La crisi dei Rifugiati e (è) l'egoismo delle nazioni ricche

Amnesty International nell'ultimo rapporto sulla crisi globale dei rifugiati accusa i Paesi del c.d. primo mondo di una completa assenza di leadership e responsabilità.
Questo rapporto documenta la situazione precaria affrontata da molti dei 21 milioni di rifugiati nel mondo, la stragrande maggioranza dei quali sono ospitati in paesi a basso e/o medio reddito, mentre le nazioni più ricche del mondo ospitano il minor numero di rifugiati e "non hanno minimamente accolto un piano per proteggere i 21 milioni di rifugiati".
Se tutti - o quasi - i paesi si impegnassero a proteggere i rifugiati, suddividendo equamente le responsabilità nessun paese sarebbe stato sopraffatto e la vita dei profughi sarebbe significativamente migliorata. Amnesty International cita il Canada, esempio di come, con leadership e visione, gli Stati possano favorire il reinsediamento di ampi numeri di rifugiati in un tempo adeguato. Dal novembre 2015 il Canada ha reinsediato quasi 30.000 rifugiati siriani. Un po` più della metà su iniziativa del governo, gli altri 11.000 attraverso sponsorizzazioni private. Alla fine di agosto 2016, erano in corso d`esame altre 18.000 richieste di rifugiati siriani, ospitati principalmente in Giordania, Libano e Turchia. Alla luce di ciò chiede a tutti i paesi di elaborare programmi di reinsediamento dei rifugiati dalle zone di crisi e aumentare percorsi sicuri e legali.  "Quando le leadership vengono meno, le persone di buona volontà devono aumentare la pressione sui governi perché questi mostrino umanità verso persone la cui unica differenza è di essere state costrette a fuggire dalle loro case",  conclude Shetty.


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