Mirbian, 18 anni e un futuro in tasca. Lieto fine di un viaggio cominciato in Albania.

In Italia ci sono più di 9 mila minori stranieri non accompagnati, aumentati del 98,4% in due anni. Questi i numeri del quinto rapporto Anci-Cittalia, presentato lo scorso 5 giugno a Roma.
Sono perlopiù maschi, prossimi alla maggiore età e provenienti soprattutto da Egitto, Bangladesh, Albania, Afghanistan e Somalia. La risposta dell’Italia a questa iperbole di giovani in fuga dalla guerra, dalla povertà e dalle persecuzioni non è univoca. All’interno dei centri d’accoglienza, le procedure di identificazione e l’accertamento dell’età spesso sono confuse e parziali.
Finisce così che gli MSNA, questo l’acronimo con cui si indicano i minori stranieri non accompagnati, diventino facile preda della criminalità organizzata e finiscano per allontanarsi dalle strutture di accoglienza. Save the children ha evidenziato come alcuni cerchino di raggiungere parenti o presunti tali altrove, in Europa.Così un minore su quattro non è reperibile, dicono i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La storia di Mirbian, però, è una di quelle a lieto fine.
A Venezia, una delle prime 5 città in Italia per numero di accolti, ha trovato un posto dove stare e dove poter pensare al suo futuro grazie al progetto Terre di Mezzo.
Nato nel 2008 dalla collaborazione tra il Comune e la cooperativa sociale Elleuno, Terre di Mezzo è, di base, una struttura di prima accoglienza, con un centralino attivo 24 ore su 24, in stretto contatto con la Questura e la cittadinanza. Un posto sicuro, dove chi arriva ha la possibilità di parlare con un mediatore culturale in grado di capire la sua lingua e far fronte alle sue prime necessità.
Mirbian, per esempio, è venuto dall’Albania in macchina, pagando 3500 euro ai passeur di terra che coprono la tratta dai Balcani verso l’Europa. Fermato a Udine è dovuto tornare indietro e ripartire di nuovo. Tanti i chilometri fatti a piedi tra un confine e l’altro. Stremato, è arrivato a Venezia e qui ha trovato le porte aperte di Terre di Mezzo.
Gli operatori e volontari, nelle prime 10 settimane, cercano di trovare famiglie disposte ad prendere il minore in affido e lavorano alla ricostruzione della storia migratoria.
Poi comincia una terza fase, in cui il minore viene responsabilizzato, attraverso appartamenti dati in gestione in semi autonomia. Nel frattempo, per ogni ospite gli operatori disegnano a misura di sogno un progetto di vita che include periodi di formazione lavorativa. Mirbian è passato per tutte le fasi di questo percorso. Ha trovato una famiglia che l’ha ospitato una volta compiuta la maggiore età, e grazie alla fitta connessione instaurata da Terre di Mezzo con le istituzioni e le realtà lavorative locali, ha trovato un posto a tempo indeterminato in una birreria in centro a Padova. Una prima sicurezza. La casella da cui riparte la sua vita. lacittanuova.milano.corriere.it

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