non si presentano mai prima dei 3540 anni. Eppure lui per lo stato italiano è un "migrante minorenne".

LA DIAGNOSI LAMPO

Osman, bengalese, la sera del 31 ottobre del 2011 si presenta all'ambulatorio pediatrico del pronto soccorso del Policlinico Umberto I: "Viene per la determinazione dell'età presunta" c'è scritto nel verbale, stilato tra le 21.02 e le 21.08. In sei minuti il medico di guardia stabilisce che Osman ha "un'età presunta di circa 17 anni e mezzo". A guardarlo di anni, raccontano gli operatori, ne dimostra almeno 40. Ma, senza indicazioni sulla procedura disposta per determinarne l'età, il verdetto è stato emesso, senza possibilità di appello.

IL MONOPOLIO DEI MINORI
Nel Lazio sono 19 le strutture utilizzate per accogliere minori stranieri non accompagnati. Nell'aprile 2011, per far fronte all'ondata di sbarchi a Lampedusa, la Regione Lazio ha messo a disposizione 6 strutture (2 a Roma, 3 a Frosinone e 1 a Latina) e il Comu¬ne di Roma ha attivato, per assegnazione diretta, altre 13 strutture, alcune gestite da cooperative sociali, mentre le otto che accolgono il maggior numero di perso¬ne sono guidate, tutte, dall'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Trifone. Uno dei centri dell'Arciconfraternita, quello di Casal Lombroso, un residence per sfrattati, è finito nel mirino della procura lo scorso gennaio per aver omesso di versare l'Iva per una cifra superiore a otto milioni di euro.

ADOLESCENTI FANTASMA

Per ogni "minorenne", compresi quelli che adolescenti non sono, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali consegna alle strutture, ogni giorno, 70 euro. Questo significa che in un giorno si spendono, per gli oltre 2000 immigrati accolti, 161.000 euro. Che in un mese fa quasi 5 milioni. Il 60 per cento di questi soldi potrebbe essere risparmiato, o speso per veri minorenni. Invece non accade. Perché anche quando si scopre che il presunto adolescente minorenne in realtà non è, quel certificato medico, che rappresenta l'unica attestazione di identità valida, impedisce a polizia e carabinieri di fare qualsiasi cosa. Allora: chi è guadagna in questo business? Cosa c'è veramente dietro l'affare?

larepubblica.it
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