Intesa UE al ribasso sulla ripartizione dei migranti

Oggi a Bruxelles riunione straordinaria dei ministri della Giustizia e degli Affari interni,sulla ricollocazione di 40mila migranti. Stamani, alla ore 9:00, all'ingresso della riunione Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica Estera Ue, a proposito del Consiglio che si stava per riunire ha dichiarato: sull'immigrazione "mi aspetto che i ministri dell'Interno facciano scelte coerenti e conseguenti con quelle che tutti insieme abbiamo deciso e con quello che tutti quanti hanno chiesto all'Europa: e cioè di essere più unita".
I Ventotto raggiungono un'intesa che si ferma ben al di sotto dell'obiettivo.

La solidarietà Europea? Soltanto Parole.

Il Non Futuro dei Migranti in Europa è segnato.
Accordo raggiunto tra i 28, ma ben al di sotto dell'obiettivo: saranno infatti intorno ai 35mila i ricollocamenti dei migranti bisognosi di protezione internazionale e non i 40mila previsti dal piano della Commissione Ue Tra sei mesi si rifarà il punto della situazione  per cercare di raggiungere l’obiettivo, ostacolato da alcuni Paesi che hanno dato una disponibilità di accoglienza inferiore alle attese. Tra questi Spagna, Austria, Repubblica ceca, Slovacchia, Polonia, mentre solo l’Irlanda e la Germania hanno offerto cifre più elevate.



Il ministro Alfano: «È un primo passo», verso cosa mi verrebbe da chiedergli!!!
Il meccanismo di ricollocamento degli immigrati è troppo lento e rigido perché possa effettivamente tradursi in pratica. Innanzitutto c'è un vincolo che impone che possano essere"ridistribuiti" all'estero soltanto eritrei e siriani, dimenticandosi di tutti gli altri migranti.
Il sistema di smistamento dei migranti, poi, deve essere realizzato in due mesi al massimo:

- presentare la richiesta allo stato indicato dal migrante;
- trasmettere la documentazione con l'identificazione e il fotosegnalamento;
- ottenere il via libera.

Questo è l'iter da seguire in maniera obbligata perché lo stato estero accetti di ospitare lo straniero. Un aggravio di lavoro che le strutture italiane difficilmente riusciranno a gestire.

Ciliegina sulla non accoglienza è l'arrivo degli hotspot. All’Italia è stato chiesto di istituire centri per l’identificazione dei rifugiati e di prendere le impronte digitali. Un ulteriore passo indietro verso l'accoglienza dei migranti.
Già nei giorni scorsi si era capito che questo era l'intento, infatti, Bruxelles aveva già inviato 44 funzionari che opereranno nei centri di Pozzallo, Augusta, Trapani, Lampedusa e Taranto, dove vengono portati tutti coloro che sbarcano sulle coste di Sicilia, Calabria e Puglia prima di decidere in quali centri accoglienza e di quali regioni debbano essere mandati, e in attesa anche che si accerti il loro diritto ad avere lo status di rifugiati. Questi emissari europei, nel dettaglio, sorveglieranno le operazioni di identificazione e fotosegnalamento dei migranti che arrivano in Italia, ed eviteranno ab origine che stranieri non rifugiati finiscano negli stati europei.

Insomma, in buona sostanza l'Europa "commissaria" l'Italia sul tema dei migranti, mandando una sorta di "troika" che vigilerà sui profughi, il cui unico effetto sarà quello di dilungare i tempi di permanenza degli immigrati (con buona pace della teorica ridistribuzione, sempre più ipotetica e dilatata).

La mancata cooperazione dell'Europa in questa seconda fase di ridistribuzione costringe il governo italiano a istituire altre strutture adibite a centri accoglienza, a breve e a lungo termine: soprattutto in caserme e strutture militari a Messina (Sicilia), Civitavecchia (Lazio), Montichiari (Lombardia), Asti (Piemonte) e Treviso (Veneto). In definitiva, non si è affrontato come già temevamo, in maniera seria la questione migranti.

LEONARDO CAVALIERE
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