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Per due giorni, il 17 e 18 febbraio, associazioni ed avvocati si sono mobilitati alla frontiera franco-italiana per permettere alle persone che si presentano alla frontiera francese di esercitare i loro diritti, nel rispetto della legislazione nazionale, europea ed internazionale.
I rappresentanti di associazioni francesi ed italiane, insieme ad avvocati dei due paesi (Nizza, Lione, Parigi, Tolosa, Milano, Genova e Torino) hanno monitorato la situazione alla frontiera e portato assistenza a persone illegalmente respinte dalle autorità francesi permettendo loro di far valere i proprio diritti dinnanzi al tribunale di Nizza. Quest’ultimo è stato adito in merito ai casi di respingimento di 20 minori non accompagnati.
Questa missione si è resa necessaria perché le autorità francesi continuano a negare i diritti delle persone che attraversano la frontiera per raggiungere la Francia, malgrado le numerose condanne di queste pratiche da parte dei tribunali locali.
Il ripristino dei controlli alle frontiere interne deciso dal governo francese alla fine del 2015, e regolarmente rinnovato fino ad oggi, non può giustificare la violazione di principi fondamentali quali la protezione dei minori, il divieto di detenzione arbitraria o ancora il diritto d’asilo.
Eppure ogni giorno le autorità francesi respingono verso l’Italia minori stranieri non accompagnati, in violazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Viste le modalità dei rinvii, a molti viene di fatto impedito di chiedere asilo in Francia.
In parallelo, i rappresentanti delle associazioni hanno effettuato durante tutto il weekend un lavoro di osservazione alla stazione di Mentone Garavan e davanti alla stazione della polizia di frontiera di Mentone Pont Saint-Louis, constatando che quest’ultima viene utilizzata come luogo di detenzione, 36 persone in questo locale durante la notte da sabato a domenica, per periodi fino a 12 ore. Questi trattenimenti superano la durata massima prevista dalla legge e si verificano in condizioni indegne, senza che le persone private della libertà abbiano accesso ad un avvocato, ad un interprete, ad un medico o a un telefono, in violazione della legge e della sentenza del Consiglio di Stato del 5 luglio 2017.
Le organizzazioni firmatarie continuano a interpellare il Governo francese affinché interrompa le pratiche illegali di non accoglienza dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati che si verificano alla frontiera con l’Italia. Il Governo deve rispettare la legislazione francese ed europea ed il diritto internazionale e la situazione delle persone che attraversano o si presentano alla frontiera deve essere esaminata nel pieno rispetto dei diritti. 

Comunicato (Amnesty International France; L’ADDE ;L’Anafé; La Cimade; Médecins du Monde; Médecins Sans Frontières; Secours Catholique Caritas France; ASGI)

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Diritto d'asilo e protezione dei minori stranieri, le associazioni e avvocati si mobilitano lungo la frontiera Italo - Francese

Per due giorni, il 17 e 18 febbraio, associazioni ed avvocati si sono mobilitati alla frontiera franco-italiana per permettere alle person...
Secondo un nuovo studio commissionato dall'UNICEF e realizzato da REACH*, i minorenni migranti che giungono in Europa provenienti dall'Africa prendono la decisione di lasciare casa di propria iniziativa, e non necessariamente con l'intenzione di raggiungere l'Europa.

Per la maggior parte di essi, sono i traumi e gli abusi sistematici a cui hanno assistito o che hanno subito durante la permanenza in Libia a portarli alla fuga verso l'Europa e a spingerli a intraprendere la rischiosa traversata del Mediterraneo Centrale.

Il 75% dei minorenni rifugiati e migranti intervistati in Italia dall'indagine prendono la decisione di mettersi in viaggio da soli.

Dei 12.239 minorenni arrivati in Italia nei primi sei mesi di quest'anno, addirittura il 93% ha viaggiato da solo.

Per questi ragazzi, il viaggio può richiedere due anni o più.

Una delle motivazioni principali fornite riguardo alla fuga dal paese di origine è la violenza domestica, ma anche le privazioni e i conflitti.

