Minori stranieri non accompagnati: arrivano le linee guida dei magistrati

Le leggi ci sono, andrebbero solo applicate: episodi tragici come il recente naufragio sull’Isola dei Conigli richiamano non solo “assunzione di responsabilità politiche”, ma anche “precisi obblighi giuridici”. Da questa considerazione parte il documento intitolato “Un impegno di cittadinanza europea responsabile: il diritto dei migranti ad avere diritti e la tutela dei minori non accompagnati”, in cui l’Associazione Italiana Magistrati per i Minori e la Famiglia (AIMMF) detta le linee guida da seguire per la corretta applicazione delle norme europee in materia di accoglienza e diritti dei MSNA.

Il documento si articola in pochi, ma significativi punti, attraverso cui si mira a ribadire la disciplina in materia, e sulla cui applicazione l’Italia non sempre si è fatta trovare pronta: “assicurare la qualità dell’accoglienza ai minori migranti”; “garantire l’effettività del diritto all’unità familiare”; “attivare un sistema integrato giudiziario e amministrativo”; “garantire la stabilità dei percorsi di inclusione sociale”.

Ed è in materia di accoglienza che si concentrano, in modo particolare, le esortazioni più rilevanti dell’AIMMF, laddove richiama la Direttiva 2013/33/UE, che stabilisce inderogabilmente come il trattenimento dei minori non accompagnati sia consentito “solo in circostanze eccezionali” e il rilascio debba avvenire “il più rapidamente possibile”. A questo si aggiunga che essi devono essere accolti “in strutture consone a soddisfare le esigenze di persone della loro età e dotate di personale qualificato; che deve essere assicurata nell’accoglienza una sistemazione separata dagli adulti, superando la precedente eccezione per gli ultrasedicenni.” Si tratta di disposizioni che riguardano, nello specifico, i richiedenti asilo, ma che – precisa l’AIMMF – vanno applicate per analogia a tutti i minori non accompagnati.

Si raccomanda quindi “il definitivo superamento di soluzioni non appropriate, in cui un numero molto elevato di minori non accompagnati sono concentrati nel medesimo luogo, la permanenza in centri di primo soccorso tende a protrarsi nel tempo”. Impossibile non andare con la mente al centro di Lampedusa, dove i minori vivono in condizioni di estremo disagio.

Ma i magistrati sembrano avere anche un occhio di riguardo per l’accoglienza familiare, laddove auspicano che al minorenne venga riconosciuta, in primo luogo, “un’accoglienza presso ambienti adeguati al suo bisogno di sostegno educativo, alla ricerca di relazioni di tipo familiare, di affidamento a famiglie”, e promuovono il rispetto del suo “diritto di crescere in una valida famiglia – secondo la normativa in vigore e senza forzature della normativa sull’adozione – nonché al suo diritto all’integrazione sociale.”

Si prende quindi in esame il caso dei minori sottoposti a procedure di accertamento della minore età; degno di nota, a tale riguardo, è il richiamo alle Prefetture, a cui si ricorda come la persona straniera vada “opportunamente collocata e salvaguardata ‘in luogo sicuro’ […], fino a quando si possa provvedere alla sua protezione ‘in modo definitivo’”.

Dall’obbligo di prestare soccorso a chi in mare sia in pericolo di vita, alla critica verso le politiche di respingimento: il documento è ricco di altri spunti interessanti, e di prescrizioni che dovrebbero essere date per scontate, ma che evidentemente – di tanto in tanto – si rende necessario richiamare all’attenzione di chi le leggi è chiamato ad applicarle.aibi.it
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