Unicef-Cnr: "Aumentano i minori migranti non accompagnati, 6500 scompaiono"

Non a caso il titolo del rapporto presentato oggi da Unicef Italia e dall'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali è "Sperduti". Nel 2016 sono infatti svaniti dopo lo sbarco sulle coste italiane oltre 6500 minori, migrati soprattutto da Egitto (79 per cento) Eritrea, Somalia, Afghanistan, Nigeria e Gambia. Il loro numero è in costante e notevole aumento, si è passati dai 1.754 del 2012 ai 6.508 di fine novembre 2016. In termini percentuali, gli irreperibili hanno raggiunto la massima incidenza nel 2015 - erano il 34 per cento del totale dei minori non accompagnati - e nel 2016 si sono attestati al 27,4 per cento.

Il rapporto "Sperduti" di Unicef e Cnr-Irpps è stato presentato questa mattina nell'aula dei gruppi parlamentari della Camera nell'ambito del convegno "Per ogni bambino sperduto" organizzato in collaborazione con la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. A corredare i dati, le storie dei minori migranti, per fare sì che non restino soltanto numeri e il loro vissuto faccia capire i motivi di una scelta così drammatica, da parte delle famiglie, come quella di affidarli ai trafficanti e a un viaggio che spesso si conclude in tragedia.

Le cifre, tuttavia, sono di per sé impressionanti: in tutto il mondo un minorenne su 70 vive al di fuori del Paese di nascita; circa un quarto di tutti i migranti del mondo è nato in Asia e vive in un Paese diverso all'interno del continente. Sono Asia e Africa a detenere il primato terribile di ospitare 3 bambini migranti su 5; la metà, i minori migranti di tutto il mondo, vive in soli 15 Paesi, su tutti gli Usa con 3,7 milioni di bambini ospitati. L'Italia è al 20esimo posto con 400mila minorenni.

Quanto all'Italia, emerge chiaro dalle storie dei minori migranti che il nostro Paese non è la loro metà definitiva, ma soltanto una tappa per proseguire verso altri Paesi europei dove si trovano spesso parenti o comunità di riferimento, oltre che, almeno nell'immaginario, opportunità maggiori di lavoro. Secondo i dati Unhcr, sono 181.436 le persone sbarcate in Italia nel 2016, e tra queste i minorenni sono 28.223. E ancora, tra i minori il 92 per cento (25.846) non sono accompagnati. A ottobre 2016 i minorenni non accompagnati che hanno presentato domanda d'asilo in Italia sono 4.168, il 48,3 per cento sul totale degli under 18 (accompagnati e non). A novembre 2016 i non accompagnati e non richiedenti asilo presenti nelle strutture di accoglienza sono 17.245; 6.508, come detto in precedenza, gli irreperibili.

Nelle strutture ci sono soprattutto maschi (93 per cento), anche se le femmine sono in aumento: dal 5-6 per cento degli anni passati ora si raggiunge il 6,9 per cento. L'82 per cento ha 16 o 17 anni e proviene per lo più da Egitto (2.801), Gambia (2.252), Albania (1.573), Nigeria (1.456), Eritrea (1.314). Tra il 2011 e il 2015, sono aumentati i ragazzi in carico agli Uffici del servizio sociale per i minorenni, che si occupano di loro quando entrano nel circuito penale, sebbene i ragazzini che commettono reati sono soltanto incidano per l'1,6-1,7 per cento sul totale dei minorenni e per il 6-8 per cento sulla sola componente straniera. È chiaro quali sono i rischi per questi minorenni abbandonati a se stessi: i reati che li vedono protagonisti sono quelli legati allo spaccio di stupefacenti, seguiti da quelli contro il patrimonio.

Le storie raccontate dal rapporto Unicef descrivono le loro famiglie di provenienza come appartenenti al ceto medio, con i genitori che per sottrarsi al processo di impoverimento e di disgregazione familiare investono sull'emigrazione dei figli. Durante il passaggio di frontiera tra il Niger e la Libia, i minorenni intervistati hanno lavorato in agricoltura e nell'edilizia. Situazione diversa invece per chi arriva da Egitto o Albania, il cui percorso è più breve e lineare. Comune a tutti "è però la sindrome dello stress legato allo spostamento, all'aver lasciato il proprio contesto di vita, al sentirsi rinchiusi in un centro, a non potere tornare indietro prima di aver estinto il debito contratto dalla propria famiglia, alla tensione verso una riuscita economica che consenta a se stessi e al proprio nucleo di origine un miglioramento nelle condizioni di vita", secondo quanto sottolineato nel rapporto.

Le storie raccolte nel rapporto raccontano di aspirazioni e delusioni, della ricerca del lavoro ma anche della speranza di vivere in società libere, dei sogni comuni ai ragazzini di ogni Paese, come quello di giocare a calcio infranti sulla necessità di provvedere da sé ai bisogni primari. Per Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, il rapporto permette di "restituire volti e storie ai minorenni coinvolti nelle migrazioni, approfondendo le motivazioni che spingono a spostarsi, valutando se esiste un legame di causa-effetto tra il Paese di provenienza e la riuscita della migrazione, analizzando storie di 'successo' o 'insuccesso' degli esiti, approfondendo il caso dei minorenni irreperibili e i percorsi da essi intrapresi".

Durante la presentazione, Unicef Italia ha promosso la petizione "Per ogni bambino sperduto", rivolta all'Unione
europea, per chiedere la protezione dei diritti e l'accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti. La petizione può essere sottoscritta online sul sito dell'organizzazione.
Autore: CRISTINA NADOTTI
(Fonte Repubblica.it)



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