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Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19 - Copyright UNICEF

Quali conseguenze per l'interruzione dei percorsi scolastici, di formazione professionale e dei tirocini formativi determinata dall’emergenza COVID-19 potrà comportare rispetto alla conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni dei minori stranieri non accompagnati?
Quali conseguenze l'emergenza Coronavirus ha sul percorso d'inclusione dei minori non accompagnati?
Queste sono soltanto alcune delle domande rivolte all'ASGI da numerosi tutori ed operatori che seguono i minori.
Alla luce dell'emergenza sanitaria l'ASGI ha elaborato una scheda operativa che puoi scaricare a questo link.
L'ASGI suggerisce per i minori non accompagnati che compiranno la maggiore età nei prossimi mesi di richiedere che venga disposto un provvedimento di prosieguo amministrativo, alla luce dell'emergenza.
Infatti, "il Tribunale per i minorenni può disporre il prosieguo amministrativo in tutti i casi in cui un minore straniero non accompagnato, al compimento della maggiore età, pur avendo intrapreso un percorso di inserimento sociale, necessita di un supporto prolungato volto al buon esito di tale percorso finalizzato all’autonomia."
La domanda, i Tribunali per i minorenni sono operativi? Si, infatti, le competenza del Tribunale per i minorenni relative ai minori stranieri non accompagnati non rientrano tra le attività giudiziarie sospese nel periodo dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020.
Alla luce di quanto sopra è possibile presentare la richiesta di prosieguo amministrativo anche nel corso dell’attuale emergenza.
La scheda – Emergenza Covid-19 e percorsi dei minori non accompagnati dopo i 18 anni

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Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19

Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19 - Copyright UNICEF Quali conseguenze per l'interruzione dei percorsi...
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche alla disciplina della protezione internazionale e alle disposizioni in materia di minori stranieri non accompagnati (decreto legislativo 142/2015 e legge 47/2017). 
Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri, ora alla firma del Presidente della Repubblica

Il decreto attribuisce ai Tribunali per i minorenni la competenza a nominare il tutore del minore straniero non acompagnato, precedentemente era il giudice tutelare.

Attribuire il potere di nomina del tutore al Tribunale per i minorenni, a mio parere, è una scelta giusta e coerente. Ricordiamo che presso i Tribunali per il minorenni sono istituiti gli elenchi dei tutori.
Anche in ottica di economia processuale.
Questo passaggio di competenza dovrebbe accelerare la nomina dei tutori e garantire una maggiore e più rapida tutela del minore.

Minori stranieri non accompagnati: Al Tribunale per i minorenni la competenza sulla nomina del tutore, adesso c'è il decreto legislativo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche alla disciplina della protezione internazionale e a...
La legge 47 del 2017 introduce per la prima volta in Italia e in Europa la nuova figura del Tutore volontario "individuale"per la tutela dei minori stranieri non accompagnati. Dal 26 maggio 2017, a circa due mesi dall'approvazione della legge e a 20gg. dall'entrata in vigore, sono pronte le Linee Guida per le candidature e la formazione dei tutori volontari.
I tutori volontari, uno per ciascun minore, salvo il caso di fratelli, sono privati cittadini, adeguatamente selezionati e formati, guidati dalla volontà di vivere una nuova forma di genitorialità sociale e di cittadinanza attiva.
“Una figura importantissima - ha spiegato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano - che si pone l’obiettivo di incarnare una nuova idea di tutela legale: non solo rappresentanza giuridica ma figura attenta alla relazione con i bambini e i ragazzi che vivono nel nostro paese senza adulti di riferimento, capace di farsi carico dei loro problemi ma anche di farsi interprete dei loro bisogni e garante dei loro diritti. Un nuovo ruolo per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e per i garanti regionali e delle province autonome, che avranno cura di selezionare e formare i tutori inseriti in elenchi istituiti presso il Tribunale per i minorenni”

Le linee guida sono il frutto di un'attività che ha coinvolto più soggetti, hanno l’obiettivo di indirizzo a livello nazionale, fermo restando che potranno essere opportunamente implementate alla luce delle esigenze e delle caratteristiche delle singole realtà territoriali.

L'obiettivo è di assicurare una tendenziale uniformità per garantire un efficace ed effettivo esercizio della funzione di tutore sul territorio nazionale, anche in vista dei risvolti che la materia della tutela volontaria sta assumendo a livello internazionale.

