A Napoli, priorità ai minori non accompagnati

All’indomani dell’ennesimo sbarco di 1004 migranti a Napoli, si chiama ancora “emergenza”, una situazione che coinvolge tutti i cittadini del mondo. Problemi di risorse e strutture.

Giunti nel giorno dell’Assunta, 1004 migranti hanno spinto la città di Napoli a porsi nuovamente il problema dell’accoglienza dei richiedenti asilo, dopo che anche Salerno ha visto sbarcare a inizio agosto altre centinaia di migranti. Sembra paradossale parlarne nei giorni che ricordano il 25° anniversario di Masslo che lavorò nell’African National Congress di Mandela e nel Black Consciuousness e che giunto a Villa Literno si batté per i diritti dei migranti. Difficile parlarne dopo la gestione fallimentare degli sbarchi da parte della prefettura dal 2011 in poi. Fatto sta che il prefetto Musolino ha indetto molto velocemente un tavolo interistituzionale cui ha preso parte anche il comune di Napoli che deve occuparsi innanzitutto dei 40 minorenni non accompagnati. E magari questa è la volta buona, ma non mancano le difficoltà.

Molti dei posti disponibili nelle strutture convenzionate in provincia di Napoli sono stati assegnati ai minori già arrivati a Salerno. Pertanto, nello sbarco del 15 agosto a Napoli i minori accolti e presi in carico dal Comune di Napoli in diverse strutture ubicate nelle province di Napoli e Caserta sono stati 24, provenienti dal Nord Africa e dal Bangladesh.
“Per i nuovi arrivi previsti nei prossimi giorni il comune – spiega Giuseppina Chiocchetti del Servizio politiche infanzia e adolescenza del comune di Napoli-  si è attivato nella ricerca di nuove disponibilità all’accoglienza, sia contattando le comunità già conosciute e che hanno esperienza nella gestione dei minori soli non accompagnati, sia aprendosi ad altre comunità, garantendo per queste ultime l’accompagnamento al fine di tutelare i minori – visto che quelle con cui si lavora normalmente sono ormai quasi tutte sature. Al momento una cinquantina hanno dato la disponibilità a collaborare”. L’accoglienza dei minori avvenuta nel 2011 è stata caratterizzata dalla collaborazione con 47 strutture diverse ubicate su tutto il territorio campano ad eccezione della provincia di Salerno; la maggior parte delle case di accoglienza erano sul territorio di Napoli e della Provincia di Napoli. I minori accolti sono stati circa 300, ma ad oggi solo 89 sono ancora in carico, gli altri sono scappati o non sono più in carico per maggiore età e per la conclusione del progetto educativo.
Le strutture si impegnano ad assicurare ai ragazzi vitto e alloggio, iscrizione a scuola, corsi di lingua e assistenza psicologica e legale, un percorso che richiede molto più dei 45 euro predisposti dalla Prefettura. “Le nostre strutture – continua Chiocchetti – non sarebbero disposte ad accogliere i minori se non a fronte di 80 euro poiché 45 non sono sufficienti a sostenere le spese, dunque per scongiurare situazioni di svantaggio, il comune investirà 35 euro in più a persona per arrivare agli 80”. Ma i 45 euro, si abbassano ulteriormente nelle strutture di accoglienza per maggiorenni.
“Noi abbiamo partecipato alla gara di luglio indetta dalla Prefettura per Napoli e Provincia – spiega Monica Summa, responsabile della Cooperativa Crescere Insieme che accoglie 24 migranti maggiorenni del Bangladesh, arrivati il 5 agosto a Salerno -. Ci siamo classificati ai primi posti, ma abbiamo dovuto conformarci all’offerta più bassa del primo classificato ovvero 30 euro al giorno. Non è un caso che si siano presentate alla gara solo una decina di realtà, alcune delle quali escluse per mancanza dei requisiti minimi. Devi accogliere almeno 20 ragazzi per sostenere le spese di vitto e alloggio dei ragazzi e lo stipendio degli operatori e soprattutto i costi iniziali per fittare e allestire la struttura. Una mia collega ha ospitato dei ragazzi siriani, ma la maggior parte sono fuggiti, così lei si è trovata a pagare una struttura di 2500 euro con solo 6 ragazzi ospitati. Dalla Prefettura comunque non ci danno grandi indicazioni, i referenti cambiano spesso, l’unica cosa a cui tengono molto è la firma dei fogli presenza ogni mattina. All’inizio ce la siamo vista brutta: non abbiamo potuto utilizzare la struttura che avevamo fittato nel comune di Striano poiché il sindaco e gli assessori del paese ci hanno detto che i ragazzi migranti non erano ben accetti, così abbiamo dovuto trovare in pochi giorni un posto in un altro comune e ci siamo trasferiti a Calvizzano. Sono solo due settimane che i ragazzi sono con noi, i primi giorni ci siamo occupati della parte burocratica, la seconda settimana abbiamo iniziato a fargli conoscere la città con passeggiate, siamo andati a mangiare insieme il gelato e il kebab. I ragazzi sono molto tranquilli, molti di loro sono fuggiti dal Bangladesh perché rifiutano di dedicarsi all’educazione prettamente militare imposta dallo Stato, mentre altri fuggono la povertà estrema. Abbiamo assistito anche ad un episodio emozionante: un ragazzo si è sposato telefonicamente con una ragazza che conosce solo in foto, così da poterla fare venire in Italia quando avrà il permesso di soggiorno”.
Non vuole ancora tirare le somme sull’organizzazione messa in campo dalla Prefettura Yasmine Accardo dell’associazione Garibaldi 101, protagonista della lotta per i diritti dei migranti a Napoli dal 2011: “Sono circa 700 i migranti presenti in Campania in seguito agli ultimi arrivi. La prima accoglienza funziona molto bene. A piazza Garibaldi ci sono migranti ogni giorno, c’è chi parte per Milano, chi invece è negli hotel di Avellino e viene a capire come è Napoli. A Napoli i ragazzi sono accolti nelle strutture Sprar gestite dalla Less. I posti disponibili ci sono, ma come al solito, mi sembra che non ci sia nessuna mediazione, nessun’insegnamento, nessun legale. Nel salernitano in alcune il servizio è veramente buono, già ci sono state due rivolte in contrada Serracapilli ad Eboli, dove a febbraio scorso ci fu un’altra rivolta. Ho segnalato in prefettura a Salerno queste mancanze e ci hanno detto che verrà organizzato tutto in 2 settimane. Staremo a vedere”.
Fonte: www.redattoresociale.it
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