Clan illegali dietro minori stranieri scomparsi

Il Procuratore Capo del Tribunale dei Minori di Palermo, Amalia Settineri, in un'intervista all'Adnkronos, denuncia che tra i migliaia di minori migranti
che sbarcano sulle coste siciliane, moltissimi fanno perdere le loro tracce e dietro la sparizione dei minori stranieri “c’è una organizzazione illegale”.

Sono il cosidetto esercito degli invisibili. Nel 2014, secondo i dati del Viminale, i minori stranieri non accompagnati scomparsi dai centri di accoglienza in Sicilia, sono stati 1.882 su 4.628 registrati. In Italia i numeri sono ancora più impressionanti. Sono i 3.707 minori stranieri scomparsi nel 2014 dai centri di accoglienza, su un totale di 14.243 sbarcati sulle nostre coste.

La dott.ssa Settineri esprime la sua preoccupazione per questo esercito di invisibili che si aggira per il paese e che "spesso raggiunge paesi stranieri".

"E' più facile che ci sia un'organizzazione illegale dietro la scomparsa dei minori - spiega il magistrato - L'ipotesi che possiamo fare è che ci sia qualcuno che mette in connessione i bisogni di ragazzi che arrivano in Sicilia perché intendono trovare una possibilità di futuro con coloro che possono offrire un lavoro, e spesso lo sfruttamento si nasconde dietro l'angolo".

"Non credo nella maniera più assoluta che tutto avvenga in modo spontaneo - dice ancora il Procuratore capo dei minori di Palermo - Io ritengo che parta dai luoghi di origine. L'organizzazione è a monte. Occorrerebbe intercettare i bisogni dove nascono, dove si manifestano".
E spiega: "Che i ragazzi si allontanino è certo, che ci siano dei soggetti di riferimento lo possiamo dedurre da episodi. Ci sono dei dati sintomatici, non siamo in grado di ricostruire le personalità di questi organizzatori. Ma sono ipotesi che nascono da dati abbastanza attendibili. Se una notevole massa di minori si allontana tenderei ad escludere che questo avvenga su base spontaneistica".

E alla domanda su quale potrebbero essere le origini delle organizzazioni illegali che si occupano di fare sparire i bambini, Amalia Settineri risponde: "Suppongo che debba essere un mix tra italiani e stranieri". Ecco perché "occorrerebbe un raccordo tra i rappresentanti del mondo giudiziario e del mondo amministrativo".

"Mi dicevano i responsabili di Save the Children che fin dal primo momento del loro arrivo fanno dei colloqui per comprendere il motivo del viaggio dei minori. Noi lo facciamo pure, ma solo in un secondo momento. Fanno queste indagini ma dicono che a volte è dalla primissima accoglienza che i minori scompaiono. Prima ancora della possibilità di avere un colloquio, il che significa che dietro il flusso migratorio c'è una organizzazione, perché altrimenti non si spiega. Se il minore non trova nel territorio di arrivo delle possibilità cerca di allontanarsi, è umano che accada", prosegue ancora Amalia Settineri.

E alla domanda se dietro le organizzazioni possa esserci la mafia, il Procuratore allarga le braccia: "No, non credo che dietro ci sia Cosa nostra. Questi ragazzi arrivano e spesso spariscono velocemente, certo non è escluso che ci sia qualche connessione ma non lo vedo come ambito di interesse".

Poi, parlando della situazione dei minori che arrivano con gli sbarchi in Sicilia, il magistrato spiega: "Molto più facilmente che in passato oggi possiamo ricostruire la storia del minore e della sua permanenza in Sicilia, nelle nostre comunità. Ma il sistema non consente di acquisire tutti i dati, non abbiamo un dato complessivo. Però le informazioni le possiamo avere dalle comunità, solo loro possono dirci quali sono i numeri dei bambini che si sono allontanati".

Per Settineri "il numero è molto rilevante, si tratta di minori che quando superano i 16 anni sono già in grado di organizzarsi perché hanno l'obiettivo di raggiungere un parente o un conoscente, molto spesso all'estero. I problemi sono molti perché c'è il regolamento di Dublino, sia il 2 che il 3 che individuano sempre il paese di primo ingresso come quello in cui si può formulare richiesta di asilo. Il minore può chiedere di formulare domanda di asilo in altro paese ma deve risultare che lì ci siano un parente, genitori o fratelli".

Per Amalia Settineri "occorrerebbe una organizzazione unitaria per i minori, nel 2011 qualcosa del genere è avvenuto con il piano di emergenza del Nord Africa. L'allora Prefetto Gabrielli gestì la cosa per mettere insieme le risorse di tutto il paese. Oggi occorrerebbe una cosa del genere, che sia dedicato alla gestione delle problematiche connesse alle migrazioni". E aggiunge: "L'organizzazione deve essere unitaria e organizzata. In questo momento c'è una gestione ad opera del Viminale che attraverso le prefetture gestisce gli sbarchi. Le questure si avvalgono del personale degli enti locali, servizi sociali che gestiscono con l'ufficio immigrazione, gli arrivi".

"Uno dei primi problemi, dal momento dell'arrivo di un minore è quello del raccordo, sapere costantemente che a quel minore è stato nominato un tutore, figura essenziale per gli accertamenti sanitari, per la domanda di asilo. E' vero che il responsabile della comunità svolge attività di tutore fino alla nomina del tutore ma è anche vero che è opportuno che sia un tutore vero - spiega ancora Settineri - Quando parliamo di minori italiani la nomina del tutore può trovare il tutore in un parente, un avvocato, ma se parliamo di numeri così elevati il tutore diventa un ente, che può essere un assessore, il responsabile servizi sociali, ciò che giuridicamente esiste ma non personalmente. Ad Agrigento si era pensato anche a un albo di tutori. Sarebbe opportuno eliminare la gratuità della tutela. Non per scopi di profitto ma perché le persone devono pur vivere. Un tutore che avesse il ristoro delle spese sarebbe diverso. Alla fine non diventa un soggetto che controlla".

"In Sicilia ci sono sia Centri di prima accoglienza che di permanenza definitiva, e vanno crescendo. Dal primo gennaio la Regione ha molte richieste di accreditamento al vaglio - dice ancora Settineri - La Regione ha emesso nuovi standard che sono di grande qualità ma che comportano molte spese. La somma prevista per ogni minore è di 45 euro al giorno, che possono non essere sufficienti al fabbisogno connesso a questi standard che prevedono figure professionali adeguate. Anche gli interpreti. E' un problema serio anche quello delle traduzioni". E alla domanda se è preoccupata per il fenomeno delle sparizioni dei più piccoli, il magistrato allarga le braccia e sussurra: "Sì che lo sono".

LEONARDO CAVALIERE
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