Minori non accompagnati. L’UE intensifica il piano d’azione




La Commissione europea evidenzia in una relazione intermedia gli obiettivi raggiunti, ma occorre incrementare gli sforzi. Previste nuove iniziative

Maggiore impegno a livello nazionale ed europeo. Questa è la richiesta della Commissione, contenuta nella relazione presentata alla fine di settembre. Il miglioramento delle procedure di accoglienza di questi soggetti è auspicato anche dalla commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström.
Chi sono i minori non accompagnati
Con questo termine vengono identificati i minori provenienti da paesi terzi o gli apolidi, che non raggiungono il diciottesimo anno d’età e che si inoltrano nel territorio europeo senza una persona adulta responsabile che li accompagni, o che qui vengono lasciati soli una volta giunti.
Alcuni dati
Nel 2011 sono stati 12.225 i minori non accompagnati che hanno fatto richiesta di asilo nei territori europei. La cifra aumenta in maniera esponenziale se si osservano le stime delle migrazioni irregolari degli stessi, in Italia ad esempio sempre nel 2011 ne sono stati individuati ben 59.559.
Il piano d’azione del 2010
Due anni fa la Commissione europea attraverso un piano d’azione, ha individuato la varie problematiche legate a questo fenomeno e indicato una serie di soluzioni. Un primo passo è stato quello di prevenire la tratta dei minori e di studiare i vari motivi che spingono questi a giungere nei territori UE.
E’ dunque risultata fondamentale la collaborazione con i paesi di provenienza e di transito, verso i quali è stata attuata un’attività di informazione che permettesse l’identificazione e la protezione immediate delle vittime, nonché un esercizio di sensibilizzazione sui rischi connessi alla migrazione clandestina, rivolta ai bambini e ai loro familiari.
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Sono migliaia i minori non accompagnati che ogni anno giungono sul suolo europeo.
Nella relazione intermedia presentata dalla Commissione Europea sono state ribadite le misure per prevenire e affrontare tale fenomeno.
Il piano d’azione inoltre ha chiarito le modalità di approccio al minore non accompagnato, il quale una volta individuato deve essere posto sotto adeguata protezione. Successivamente è opportuno ricostruire il suo profilo e la sua storia e creare un clima di fiducia nel quale inserirlo. Ogni singolo caso deve essere valutato nella sua specificità, basandosi esclusivamente sull’interesse superiore del minore.
La relazione intermedia
Pochi giorni fa sono giunti i primi bilanci di questo progetto, non privo di risultati positivi. E’ stata ad esempio attribuita una maggiore considerazione alle misure di sovvenzione a favore di questi particolari migranti, inoltre sono state stimolate costruttive discussioni fra le varie istituzioni e si è notevolmente ampliato lo scambio di conoscenza e prassi soprattutto in materia di tutela e accertamento dell’età.
Il piano d’azione non si ferma. Aspetti su cui incrementare l’impegno
Secondo la relazione intermedia è necessario porre maggiore attenzione nella raccolta e nello scambio dei dati quantitativi e qualitativi, dunque incrementare l’accumulo di informazioni relative al numero di minori che scompaiono dalle strutture di assistenza o a quelli rimpatriati.
L’Unione europea e gli Stati membri devono inoltre proseguire la loro collaborazione con i paesi di origine e transito, lottare per prevenire il fenomeno nonché rintracciare le famiglie dei minori non accompagnati, per accertarsi del loro rimpatrio sicuro.
La Commissione oltre a ciò, ribadisce che continuerà a considerare prioritario il finanziamento dei progetti in questo ambito, incoraggiando in tal modo i Paesi UE, le organizzazioni internazionali e non governative al pieno utilizzo delle risorse finanziare in questo senso.
Infine l’UE ha fatto promessa di realizzare entro la fine del 2012, un sistema europeo comune di asilo.
torvergata.eurosblog.eu
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