Piano di accoglienza, più soldi alle regioni per i minori non accompagnati

L’assessora alle politiche sociali della Liguria, Lorena Rambaudi spiega i dettagli del piano per l’accoglienza: arrivano gli hub per la prima accoglienza, si estende lo Sprar e le rette per i minori non accompagnati passano da 20 a 45 euro.

Hub regionali per la prima accoglienza dei migranti, aumento dei posti della rete Sprar e un peso economico per l’accoglienza dei minori non accompagnati che si sposta dalle casse degli enti locali a quelle del governo. Sono questi i punti principali del Piano sull’accoglienza dei migranti che ha avuto il via libera definitivo ieri sera in conferenza unificata Stato-regioni.

“Siamo soddisfatti – sottolinea l’assessora alle politiche sociali della Liguria, Lorena Ramabudi – perché il governo ha mantenuto quanto aveva promesso. Con questo piano si va verso la messa a regime di un sistema per l’accoglienza, che punta ad essere sempre più strutturale e meno emergenziale”. Tra i punti principali del piano,che prevede lo stanziamento di 370 milioni da parte del governo, c’è la creazione degli hub regionali per la prima accoglienza: strutture dalla capienza massima di 100 posti, in cui  i migranti arrivano 48 ore dopo lo sbarco e restano un tempo limitato ( al massimo due mesi, il tempo della richiesta di asilo) per poi transitare nel sistema della seconda accoglienza, quella della rete Sprar che viene anch’essa rafforzata nei numeri dal nuovo piano. Il piano prevede anche che gli hub regionali vadano lentamente a sostituire i Cara.
Nel sistema Sprar è stata inserita anche la gestione dei minori non accompagnati, che finora avevano una gestione separata. Ai minori è destinato un apposito fondo di 70 milioni (ricompreso nei 370 complessivi). La copertura economica della retta a loro destinata passa così da 20 a 45 euro, diventando quindi quasi completamente a carico dello Stato.  “Questo ci permetterà di pensare anche a servizi a bassa soglia – spiega ancora Rambaudi – e cercheremo di creare standard omogenei in tutte le regioni, unificando i parametri e portando avanti un tipo di intervento appropriato. L’altra questione che abbiamo risolto – aggiunge l’assessora ligure – è stata quella della competenza, ovvero a quale ministero fare riferimento per i minori non accompagnati. Si è deciso che la gestione passa al ministero del welfare, mentre prima per  minori rifugiati la competenza era del ministero dell’Interno”.
Il bilancio del piano è comunque “soddisfacente” aggiunge ancora Rambaudi, “anche se non è stato facile ad arrivare a un documento condiviso, anche per la resistenza di alcune regioni come Lombardi a e Veneto. Ma poi per responsabilità il piano è stato votato da tutti e questo è importante perché è un primo passo per un coordinamento reale sull’accoglienza”. Il coordinamento del piano per l’accoglienza è affidato al tavolo, da tempo attivo al ministero dell’Interno e che comprende Anci e regioni. fonte redattoresociale.it
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