Minori stranieri, "rivedere l'accoglienza: 45 euro al giorno non bastano"

Le comunità del Cnca scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna). Tanti i nodi da sciogliere: dalle strutture per soli minorenni stranieri “da disincentivare”, alle disomogeneità tra regioni. "Situazione trattata ancora come evento emergenziale"


Le comunità di accoglienza del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sul tema dei minori stranieri non accompagnati (Msna): via libera alla disponibilità riguardo l’allargamento del numero di posti “fino a +25 per cento della capienza autorizzata in base agli standard regionali”, ma al governo e ai comuni esprimono il proprio dissenso sull’ammontare delle rette recentemente rivisto, sulle comunità per soli minori stranieri e sull’attuale gestione della prima accoglienza legata ancora a “logiche emergenziali”.
Tanti i nodi da sciogliere. A partire dalle strutture di accoglienza per soli minorenni stranieri. Una modalità di accoglienza che può essere discriminatoria, spiegano le comunità, e sono da “disincentivare attraverso la costruzione solida, permanente e strutturata di una rete di accoglienza capace di coinvolgere l’intero territorio nazionale”. Ad eccezione, spiega la lettera, per le risposte di pronta accoglienza, dove però il Cnca chiede “un numero di posti contenuti e non superiore a 20 minorenni con strutture gestite da soggetti competenti nell’accoglienza al fine di evitare strumentali improvvisazioni e garantire accoglienza dignitosa e capace di assolvere alle funzioni di pronta accoglienza in tempi brevi (30 giorni) e preparare percorsi successivi”. Secondo il Cnca, infatti, “la condizione dei Msna è ancora trattata come evento emergenziale, senza un sistema strutturato di accoglienza e di protezione in grado di garantire condizioni certe, verificate e controllate di accoglienza”.
Tra le questioni sollevate dal Cnca anche quella della retta riconosciuta di 45 euro al giorno. “È evidente che tale retta giornaliera non garantisce affatto il rispetto di alcun criterio e standard di qualità - spiega la lettera del Cnca -. Tale importo retta (senza alcuna previsione di copertura integrativa da parte dell’Ente locale) apre la strada all’organizzazione di forme di accoglienza discutibili, di bassa qualità, rivolte solo a minorenni stranieri e quindi discriminatorie, con alti numeri e bassa qualificazione”. Ma sull’accoglienza non è solo questione di fondi. A mancare è anche un governo della rete di accoglienza. “La situazione attuale è ancora confusa, disomogenea tra regione e regione e tra comune e comune. Non sono chiare sui territori le regole tra soggetti già gestori di programmi Sprar e soggetti diversi. Tale confusione non facilita e rende complessa la definizione delle disponibilità all’accoglienza lasciando ancora troppi margini di discrezionalità e improvvisazione”. Fondamentale, aggiunge il testo, “che ogni regione istituisca il Tavolo di coordinamento regionale per l’accoglienza dei minorenni stranieri in generale e anche non accompagnati”.
Infine, la questione dei 17enni accolti, al contrario degli altri minorenni, in strutture di avvio all’autonomia. “Continuiamo a esprimere dissenso circa questa diversa e discriminatoria modalità di accoglienza riservata esclusivamente ai minorenni stranieri – spiega il testo -. La presunzione che i 17enni stranieri, e solo in quanto stranieri, debbano essere accolti in  strutture di avvio all’autonomia superando anche la norma italiana che prevede il diritto alla tutela per tutti i minorenni nella fascia di età 0/18,  pone a nostro avviso una questione sia politico-culturale che gestionale. Siamo convinti che molti 17enni siano in grado di sostenere processi di avvio all’autonomia senza necessariamente essere accolti in comunità residenziale: questo vale per i 17enni italiani e stranieri e in questa strada occorre andare allora, prevedendo tra le tipologie di Unità d’offerta anche gli alloggi di avvio all’autonomia per minorenni con criteri e standard gestionali compatibili e diversi da quelli attualmente previsti per i minorenni”.(ga)
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