E il minore (non il vecchietto) dove lo metto?


La responsabilità per i minori stranieri è tornata ai Comuni. Ma la mancanza di fondi spinge le amministrazioni a defilarsi. Le rassicurazioni di Natale Forlani. La denuncia di Save the children.
Il 17 gennaio a Lampedusa c’erano 18 minori stranieri non accompagnati. Il giorno dopo 12 di loro sono diventati improvvisamente maggiorenni per effetto di una radiografia del polso (discusso metodo di accertamento dell’età, soggetto a un margine di errore di due anni) e saranno trasferiti in un Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo).
«Le autorità hanno approfittato, ieri sera, di un nostro cambio turno per fare le visite», dichiara a Corriere Immigrazione Viviana Valastro, coordinatrice progetti Praesidium per Save the Children, ong presente sull’isola siciliana. «Abbiamo lavorato con questi ragazzi, che erano eritrei, in un gruppo, con la presenza di un mediatore culturale che parlava la loro lingua, e siamo certi che fossero minorenni. In più, ma questa non è una novità, non è stato consegnato loro il referto medico. I risultati vengono dati dai medici alle forze dell’ordine, che non permettono neanche ai diretti interessati di visionarli». Il sospetto è che la decisione della visita sia stata una «manovra strumentale» per facilitare i trasferimenti. E questo si ricollega ai problemi lasciati aperti dall’ordinanza della Protezione Civile del 28 dicembre 2012 che regolava la chiusura dell’Emergenza Nord Africa.
In particolare, sono due i nodi irrisolti che riguardano i minori stranieri non accompagnati. Il primo, è quello delle risorse, che ritornano di competenza dei Comuni. Il secondo, quello dei collocamenti, che rimangono sulle spalle delle province in cui i giovani sono intercettati. Dal 1° gennaio 2013, la gestione dei minori stranieri non accompagnati torna nel circuito «ordinario»: al nuovo soggetto attuatore, cioè il ministero del Lavoro, spetta il pagamento dei soli oneri del 2012. Questi coordina le «attività già di competenza» del precedente soggetto, ma «fatte salve le competenze attribuite in via ordinaria ad altre amministrazioni».
Succede così che, alcuni comuni dell’agrigentino, come Campobello di Licata, si rifiutino di accogliere nuovi giovani. «Se ci atteniamo alla normativa in merito, spetta alle autorità di pubblica sicurezza trovare luoghi di accoglienza, ricerca che viene fatta nel solo territorio di appartenenza», prosegue Valastro. «Questo significa che province frontaliere, come quella di Agrigento, si ritrovano a sostenere costi più alti, senza l’aiuto di un sistema nazionale di accoglienza». Lampedusa è la punta dell’iceberg, ma problemi analoghi si riscontrano nel leccese, nell’anconetano e probabilmente anche nel triestino. Tutti i luoghi dove l’esposizione ai flussi è maggiore. «Il collocamento del minore non può gravare su un solo territorio. Chi sbarca, ad esempio, a Lampedusa, arriva pur sempre in Italia».
Al Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, non sono stati stanziati nuovi fondi. E ciò spiega la ritrosia di alcuni Comuni ad offrire la propria disponibilità. Natale Forlani, Direttore generale dell’immigrazione e delle politiche sociali del ministero del Lavoro (ed ex Soggetto attuatore nel 2012), da noi contattato, conferma il momento di incertezza. «Con il 1° gennaio 2013 – dichiara a Corriere Immigrazione – i minori ritornano sotto responsabilità economica dei Comuni, e di conseguenza, per il collocamento, diviene fondamentale il territorio. Stiamo lavorando ad una soluzione, ma è difficile che arrivi prima delle nuove elezioni politiche». «Dobbiamo evitare – continua – che le piccole amministrazioni si ritrovino ad affrontare spese insostenibili. C’è bisogno di un coordinamento tra i soggetti che interagiscono nell’accoglienza, nella tutela e nel collocamento del minore. Per fare ciò, ovviamente, bisogna far girare l’acqua». Ovvero: c’è bisogno di soldi. «Abbiamo chiesto un potenziamento del Fondo. Tra alcune settimane avremo una risposta», conclude Forlani.
Secondo il report dello stesso Ministero, al 31 dicembre 2012 sono 7.575 i minori stranieri non accompagnati segnalati. Di questi, 1.754 sono scomparsi (il 23,2%). Quasi la metà del totale è ospitato tra Lazio, Sicilia e Lombardia. Ma cosa succederà ai ragazzi ospitati a Lampedusa e diventati improvvisamente maggiorenni? Saranno trasferiti in uno dei Cara sparsi per la Penisola. Qui, avranno un colloquio con la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, che nel migliore dei casi rimedierà all’“errore”. Il giovane verrà collocato in un «luogo sicuro», ma la palla ormai passerà alla nuova Provincia in cui il minore è “ritrovato”. Si risolvono così, quindi, i problemi lasciati aperti dal Governo.
Luigi Riccio
Fonte: www.corriereimmigrazione.it
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