La funzione del tutore è gratuita e volontaria e la selezione - che avverrà attraverso la predisposizione di un bando pubblico e aperto - si articolerà in tre fasi:

a. preselezione: i candidati saranno selezionati – con procedura di evidenza pubblica - sulla base dei titoli presentati nella domanda;

b. formazione: i candidati che soddisfino i requisiti previsti dal bando saranno ammessi alla procedura di formazione;

c. iscrizione nell’elenco dei tutori volontari: i candidati che abbiano portato a termine l’intera procedura di formazione, dopo avere prestato il proprio consenso, saranno iscritti nell’elenco dei tutori volontari istituito presso il Tribunale per i minorenni.

LINEE GUIDA

PROTOCOLLO DI INTESA

MODULI FORMATIVI


Leonardo Cavaliere

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Tutori volontari per minori non accompagnati: ecco le linee giuda

La legge 47 del 2017 introduce per la prima volta in Italia e in Europa la nuova figura del Tutore volontario   "individuale" p...
Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Comune. L’iniziativa ha come obiettivi quelli di assicurare ai minori stranieri non accompagnati di poter vivere in un ambiente familiare favorendo l'integrazione, in alcuni casi, scolastica ma soprattutto culturale.

Permettere ai minori stranieri - sottolinea in una nota Enrica Zaccaria, giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Taranto - di conoscere le nostre tradizioni ma dare la possibilità ai nostri ragazzi di conoscere la loro». Attualmente il territorio di Taranto accoglie circa 300 minori stranieri, con grave sofferenza delle Comunità di accoglienza che spesso sono dimensionate per accogliere un minor numero di ospiti. Il Lions club international-Distretto 108ab ha promosso per domani un meeting che vedrà come relatrice il giudice Bina Santella, presidente del Tribunale per i minorenni, sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati.

«Le difficoltà dell’affido - conclude Zaccaria - sono molteplici perché è indispensabile che ci sia da parte delle famiglie disponibilità di tempo da dedicare ai minori accolti in famiglia ma pensiamo anche alle barriere linguistiche, alle abitudini alimentari e alla religione. Tuttavia vale la pena di provare a dare a questi ragazzi la possibilità di un futuro». (fonte: lagazzettadelmezzogiorno)


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Bimbi immigrati soli progetto «affido» a Taranto

Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Co...
Mbaye (nome di fantasia) ha 16 anni quando arriva in Italia dal Senegal. La sua è una storia come quella di tanti come lui, minori stranieri non accompagnati, in cammino da mesi con mezzi di fortuna attraverso il suo continente, passando dalla Libia. Dove, anche se questo non è mai riuscito a raccontarlo, con tutta probabilità ha vissuto esperienze che lo hanno segnato ancor più del distacco, della fatica e della paura del viaggio.

Dalla Sicilia viene mandato qui, in Puglia, in un piccolo centro a metà strada tra Bari e Foggia, in una comunità educativa dove, come succede nella nostra regione, per una scelta fondata sul principio di non discriminazione, sono accolti ragazzi fuori famiglia, italiani e non. Presto Mbaye, sempre silenzioso e cupo, manifesta il suo malessere con grande aggressività, verso gli altri compagni, verso se stesso, verso le cose. La situazione è tanto grave e tanto poco gestibile dagli operatori da spingerli a segnalare il disagio del ragazzo ai servizi territoriali e al tribunale per i minorenni, che aveva provveduto all’affidamento. Mbaye viene trasferito in un’altra comunità, questa volta nel capoluogo, e sempre sotto attento monitoraggio da parte del Tribunale e dei Servizi. Ma il cambiamento di contesto non è sufficiente a contenere i suoi comportamenti spesso violenti, e ancora una volta i giudici, togato e onorario si attivano prontamente, soprattutto perché è ormai evidente che il ragazzo manifesta un disagio psichico molto serio e la collocazione in una comunità educativa non consente una presa in carico adeguata. Parte, anche con il coinvolgimento tramite il mio Ufficio degli altri garanti regionali, una vera e propria ricognizione su tutto il territorio nazionale per individuare una di tipo sanitario-assistenziale in grado di accogliere minorenni stranieri, anche in accordo con il primo Comune titolare dell’accoglienza, e disponibile a sostenere l’onere dell’ulteriore collocamento anche fuori regione. Mbaye viene trasferito in un luogo più adatto a lui, dove si potranno riparare con strumenti si spera più efficaci i tanti traumi che ha portato con sé.

Non possiamo saperlo, e tante sono le domande che storie come questa spalancano. Una su tutte però: cosa sarebbe stato di Mbaye e della sua sofferenza se a occuparsi della sua protezione non ci fosse stata la rete solida e continua tra i magistrati del Tribunale per i minorenni, gli assistenti sociali del Comune, gli operatori delle comunità, il tutore?