Il matrimonio infantile è stato indicato come la motivazione principale da un quinto delle minorenni intervistate.


Il viaggio dei minorenni verso l'Europa è stato spesso frammentato e la loro destinazione mutata lungo la strada.

«Ciò che colpisce maggiormente di questo studio è che esso mostra per la prima volta che le ragioni che spingono i minorenni a lasciare le loro case sono più complesse rispetto a quelle identificate in precedenza, e che i fattori di attrazione che li portano verso l'Europa sono minori di quanto previsto» commenta Afshan Khan, Direttore UNICEF per l'Europa e l'Asia centrale.

L'inferno della Libia, la fuga verso l'Europa
Lo scopo dello studio, frutto della partnership fra UNICEF e REACH, è di fornire ai responsabili politici, alle organizzazioni partner e ai governi informazioni su cosa porti i minorenni a scappare dai loro paesi e dalle loro case.

Le interviste sono state condotte nelle due principali porte d'Europa – Italia e Grecia – su un campione di 850 minorenni fra i 15 e i 17 anni.

Tutti i bambini rifugiati e migranti in Italia hanno dichiarato che il tempo trascorso in Libia è stata la parte più traumatica del loro viaggio via terra.

Circa metà di loro (47%) ha dichiarato di essere stata sequestrata a scopo di estorsione in Libia, e un minorenne su 4 (23%) ha dichiarato di essere stato arrestato arbitrariamente e trattenuto in prigione senza accuse.

La maggioranza di essi proviene da diversi paesi dell'Africa subsahariana, ma alcuni anche da regioni ben più lontane, come il Bangladesh.

«Per coloro il cui scopo era esplicitamente quello di arrivare nel continente, l'attrattiva dell'Europa era la possibilità di migliorare la propria istruzione, vedere rispettati i propri diritti e avere successo nella vita»prosegue Afshan Khan. «Tuttavia, una volta raggiunta l'Europa, la realtà è tristemente diversa e le loro aspettative sono frustrate».

L'indagine condotta in Grecia ha dimostrato che per un terzo dei genitori o tutori di minori migranti e rifugiati cercare un'istruzione migliore per i loro bambini è stata la motivazione principale per cui hanno lasciato i loro paesi per recarsi in Europa.

Tuttavia, l'indagine rivela anche che sia in Italia che in Grecia le procedure troppo lunghe e confuse spingono molti ragazzi ad abbandonare i sistemi di accoglienza, perdendo così la possibilità di frequentare una scuola ed esponendoli ad alti rischi di abuso e sfruttamento.

Grecia e Italia, due modelli migratori radicalmente diversi
Come sottolineato dallo studio, il profilo dei bambini arrivati in Italia e in Grecia varia significativamente.

I minorenni in Italia hanno tendenzialmente deciso di migrare soli e di affrontare in questo modo il viaggio. La maggior parte sono maschi, non accompagnati, tra i 16 e i 17 anni.

I minorenni in Grecia hanno tendenzialmente preso la decisione insieme alle famiglie e quindi di arrivare insieme (il 91% dei minorenni intervistati). Qui la distribuzione tra i generi è omogenea e i minorenni appartengono a tutti i gruppi di età.fonte UNICEF

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*REACH: è un’iniziativa congiunta di due ONG internazionali – ACTED e IMPACT Initiatives – e UNOSAT/UN Operational Satellite Applications Programme



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Unicef, in 6 mesi arrivati in Italia più di 12mila minori, il 93% ha viaggiato da solo

Secondo un nuovo studio commissionato dall'UNICEF e realizzato da REACH*, i minorenni migranti che giungono in Europa provenienti ...
Quest'oggi MSF ha diramato un comunicato in cui esprime profonda preoccupazione per la condizione dei circa cento migranti, tra cui minori non accompagnati,  che  da diverse settimane dormivano lungo il fiume Roya, a Ventimiglia, e che - in seguito ad una ordinanza del Comune - si sono dispersi lungo le montagne al confine tra Italia e Francia

“Stiamo cercando da ieri di metterci in contatto con alcuni dei nostri pazienti, ma finora senza successo. Siamo molto preoccupati, in particolare per i molti minori non accompagnati che da diverse settimane dormivano lungo il fiume in condizioni indegne.” spiega Federico Saracini, coordinatore di progetto per Medici Senza Frontiere a Ventimiglia. “E’ da più di un mese che chiediamo alle autorità locali una soluzione degna per chi resta escluso dalle strutture di accoglienza: è inaccettabile che qualche giorno fa un ragazzo di 16 anni abbia perso la vita mentre si trovava al fiume per lavare i propri effetti personali.”

