I tre ragazzi afghani sotto protezione umanitaria

I tre ragazzi giunti a Brescia dall’Afghanistan dopo un lunghissimo viaggio, buona parte del quale aggrappati al cassone di un Tir, per ora rimangono ospiti all’asilo notturno Pampuri.

Attendono, nella struttura accogliente dei Fatebenefratelli, che la «macchina» dei controlli verifichi se sono effettivamente minori, come dichiarano, e per questo «inespellibili». Del resto, i tre giovani giungono da un Paese in guerra e, per questo stesso fatto, scatta per loro la protezione umanitaria.
Le norme in materia di minori non accompagnati arrivati nel nostro Paese sono chiare: anche se entrati irregolarmente in Italia, sono titolari di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con legge n. 176/91.
La Convenzione stabilisce che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve essere tenuto in conto come considerazione preminente il superiore interesse del minore (principio del «superiore interesse del minore») e che i principi da essa sanciti devono essere applicati a tutti i minori senza discriminazioni (principio di «non discriminazione»).

La Convenzione riconosce poi a tutti i minori un’ampia serie di diritti, tra cui quelli alla protezione, alla salute, all’istruzione, all’unità familiare, alla tutela dallo sfruttamento e alla partecipazione.
Ma ci sono i minori stranieri non accompagnati, quelli che ogni giorno, a centinaia, giungono in modo irregolare nel nostro Paese via mare e, soprattutto, via terra? Sono quelle persone che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.
Ai ragazzi si applicano, tra le altre, alcune norme, come il collocamento in luogo. La competenza in materia di assistenza dei minori stranieri è attribuita, come per i minori italiani, all’Ente Locale (in genere il Comune).
Inoltre, si procede all’affidamento del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo a una famiglia o a una comunità. Ii minori sono soggetti all’obbligo formativo fino ai 18 anni che può essere assolto nel sistema scolastico, nella formazione professionale o nell’apprendistato. Giornaledibrescia
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