Respingimenti di minori e di richiedenti asilo dall’Italia alla Grecia

Nel corso di un’audizione presso la Commissione Diritti Umani del Senato, il 29 gennaio 2014, sono stati presentati il rapporto PORTI INSICURI di Medici per i Diritti Umani (MEDU) sulle riammissioni dai porti italiani alla Grecia e il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), realizzato sulla base delle testimonianze raccolte  nel corso dell'indagine di MEDU. 

In PORTI INSICURI, MEDU presenta i risultati dell’indagine svolta in Grecia e in Italia tra aprile e settembre 2013. L'associazione ha raccolto le testimonianze dirette di 66 migranti – per lo più provenienti dall’Afghanistan e dalla Siria – che hanno dichiarato di essere stati riammessi dall’Italia alla Grecia. Poiché alcuni stranieri hanno riferito di essere stati respinti più volte, sono state documentate in totale 102 riammissioni delle quali 45 si sarebbero verificate nel 2013 (si veda scheda riassuntiva dei dati).

La gran parte dei cittadini stranieri rintracciati allo sbarco nei porti di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, tuttavia, sono rimandati dalle autorità italiane nel paese ellenico sulla base di un accordo intergovernativo di riammissione siglato tra i due paesi nel 1999. Sebbene l’Italia abbia il diritto di controllare l’accesso al proprio territorio, le politiche di contrasto dell’immigrazione irregolare devono in ogni caso rispettare i diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e ovviamente di soggetti particolarmente vulnerabili come i minori stranieri non accompagnati.

Dai racconti dei migranti riammessi raccolti nel rapporto – come anche in parte dalle interviste agli operatori socio-legali che operano presso i valichi di frontiera adriatici e dall’analisi degli stessi dati forniti dal Ministero dell’Interno – emerge la sistematica violazione dei diritti al ricorso effettivo, all’informazione, ai servizi d’interpretariato e orientamento legale, a procedure adeguate di accertamento della minore età.

In otto casi su dieci i migranti riammessi hanno dichiarato di aver cercato inutilmente di comunicare alle autorità italiane la propria volontà di richiedere protezione internazionale o comunque di voler rimanere in Italia per il timore di quanto sarebbe potuto loro accadere in caso di ritorno. I casi di riammissione di minori non accompagnati raccolti sono stati 26, dei quali 16 si sarebbero verificati nei primi nove mesi del 2013. Solo in quattro casi sono state effettuate le procedure per l’accertamento dell’età prima che venisse eseguita la riammissione.

Sulla base del rapporto di MEDU, i legali dell'ASGI hanno potuto presentare un ricorso circostanziato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, elencando le numerose violazioni del diritto interno e comunitario. Nel caso delle riammissioni dai porti adriatici, le numerose e approfondite testimonianze raccolte da questa indagine dimostrano come l’Italia violi sistematicamente alcuni principi basilari sanciti dal diritto interno e internazionale quali il divieto di refoulement diretto e indiretto, il divieto di esporre i migranti al rischio di trattamenti inumani e degradanti, il divieto di espulsioni collettive.

MEDU e ASGI chiedono al Governo italiano che cessino immediatamente le riammissioni sommarie verso la Grecia e che ai migranti che giungono ai valichi di frontiera adriatici venga assicurato un reale accesso al territorio nazionale e alla protezione
 

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