Svaniti nel nulla. Minori stranieri non accompagnati


Le statistiche lo confermano: in aumento nella nostra regione il numero di persone sparite senza lasciare traccia. La maggior parte, però, sono minori e stranieri.

C’è il ragazzino che, dopo anni in istituti o famiglie affidatarie, non riesce ad accettare la sua nuova famiglia e ripetutamente si allontana da quella che, forse, non considera ancora casa sua. 
C’è l’adolescente che si sente soffocare da una madre iperprotettiva e che trova, nella fuga, quella ‘boccata d’ossigeno’ che cerca. 
C’è la coppia di fidanzati giovanissimi che vuole provare l’ebbrezza di un viaggio ‘di coppia’, lontano da tutto e da tutti. C’è chi è sommerso dai debiti, o chi soffre per una delusione d’amore e non vede prospettive davanti a sé. C’è chi si perde, semplicemente perché non trova più la strada del ritorno.

Chi li ha visti?
I casi da ‘Chi l’ha visto?’ hanno alle spalle tante storie e tante situazioni difficili, in cui il disagio  - familiare, ambientale, psicologico – è un elemento comune.
I dati che riguardano le persone scomparse parlano da soli. Secondo il Ministero dell’Interno, dal 1 gennaio 1974 al 30 giugno 2012 solo in  Friuli Venezia Giulia sono state 3.107 le denunce di scomparsa che hanno riguardato cittadini italiani e stranieri, mentre a livello nazionale, nello stesso arco di tempo, sono oltre 115 mila.
Tra le persone sparite in regione, 2.597 sono state ritrovate dalle forze dell’ordine o sono rientrate spontaneamente a casa, mentre 510 risultano ancora scomparse. Sono numeri importanti, se si considerano l’estensione e la densità abitativa della nostra regione e soprattutto se si tiene conto del fatto che ben 335 di queste persone da ricercare sono minori e stranieri.
Statistiche ‘gonfiate’
“I dati che riguardano il nostro territorio sono ‘gonfiati’ – spiega Stefano Pigani, dirigente della divisione anticrimine della questura di Udine -. I minori stranieri non accompagnati superano di gran lunga gli italiani e questo è dovuto alla grande incidenza, tra le cause di scomparsa, dell’allontanamento da comunità o istituti, come il Civiform di Cividale del Friuli, in cui questi ragazzi sono accolti. È frequente che, dopo un paio di giorni trascorsi in istituto, spariscano. Le ipotesi più probabili è che continuino a vivere in Italia in clandestinità o che passino il confine e si dirigano in un altro Paese europeo”.
Storie a lieto fine
“Tra le altre modalità, riscontriamo anche qualche caso di sottrazione di minore da parte di genitori per lo più stranieri, ma sono rari - specifica Massimiliano Ortolan, dirigente della Squadra mobile di Udine –. C’è da dire che la maggior parte dei casi si risolve, anche perché spesso le persone che si sono allontanate rientrano spontaneamente a casa.
Per il resto l’opera di vigilanza delle forze dell’ordine permette di segnalare i soggetti che vivono nelle stazioni o nei ricoveri e di individuare le persone scomparse. I casi che riguardano gli anziani dispersi, in genere per amnesia, sono invece quelli che purtroppo più di frequente si concludono tragicamente con il ritrovamento del cadavere”.
Cadeveri senza nome
Sono 831 in tutta Italia e nove in Friuli venezia Giulia i cadaveri ritrovati e mai identificati. Alcuni sono stati rinvenuti nei corsi d’acqua, altri in dirupi o nei boschi. È per dare un nome a questi corpi che, dal 2009, esiste un sistema chiamato Risk che incrocia i dati sulle persone scomparse con quelli del registro dei cadaveri non identificati. “È un sistema integrato che permette di facilitare il lavoro delle forza dell’ordine”, commenta Pigani.

ilfriuli.it
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