Minori bengalesi sottoposti a nuova visita medica dal comune di Roma: un ragazzo tenta il suicidio

ASGI : un corretto e rigoroso accertamento dell’età va fatto al momento dell’emersione del giovane straniero e non dopo mesi dalla sua accoglienza.Il Comune di Roma ieri ha convocato diciotto minori bengalesi ospiti delle case famiglia del Comune per sottoporli a nuovi accertamenti medici all’ospedale Militare del Celio. Uno dei ragazzi convocati ha tentato di impiccarsi dentro la casa famiglia, adesso è ricoverato nel reparto neurologico di un vicino ospedale.
A partire da marzo 2013, il Comune di Roma ha preso di mira i minori bengalesi già accolti da mesi nel percorso di inserimento sociale in qualità di minori stranieri non accompagnati. I ragazzi vengono convocati per un secondo accertamento dell’età, nonostante siano stati tutti sottoposti a una visita medica presso un ospedale pubblico prima di essere accolti .

L’accertamento per un ragazzo vicino alla maggiore età è scientificamente poco attendibile, tanto da poter essere interpretato in modo da decretare facilmente il già avvenuto raggiungimento della maggiore età. Le conseguenze per il minore sono tragiche: viene denunciato per truffa ai danni dello Stato e viene trattenuto in un Centro di Identificazione ed Espulsione in vista del rimpatrio forzato nel paese di origine.
I ragazzi bengalesi sono ben consapevoli di tutto questo e vivono nel terrore di essere convocati dal Comune di Roma per il secondo accertamento presso l’Ospedale Militare. Ieri uno dei ragazzi convocati ha tentato di impiccarsi dentro la casa famiglia, adesso è ricoverato nel reparto neurologico di un vicino ospedale.
L’Asgi chiede alla Nuova amministrazione comunale di interrompere immediatamente questa prassi di identificazione di massa ai danni dei ragazzi bengalesi e di accertare eventuali responsabilità in capo a chi la sta portando avanti con tanta ostinazione.
L’Asgi, infine, offre le proprie competenze affinché vengano adottate delle buone prassi che, alla luce dei più recenti orientamenti accolti anche dal Ministero dell’Interno, (partendo dal c.d. Protocollo Ascone e in considerazione del lavoro del tavolo Stato/Regioni) assicurino un corretto e rigoroso accertamento dell’età al momento dell’emersione del giovane straniero e non dopo mesi dalla sua accoglienza.
Per approfondire
Fonte: asgi.wordpress.com
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