Cosa sono e cosa dovrebbero diventare i Cie? Una proposta assai discutibile giunge in questi giorni dal governo dimissionario. I pareri di Fulvio Vassallo Paleologo, Filippo Miraglia, Alessandra Ballerini.
Tutto condensato in 27 pagine, più allegati. Il progetto di revisione del “sistema Cie” è stato realizzato, quasi in sordina, da uno staff di dirigenti e funzionari del ministero dell’Interno guidati dal sottosegretario Saverio Ruperto. Muove dal presupposto della necessità dei Cie e prevede numerose novità sia dal punto di vista amministrativo che del funzionamento vero e proprio.
Eccole, in estrema sintesi: l’affidamento dei centri a un solo ente gestore su tutto il territorio nazionale; la riduzione del periodo massimo di permanenza da 18 a 12 mesi (vista la sostanziale inutilità del precedente allargamento); maggiore autonomia decisionale dei prefetti nella definizione delle modalità di accesso; l’applicazione di standard sanitari omogenei e migliori in tutte le strutture, anche allo scopo di non creare occasioni di fuga («uno dei metodi maggiormente usati da parte dei trattenuti per tentare di fuggire consiste nel provocare, anche con atti di autolesionismo, le condizioni per essere ricoverati in strutture sanitarie esterne», si legge nel rapporto); raggruppamento degli “ospiti” sulla base dei diversi status giuridici; isolamento dei violenti e trattamento premiale per buona condotta; modifica del capitolato d’appalto con regolamento unico; nuova dislocazione dei centri presso città sedi di autorità diplomatiche, collaborazione fra ministeri interessati.