Perche’ della necessità di accudimento dei MSNA

immagine rimediata con la tecnica del carboncino a cura di Damiano Daolio
Balza agli occhi in questi giorni di forte apprensione circa la situazione politica estera, la massiccia presenza di “stranieri”. Tra questi, come continuano ad affermare le fonti ufficiali nazionali ed europee, molti minori stranieri non accompagnati. Minori, per lo più ragazzini diremmo, senza genitori o figure parentali o adulte che possano “accompagnarli”. Una figura adulta di riferimento che possa essere guida, mentore e, stante la situazione precaria, soccorritore. Purtroppo questi minori sono alla mercè anche di squallidi traffici, di cui si ha certezza nei numeri dalle stesse agenzie citate.
Chi rimane, fa “numero”. Si contano.
Ma cosa ne è di loro? Una felice collocazione in una qualche struttura educativa, alcune autorevoli e ben organizzate, alcune inserite in reti commerciali fatte di numeri e tornaconti, con bassi investimenti in termini di organizzazione tese al massimo profitto.
Lo sappiamo  perché lo conosciamo dai media, che ci mostrano ragazzini in fila in cortili cintati da fili spinati… ma la memoria si sta spegnendo obnubilata dalla paura che, i media, non mancano di servirci.
Senza speranza. Senza speme questi ragazzini sono gettati nel limbo dantesco, privati di uno sguardo si posi sul loro presente non c’è possibilità per  costruire un loro futuro.
Questi ragazzi debbono avere un accudimento specifico, con percorsi educativi che racchiudano una progettualità riparativa dei traumi subiti a causa del viaggio migratorio e a sostegno della fatica all’adattamento al nuovo contesto “sociale”.
Perché farlo? Per avere un facile consenso popolare, con la logica spiccia della paura, direi per prevenire “esiti psichiatrici in età adulta”. Cioè? Per ricordare le immagini che ci sono state proposte dall’ “attacco di uno straniero” su un treno in Germania, direi: per evitare questo.
Sono noti gli esiti di anni di studi da parte di unità ospedaliere  circa gli esiti psichiatrici in età adulta, a seguito di traumi infantili.
Occorre fare ricorso non solo a psichiatri e pastiglie (necessarie all’occorrenza), ma tutte quelle prassi sapienti che gli educatori esperti, pedagogisti, antropologi e sociologi hanno negli anni verificato essere utili alla riparazione dei traumi.
Le parole curano e quanto ci sono le parole, ci sono relazioni. La chiusura, il confinare il problema entro recinti più o meno con filo spinato non ripara da eventi futuri che la letteratura medica psichiatrica ha già previsto.
Prendersi cura di minori stranieri non accompagnati allora serve a tutti noi per avere in un futuro una società meno pericolosa.

Dott.ssa Elena Crestani – collaboratrice dell’Università di Ferrara circa lo studio della tematica dei Minori Stranieri Non Accompagnati




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I Minori Stranieri non Accompagnati

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