MSF è presente a Ventimiglia da novembre 2016 con un’équipe di medici, psicologi e mediatori culturali, e svolge delle attività di prima assistenza medica e psicologica, con una particolare attenzione alla salute della donna. Dall’inizio del 2017 sono stati visitati 1449 pazienti lungoil fiume Roya, presso la parrocchia di Sant’Antonio alle Gianchette e all’interno del campo di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa.

La situazione di precarietà in cui i migranti sono costretti a vivere aggrava ulteriormente le loro vulnerabilità. Molti scappano da esperienze e situazioni orribili nei loro paesi di origine, per rimanere poi bloccati per settimane al confine senza riuscire a superarlo. Tra di loro ci sono molte donne incinte, famiglie e minori. Questi sono gli effetti delle politiche europee della deterrenza: le persone sono costrette a mettere a rischio la propria vita e forzate a vivere in condizioni indegne.” continua Saracini.

Ieri sera la Prefettura ha annunciato che il campo – che finora ospitava solamente uomini adulti soli – verrà ampliato e reso accessibile anche ai minori non accompagnati, finora costretti a dormire nel greto del fiume. 
MSF accoglie positivamente questo primo passo, ma chiede che vi siano delle misure di presa in carico specifiche per questo gruppo particolarmente vulnerabile, così come previsto dalla normativa vigente. Auspichiamo che le autorità locali trovino però una soluzione immediata anche per chi è ancora ospitato alle Gianchette – donne e nuclei familiari – e che può contare solo sull’assistenza della rete locale di volontari.


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Ventimiglia: un centinaio di migranti dispersi al confine dopo ordinanza del Comune, molti minori

Quest'oggi MSF ha diramato un comunicato in cui esprime profonda preoccupazione per la condizione dei circa cento migranti , tra cui...
On 15 June 2017, the Administrative Tribunal of Nice ruled on a référé-liberté case brought by different French NGOs, such as ANAFE, CIMADE and GISTI, regarding the practice of detention at the French-Italian border. The organisations asked for the suspension of the informal decision by the Alpes-Maritimes authorities to create a provisional detention zone in the city of Menton, for the release of all of those detained at that zone and for the placement of unaccompanied minors in appropriate reception centres.

The Court ruled that the information put before it, particularly with regard to the duration of the detention, was not sufficiently certain and precise. Therefore, it could not suspend the informal decision to create a provisional detention zone altogether. However, it affirmed that those who have been detained at the police station in Menton for more than four hours had to be transferred to official transit zones. It concluded that ordering the placement of unaccompanied minors was not within the mandate of the référé judge.

Based on an unofficial translation by the ELENA Weekly Legal Update. The EWLU would like to thank Flor Tercero for her kind assistance with summarising this case.


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France: Administrative Tribunal of Nice on the detention at the Franco-Italian border

