Sbarco tragico a Ragusa, 13 morti "Costretti a tuffarsi dagli scafisti"


Sbarco tragico a Ragusa, 13 morti "Costretti a tuffarsi dagli scafisti"
Tragedia sul litorale di Scicli: gli immigrati sono annegati tentando di raggiungere la riva a nuoto dal barcone, che si era arenato. I sopravvissuti sono sbarcati tra i turisti e si sono dispersi nelle campagne. Arrestati due presunti scafisti, che secondo un testimone avrebbero costretto le vittime a tuffarsi colpendole a cinghiate. Altri quattordici extracomunitari naufragati sull'isolotto di Lampione: recuperati dalla Guardia costiera


RAGUSA - Almeno tredici immigrati sono morti annegati sulla spiaggia di Sampieri a Scicli (Ragusa) durante uno sbarco avvenuto questa mattina. I corpi sono stati recuperati in acqua dalle forze dell'ordine. Due persone sono state arrestate perché sospettate di essere gli scafisti. Le vittime sarebbero state presi a colpi di cinghia dagli scafisti e costrette a lanciarsi in mare: lo ha raccontato uno dei bagnini che hanno assistito alla tragedia e che sono intervenuti per soccorrere i naufraghi. Un carabiniere fuori servizio che si trovava sulla spiaggia si è lanciato in mare ed è riuscito a trarre in salvo due migranti in difficoltà che stavano per annegare. L'approdo dei migranti era stato segnalato dai turisti che si trovavano sulla spiaggia. Secondo quanto ricostruito sarebbero circa 250 i profughi sbarcati. Nella stessa zona, nota per essere il set della fiction tv del Commissario Montalbano, nel 2005 erano morti altri 25 migranti nello stesso tragico modo.

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Uno dei migranti in fuga è stato investito da un'auto ed è in condizioni gravissime. "Per il viaggio siamo partiti dalle coste della Libia. Abbiamo pagato tra i 300 e i mille euro. Ci avevano detto di arrivare sulle coste di Sampieri perchè così non saremmo stati identificati e saremmo riusciti a sfuggire dalle forze dell'ordine e avremmo potuto continuare il nostro viaggio la cui meta finale non è l'Italia", racconta all'Agi un migrante eritreo di 23 anni. "Siamo arrivati nella prima mattinata - prosegue - e il nostro barcone si è arenato e pensavamo che l'acqua non fosse così profonda. Il mare era agitatissimo. Ci siamo buttati in acqua e abbiamo cercato di arrivare alla costa che vedavamo vicino, ma l'acqua nera troppo profonda. Purtroppo molti nostri fratelli non ce l'hano fatta. Noi vorremmo soltanto essere aiutati". Il profugo ha sostenuto che lui e i suoi compagni non avevano intenzione di fermarsi in Italia. "Per noi il vostro territorio è solo un posto dal quale passare perchè io ad esempio voglio raggiungere i miei cugini in Germania", ha detto.

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I morti sono tutti uomini. Fino a questo momento le forze dell'ordine hanno rintracciato a terra 70 profughi, tutti sedicenti eritrei. Tra loro 20 bambini e una donna incinta, che è apparsa in condizioni gravi ed è stata trasportata all'ospedale Maggiore di Modica. Erano a bordo di un grosso barcone che si è arenato a pochi metri dalla riva, in condizioni di mare molto agitato. A bordo, secondo il racconto degli stessi migranti, c'erano circa 250 persone. Le tredici vittime sono state trascinate dalle onde e sono morte annegate. Alcuni dei superstiti hanno parlato di un quattordicesimo morto, sul quale non c'è al momento conferma da parte delle autorità. Sono in corso ricerche in acqua.

Gli altri sopravvissuti sono sbarcati intorno alle dieci di stamattina sul litorale di Scicli. A dare l'allarme sono stati alcuni turisti che hanno assistito all'approdo. Subito dopo aver preso terra, gli immigrati si sono dispersi nella zona dove sono accorse le forze dell'ordine che hanno avviato ricerche. Sul luogo della tragedia stanno operando polizia, carabinieri e guardia costiera.

Un altro tragico sbarco era avvenuto il 10 agosto scorso, quando sei migranti morirono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, nei pressi del "Lido Verde", annegando proprio nel tentativo di raggiungere la riva. Sull'imbarcazione arenata a circa 15 metri dalla riva, viaggiavano oltre 100 extracomunitari, soccorsi dalle forze dell'ordine e dalla guardia costiera e trasferiti nel porto di Catania per l'identificazione e i soccorsi.

La notte scorsa altri 14 migranti tunisini nel tentativo di raggiungere la Sicilia sono finiti contro gli scogli dell'isolotto di Lampione, nell'arcipelago delle Pelagie. A dare l'allarme sono stati alcuni familiari degli extracomunitari, che nella tarda serata di ieri hanno contattato la sala operativa della Capitaneria di porto di Palermo. Quest'ultima ha disposto l'invio sul posto di due motovedette
della Guardia costiera da Lampedusa. A causa delle condizioni del mare, pero', le due unita' non sono riuscite ad avvicinarsi. E' stato a quel punto che si e' deciso di far alzare in volo un elicottero della Guardia costiera di Catania che ha localizzato i naufraghi sull'isolotto grazie ad un sistema ad infrarossi. I migranti sono stati cosi' recuperati da militare "aero-soccorritore" calatosi dal velivolo con un verricello. Le operazioni, rese difficili dalla oscurita' e dal maltempo, si sono concluse in nottata con il trasferimento dei naufraghi - tutti in buone condizioni di salute - sull'isola di Lampedusa. Repubblica.it
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