7000 bambini ed adolescenti non accompagnati Un nuovo modo di essere minore nel mondo di oggi


In Italia, secondo il rapporto 2013 del Ministero del Lavoro, sono 7.066 i minori non accompagnati; un nuovo modo di essere minori nel mondo attuale e  una nuova relazione tra lo Stato e l'infanzia, tra il rispetto dei loro diritti e le future politiche.

I 7000 minori non accompagnati ci mostrano la realtà dei minori nel  mondo; questi minori sono l'immagine, la fotografia  vivente della sofferenza dei minori  nei paesi vicini e lontani al nostro, sono le vittime dell'instabilità politica, sociale ed economica dei loro paesi d'origine.


Le continue violazioni dei diritti umani, le guerre, la mancanza della possibilità di vivere con dignità, con la conseguenza di  vivere il presente senza speranza, sono i motivi principali e le cause che danno origine al desiderio di allontanarsi o di far partire i propri figli adolescenti verso una terra sconosciuta.

In un nuovo  paese,  i minori non accompagnati, hanno la necessità di ricostruire continuamente le loro idee e i loro pensieri per cercare di identificarsi come individui, come membri di uno stato, di una storia e di una cultura, come abitanti di un mondo sempre più globalizzato.

Per le autorità pubbliche, l'adolescente non accompagnato è al tempo stesso un migrante da controllare per regolare il flusso della migrazione, e anche un minore da proteggere. Questo genera  una grande contraddizione nella gestione della migrazione e del minore.


Questa contraddizione, di vedere solo il minore come un migrante e non  come un minore avente dei diritti, va contro la tutela  dei diritti del bambino e non salvaguardia l'interesse primario dello stesso.

Ma il minore non deve essere solo trattato come oggetto di protezione e assistenza. Una vera  politica orientata a questa “nuova infanzia”, deve essere rivolta al "soggetto", cioè ai minori  non accompagnati. Ciò si riferisce non solo alle azioni dello Stato e della società civile; i minori non accompagnati non devono essere solo considerati come stranieri aventi dei diritti ma soprattutto come “soggetti sociali”, cioè come essere umani con specifiche caratteristiche soggettive.

Per cui è molto importante prendere in considerazione il rapporto tra la politica, cultura e il minore. Bisogna considerare questa “nuova  infanzia” come la rappresentazione e l'immagine di alcune classi sociali e culture di una società o di un paese, e metterla in relazione con il concetto di infanzia. Si tratta di variabili importanti in base ai diversi contesti storici e culturali. In altre parole, i bambini sono esistiti ed esistono nel tempo e in tutte le culture, ma le loro infanzie sono state e sono diverse.

I minori stranieri sono un modo diverso di essere bambino ed adolescente, sono in parte il prodotto del fenomeno della migrazioni e dei processi di globalizzazione. Sono portatori di una loro cultura vivente nel nostro paese.  Le politiche di protezione e migrazione, tutelano i suoi diritti?. Corrispondono le azioni intraprese dello Stato alle esigenze di tutela dei diritti dei minori non accompagnati?.

Le risposte rispetto il rapporto tra Stato e minori non accompagnati continueranno a svilupparsi.



alejandro vidangos
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