On 15 June 2017, the Administrative Tribunal of Nice ruled on a référé-liberté case brought by different French NGOs, such as ANAFE, CIMADE...
Nei primi nove mesi del 2016, secondo stime UNICEF, sono arrivati, ​​via mare, in Italia più minori di tutti quelli arrivati l'anno scorso. Oltre il 90% dei minori sono non accompagnati, aumentati del 15% rispetto ai minori non accompagnati, il 75% del totale dei minori, giunti nel 2015. La maggior parte dei minori proviene dall'Africa occidentale, ma si registra un fortissimo incremento di minori provenienti dall’Egitto.
Da gennaio a ottobre 2016 si stima che più di 20.000 minori non accompagnati sono arrivati ​​via mare in Italia.  Nel 2015, su un totale di 16.500 bambini arrivati, i minori non accompagnati erano 12.300.
Secondo l’UNICEF la situazione dei minori migranti rifugiati in Italia è sempre più disperata e il sistema di protezione è ridotto al minimo.
Secondo Sabrina Avakian, responsabile per la protezione dei bambini per Unicef in Calabria ha dichiarato che  "alcuni dei minori sono profondamente turbati dal viaggio, hanno assistito ad annegamenti, alcuni hanno terribili ustioni chimiche derivanti dal carburante sui gommoni, i bambini e le loro madri hanno bisogno di cure speciali, tutti hanno bisogno di una protezione e di un adeguato alloggio”
Il mar mediterraneo ha inghiottito oltre 3.100 persone finora dall’inizio del 2016. Questo è il dato più grave mai registrato, ancor più se si pensa che un numero imprecisato di bambini sono morti in mare.

Leonardo Cavaliere


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Nel 2016 un numero record di minori non accompagnati sono giunti in Italia

