69% in più di Minori Stranieri non Accompagnati nei primi 2 mesi del 2015

Minori Stranieri non Accompagnati chi sono?
Gli Msna come spesso vengono chiamati sono i tanti giovanissimi migranti soli che sbarcano sulle coste del bel paese, una piccola parte di quelli che sognano effettivamente di farlo, per dare inizio a una nuova vita. Molti di questi giovanissimi perdono la vita strada facendo. Nel corso del viaggio che li porta dai loro Paesi di origine alle nostre coste conoscono sentimenti di paura, disperazione e, la fame, il ghiaccio nelle ossa e il sole del deserto che brucia la pelle.

Dopo questo pensano di avere vissuto quanto di peggio si possa vedere e vivere. Ma, purtroppo nel mezzo di quello che per loro è un viaggio della speranza, sono costretti a ricredersi.

 I minori stranieri non accompagnati, quando riescono a toccare il suolo italiano,  mostrano il volto più fragile degli sbarchi.  I dati statistici sui MSNA ci dicono che sono aumentati del 69%: dei 7.883 migranti che hanno attraversato il Mediterraneo nei primi 2 mesi del 2015, 1 su 10 ha meno di 18 anni. Di questi, 240 sono arrivati insieme ad almeno un parente, ma la stragrande maggioranza, gli altri 521, hanno affrontato il viaggio completamente soli. Sono soprattutto maschi, provenienti da Gambia (135), Somalia (129), Eritrea (117) e altri Paesi dell’Africa sub-sahariana, ma anche da Siria e Palestina.

Il dato che più preoccupa è che i giovani migranti sono sempre più giovani, bambini, alcuni hanno solo 9 anni.


 Alcune testimonianze: “Sono venuto dal Kenya – racconta Ali, 16 anni, sbarcato a Lampedusa – e mi ci sono voluti 2 mesi per arrivare qui. Ho viaggiato dall’Uganda al Sudan e dal Sud Sudan alla Libia. Qui i trafficanti mi hanno imprigionato per un mese. Mi hanno picchiato con un bastone, hanno sparato in aria con una pistola per spaventarci. Mi hanno detto che se non avessi dato loro il denaro mi avrebbero sparato”. I soldi sono arrivati: 4mila euro inviatigli dalla nonna. Così è la barca è potuta partire. Anzi, ha potuto solo provarci: perché il mare era troppo mosso per permettere a quel gommone di prendere il largo. “Così siamo tornati indietro – continua Ali – e saliti su un’imbarcazione di legno. A bordo eravamo in 400!” Troppi per poter proseguire la navigazione. A quel punto, il dramma: i trafficanti hanno spinto 8 nigeriani in mare. Sono tutti annegati. Tra loro anche l’unico amico che era rimasto ad Ali.

La storia di questo giovane piccolo uomo è solo una delle tantissime storie dei Msna che cercano di fuggire dalla guerra e dalla miseria. “Ho deciso di lasciare il Kenya – spiega ancora il ragazzo – perché se non l’avessi fatto non avrei avuto un futuro. Non c’era scelta per me. Non hanno una vita lì, la gente sta morendo”. Ora non vede l’ora di andare via. “Vorrei andare in Svizzera e studiare, mi piacerebbe lavorare per l’Onu a Ginevra”.

Un sogno, forse irrealizzabile. Ma sognare è un diritto. Soprattutto per chi fino a oggi ha visto solo violenza, miseria, morte.

Io credo che i sogni, di questi giovani piccoli/e uomini e donne, senza una giusta accoglienza, sono destinati a svanire presto, al pari del loro diritto a una vita migliore. L’unica soluzione è garantire loro un’accoglienza a misura di minore, con una famiglia che si prenda cura di loro come dei veri figli.
Leonardo Cavaliere
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