Quale giudice di un tribunale civile avrebbe potuto contare sulle tante esperienze pregresse, sull’affiancamento di un giudice onorario (nel caso di Mbaye uno psicoterapeuta specialista in traumi da maltrattamento e violenza), sul dialogo costante con tutti gli altri interlocutori, assistenti sociali in primis, per valutare il percorso del ragazzo e assumere le decisioni più appropriate? Quale giudice di un tribunale civile avrebbe avuto non dico la sensibilità ma semplicemente il tempo di attivare la ricerca in tutta Italia di una struttura adatta ai suoi bisogni?

E quale giudice si farebbe parte attiva insieme alla Caritas della sua diocesi e alle associazioni di volontariato per promuovere esperienze di affido di minori stranieri soli, come sta facendo da due anni la Presidente del Tribunale per i Minorenni di Taranto, tanto consapevole della delicatezza della loro condizione da aver scelto di curare personalmente su questo tema la formazione dei nuovi tutori organizzata dall’Ufficio Garante?

Temo pochissimi, forse nessuno.



Un altro nodo cruciale poi è quello della nomina dei tutori, visto che le tutele sono in generale disposte dal Giudice tutelare, con tempi anche di qualche mese, mentre verifichiamo invece la maggiore tempestività delle nomine da parte del Tribunale per i Minorenni di Bari. Sotto questo profilo nemmeno la cd. Legge Zampa sembra superare il doppio canale della nomina, dal momento che individua il Tribunale per i Minorenni come destinatario degli elenchi di tutori formati dai garanti, mentre un’ordinanza (Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 12 gennaio 2017, n. 685) della Corte di cassazione del gennaio di quest’anno ribadisce la competenza del giudice tutelare.

Ho scelto di condividere elementi di realtà per toccare un punto nevralgico: il ruolo che un tribunale specializzato e con competenze esclusive può svolgere nel garantire il pieno accesso ai diritti dei minorenni stranieri soli, ruolo peraltro richiamato anche dall’ANM, solo per citare uno degli ultimi autorevoli interventi in proposito, nel documento in cui esprime viva “contrarietà all’ipotesi di soppressione degli uffici minorili, che, secondo il disegno di legge n. 2284, verrebbero accorpati agli uffici ordinari”.

La direzione, lo diciamo forte e chiaro, dovrebbe essere opposta e andare verso l’attribuzione dell’intera materia che riguarda la protezione dei minori stranieri non accompagnati ai Tribunali per i minorenni, partendo proprio col superare ambiguità nelle competenze, in particolare rispetto all’apertura delle tutele, e, soprattutto, affidando alla specializzazione e esclusività dei giudici quell’universo di fragilità, e di risorse, che preferiamo appiattire dietro l’etichetta MSNA.


Rosy Paparella
Garante per i diritti dei Minori
Regione Puglia


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Quale giudice per la protezione dei minori stranieri soli?

Mbaye (nome di fantasia) ha 16 anni quando arriva in Italia dal Senegal. La sua è una storia come quella di tanti come lui, minori stranie...
E' stato approvato un Protocollo di intesa tra la Regione Lazio e il Tribunale per i Minorenni di Roma con lo scopo di formulare risposte innovative nel campo della tutela dei minori.  Il Protocollo per la tutela dei minori prevede l'attivazione di piattaforme informatiche comuni per la realizzazione di una Banca dati regionale in tema di adozioni. Ulteriore scopo è quello di incentivare la formazione del personale dei Gruppi integrati di lavoro che sul territorio accompagnano passo dopo passo le coppie nel percorso di adozione. Le adozioni, però, non saranno l'unico oggetto della collaborazione tra Regione e Tribunale. Infatti, l'obiettivo è quello di riuscire a intercettare, attraverso delle azioni innovative e strutturali, le diverse situazioni di disagio con cui un minore può essere chiamato a confrontarsi come ad esempio i minori stranieri non accompagnati, in favore dei quali il protocollo permetterà di predisporre interventi ad hoc per l'accoglienza, l'assistenza sanitaria, l'alfabetizzazione e l'accompagnamento al lavoro. 
Oltre alla tutela dell'infanzia, la Regione Lazio ed il  Tribunale per i Minorenni di Roma si impegnano anche a realizzare percorsi di reinserimento sociale per i minori che hanno commesso reati, grazie alla realizzazione di "un centro per la mediazione penale minorile che coinvolga il ragazzo o la ragazza in attività rieducative socialmente utili".

Approvato tra la Regione Lazio ed il Tribunale dei Minorenni di Roma un Protocollo di intesa con lo scopo di formulare risposte innovative nel campo della tutela dei minori.

E' stato approvato un Protocollo di intesa tra la Regione Lazio e il Tribunale per i Minorenni di Roma con lo scopo di formulare rispost...
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