Nei primi nove mesi del 2016, secondo stime UNICEF, sono arrivati, ​​via mare, in Italia più minori di tutti quelli arrivati l'anno s...
Dipti Pardeshi, capo della missione IOM UK in occasione della giornata europea contro la tratta ha dichiarato che "a prescindere dalle ragioni per le quali le persone si muovono, o il loro vissuto, meritano la protezione". Infatti, oltre la metà degli uomini, donne e bambini salvati nel Mediterraneo centrale sono stati imprigionati, la cui liberazione avviene con il pagamento di un riscatto. Durante questo periodo, dai racconti raccolti, gli abusi e le violenze sono all'ordine del giorno.  I migranti che attraversano la Libia hanno una probabilità altissima di essere vittima di abusi e sfruttamento, molto più alta di coloro che passano dalla Turchia per raggiungere l'Europa. Di seguito riportato l'articolo dell'Independent sulla "schiavitù moderna" dei trafficanti di esseri umani.
Refugees and migrants risking their lives in desperate attempts to reach Europe are being forced into “modern slavery” by ruthless people traffickers who are imprisoning, torturing and raping those they exploit.
A new report has revealed the shocking scale of abuse by criminal gangs who prey on asylum seekers travelling across Africa – most commonly inLibya, which has become the main launching point for smugglers’ boats in the chaos following its civil war.
Research by the International Organisation for Migration (IOM) found that almost three quarters of migrants attempting to cross the Central Mediterranean have experienced exploitation and human trafficking.
The group said practices occurring with “alarming scare and frequency” included forced labour, imprisonment, kidnapping, ransom and physical and sexual abuse. Dipti Pardeshi, chief of mission for IOM UK, said UK Anti-Slavery Day [Tuesday] was a poignant time to examine the widespread issue and look at what can be done.“We need to remember that regardless of the reasons that people move, or their background, they deserve protection,” she said. 
Almost half of the men, women and children rescued in the Central Mediterranean said they had been imprisoned for ransom during their journey towards Europe, most commonly in Libya.
The research found migrants journeying via Libya are between seven and 10 times more likely to be abused than those reaching Europe from Turkey, with the likelihood of exploitation rising with the time they spend in transit at the mercy of smugglers. 
Growing numbers of refugees have been using the more treacherous route since the EU-Turkey deal aimed to prevent crossings over the Aegean Sea came into effect earlier this year.
The IOM’s findings were based on almost 9,000 surveys taken by refugees travelling to Europe via sea, in the first large-scale attempt to quantify the horrors long reported by refugees reaching Italy.Rescue workers with Médecins Sans Frontières (MSF) have been recording accounts of the abuses on their rescue ships, which are picking up refugees packed onto overcrowded boats launched from Libya.
The group said Libya’s degeneration into chaos following the British-backed intervention to oust Muammar Gaddafi in the country’s civil war has left rival armed groups, criminal gangs and Isis vying for power.
Armed smugglers are known to frequently detain migrants in squalid conditions, demanding ransoms or forcing them into labour, beating and torturing any who cannot pay.
Menethueos*, a 23-year-old Eritrean man who fled torture and conscription in his home country, said he was kidnapped and held for four months in Libya, with his captors demanding $2,000 (£1,600) for his release.
“Many times they beat and tortured me, but I didn’t have any family to call,” he said.
“They beat you when you are lying on the ground, with whatever they have in front of them. If they have an iron bar, they use it.“They use a lot of things. They hit you with the back of the gun. Whatever they like. They tie your hands together and your legs together and you lie on your stomach and they leave you there, day and night.”
Some refugees sew money into their clothes in preparation for the ordeal, while others resort to giving up contact details for family and friends in their home countries.
Others told MSF they were shuttled between middlemen and “brokers” for forced labour on construction sites or farms, and were locked up in warehouses at night, until they paid their way out of captivity.
A Somali man said he was “sold” by a Sudanese trafficker to a Libyan man for $2,000 (£1,600) to carry out agricultural labour, and saw several of his fellow captives die in the detention centre where they were held at night.
Lami, a 26-year-old Senegalese man, said he watched another man slowly die from illness, adding: “In Libya, if you don’t have money to pay back the people that assault you, then they beat you. I prefer to die at sea.”
Women are frequently sexually abused or forced into prostitution by traffickers, with many arriving in Italy pregnant with their abusers’ children.
Maria* a Cameroonian woman rescued from a migrant ship in June, was abducted by four armed men who forced her into prostitution and raped her repeatedly.“Selling people is normal in Libya,” the 26-year-old said. “Everybody has a gun in Libya – children too.
“I spent three and a half months in Libya, in two different houses. One day a girl died in front of us. She was sick, no food, and no water.” 
The reward for those who work or pay their way out of captivity is to be loaded onto a boat over the Central Mediterranean – now the most dangerous sea crossing in the world.
More than 3,100 migrants have died on the route this year – drowning or suffocating in overcrowded holds – putting 2016 on course to be the deadliest ever year for refugees trying to reach Europe.
Those who survive the journey often arrive injured or scarred. A doctor working at a treatment centre in Sicily previously told The Independentshe had found bullets still lodged in refugees’ bodies, bones broken from beatings, internal injuries from rapes and scars from lashing.
For others the scars are harder to spot – more than half of asylum seekers arriving in Italy are diagnosed with mental health issues, mostly triggered by trauma in their home countries or during their journeys to Europe.Almost 320,000 asylum seekers have arrived by sea this year, with the majority travelling over the Central Mediterranean after the controversial EU-Turkey deal came into effect in March, seeing anyone arriving on Greek islands detained under threat of deportation.
Around 1,800 refugees have reached Greece this month, compared to almost 13,000 in Italy, where most arrivals are from Nigeria, Eritrea, Sudan, Gambia, the Ivory Coast and other African nations.
Kevin Hyland OBE, the UK’s independent Anti-Slavery Commissioner, said urgent action was needed to protect refugees.
“The migration crisis is clearly being used by human trafficking networks to target and brutally exploit the most vulnerable,” he added.
“I believe that a key focus for the UK and other governments must include collaborating with partners to prioritise safeguarding against the risks of modern slavery as part of the response to the migration and refugee crisis, in addition to scaling up targeted frontline anti-trafficking safeguarding and law enforcement operations.”
A Home Office spokesperson said: “We have made an historic £33.5m investment in modern slavery from our aid budget focused on high-risk countries, where we know victims are regularly trafficked to the UK.” 
*Names have been changed to protect identities
Lizzie Dearden independent.co.uk

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Refugees being forced into 'modern slavery' by people traffickers before attempting deadly journey to Europe

Dipti Pardeshi, capo della missione IOM UK in occasione della giornata europea contro la tratta ha dichiarato che "a prescindere dal...
L'Organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) riferisce che sono entrati in Europa, via mare, da Italia, Grecia, Cipro e Spagna circa 172,458 migranti. (dati aggiornati al 6 aprile 2016).

Gli arrivi in ​​Grecia negli ultimi sette giorni (31 marzo - 6 aprile) è pari a 1.758 uomini, donne e bambini. IOM calcola che questa è stata più o meno la media giornaliera nel corso dei  mesi di gennaio, febbraio e marzo (vedi tabella a questo link).


Si tratta di un calo significativo dovuto certamente allo scellerato accordo tra Europa e Turchia.

Martedì 5 aprile, la Guardia costiera greca ha riferito che non un singolo migrante o rifugiato sono arrivati ​​via mare in Grecia - il primo "zero day", registrato dallo scorso anno. Al 6 aprile 2016, gli arrivi in ​​Grecia, via mare, per il 2016 si attestano a 152.461, mentre 914 sono gli arrivi via terra, secondo l'OIM. 

La guardia costiera greca riferisce che il numero di minori non accompagnati che arrivano sull'isola greca di Lesbo, nel primo trimestre del 2016 sono 537, a fronte di 750 minori non accompagnati arrivati a Lesbo in tutto il 2015.
Intanto in Italia i migranti sbarcati sono circa 19.322, in realtà circa un migliaio in più rispetto all'ultimo rilevamento, dato che negli ultimi giorni la Guardia Costiera italiana ha salvato 314 diversi migranti.

La chiusura della rotta balcanica e la persistente instabilità economico-politica che interessa i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno intensificato l’arrivo sulle coste italiani di minori non accompagnati spesso in condizione di particolare vulnerabilità psicologica ed esposti a rischio di sfruttamento e marginalità sociale.

172,458 migranti sono entrati in europa da inizio anno. Crescono i Minori non accompagnati.

L' Organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) riferisce che sono entrati in Europa, via mare, da Italia, Grecia, Cipro e Sp...

Con la sentenza del 4 novembre 2014 la Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha bloccato il trasferimento in Italia di una famiglia – padre, madre e sei figli minori – di richiedenti protezione internazionale afgani, transitati per l’Italia nel luglio del 2011.

A rischio i diritti umani dei richiedenti asilo in Italia: no al rinvio da un altro stato europeo. Commento ASGI

Con la sentenza del 4 novembre 2014 la Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha bloccato il trasferimento in Italia ...
L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fisicamente ed eticamente, sulla propria linea di confine, indifferenti alle tragedie che si consumano a pochi chilometri di distanza e alla tutela delle vite umane.

La fine di Mare Nostrum: un arretramento politico ed etico inaccettabile per la coscienza democratica europea

L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fi...
Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato su Meltingpot.org sull'ipocrisia dell'Italia e dell'Europa sulla vita dei migranti.

Impedire le partenze. Lasciar morire i profughi sull’altra sponda del mediterraneo: per i governi l’importante è non vedere

Cerchiamo di mettere innanzitutto un po’ di ordine, partendo dal presupposto che è un’operazione tanto difficile quanto necessaria.

L’ipocrisia dell’Italia e dell’Europa sulla vita dei migranti

Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato su Meltingpot.org sull'ipocrisia dell'Italia e dell'Europa sulla vita dei migra...
Ogni lunedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12, il centro Astalli di piazza Santissimi Quaranta Martiri in Palermo ha deciso di tenere aperta la scuola di italiano anche nei mesi estivi. I Volontari tengono lezioni ai tanti ragazzi arrivati in città senza genitori e parenti.
Una trentina in tutto i minori stranieri non accompagnati provenienti dal Bangladesh, dal Ghana, dalla Tunisia e dall'Egitto che seguiranno il corso di Italiano di base al fine di imparare ad orientarsi in città e cominciare ad essere autosufficienti.
Alessandra Voutsinas del Centro Astalli ha dichiarato che "Quando si parla di minori non accompagnati sembra sempre di parlare di una fetta del fenomeno dell'immigrazione. Ma questo "fenomeno" ha volti di ragazzini di 12 e 13 anni che hanno affrontato il viaggio da soli e che qui iniziano una vita nelle case di accoglienza. Imparare l'italiano per loro è ancora più importante. La comunicazione è il messo migliore per poterli conoscere davvero, comprendere a fondo le loro storie e dunque fornirgli gli strumenti per andare avanti".

Al centro Astalli, poi c'è anche un “metodo italiano” per imparare la lingua ed è giocando una partita di calcio. "Abbiamo pensato di coinvolgere questi minori - dice Pippo Ventimiglia del centro Astalli - nella squadra di calcio multietnica del nostro centro. Così a parte i giorni di lezione, parteciperanno ai nostri incontri sportivi e ai nostri piccoli tornei. L'espediente dello sport ha sempre funzionato. E visto che parliamo di adolescenti, il calcio dovrebbe essere un mezzo ancora migliore per imparare anche a confrontarsi con gli altri e a parlare l'italiano".

Minori Stranieri non Accompagnati: sui banchi del Centro Astalli di Palermo, per imparare l'italiano.

Ogni lunedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12, il centro Astalli di piazza Santissimi Quaranta Martiri in Palermo ha deciso di tenere apert...
Finalmente è realtà il Garante per l'infanzia e l'adolescenza che vuole essere uno strumento per l'attuazione e la tutela dei diritti di bambini e adolescenti. Così come stabilito dal ddl garante infanzia e adolescenza, verrà nominato dai presidenti di Camera e Senato (dura quattro anni e rinnovabile soltanto una volta). Le principali competenze del nuovo Garante riguardano informazione, ascolto e collaborazione. Inoltre avrà il compito di promuovere occasioni di sensibilizzazione e di diffusione della cultura dell'infanzia e dell'adolescenza.
La competenza principale e più importante che tale dovrà svolgere sarà quella di vigilare sull'osservazione delle convenzioni e atti internazionali a tutela dei minori, fra i quali quella sui diritti del fanciullo di New York, la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e quella europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, tali dati saranno oggetto della relazione che il 30 aprile di ogni anno, il Garante dovrà presentare al Parlamento.
Avrà altresì il compito di promuovere studi e ricerche a livello nazionale, raccogliere le segnalazioni di violazioni e situazioni di rischio dei diritti dei minori.
Al fine di assolvere tali funzioni per tramite del numero di emergenza gratuito 114 (o agli altri numeri di pubblica utilità) ha il potere di segnalare e denunciare alle autorità competenti abusi e situazioni di disagio, può esprimere parere sui disegni di legge e tutti gli atti relativi alla tutela dei diritti dei minori e promuovere sinergie con la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

Altra importante novità è l'istituzione della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, presieduta dall'Autorità e composta dai garanti regionali o da figure analoghe, ove presenti, per promuovere l'adozione di linee d'azione comuni ed individuare forme per un costante scambio di dati e di informazioni.

è nato il garante per l'infanzia e l'adolescenza

Finalmente è realtà il Garante per l'infanzia e l'adolescenza che vuole essere uno strumento per l'attuazione e la tutela dei d...
La condizione in cui si trovano i MSNA sull'isola di Lampedusa preoccupa moltissimo l'organizzazione Terre des Hommes Italia che ha avviato un progetto di assistenza giuridica e legale.
La responsabile dei diritti dei minori dell'organizzazione ha dichiarato “ Stiamo ravvisando nella maggior parte di loro uno stato di precario equilibrio, soprattutto psicologico ed emotivo” aggiungendo che “ La detenzione prolungata, di fatto contraria alle procedure di accoglienza dei minori, che spesso si protrae anche per piu' di trenta giorni in strutture assolutamente inadatte ad accoglierli - aggiunge - sta spingendo all'esasperazione alcuni di loro” come è successo alcuni giorni fa con atti di autolesionismo che li hanno spinti a rischiare la vita. Quindi nonostante gli sforzi delle organizzazioni impegnate nella tutela dei MSNA, quest'ultimi restano prigionieri di procedure che nulla hanno a che vedere con la funzione di accoglienza e protezione così come dettato dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.

L'ACCOGLIENZA NEGATA

La condizione in cui si trovano i MSNA sull'isola di Lampedusa preoccupa moltissimo l'organizzazione Terre des Hommes Italia che ha ...
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