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Migliaia sono i migranti che fuggono da violenza e conflitti e che percorrono la c.d. Rotta Balcanica. Ormai ci siamo abituati a vedere e sentire tutti i giorni, nei TG e giornali, le immagini che provengono dai balcani. Tra gli oltre 130 mila profughi che hanno attraversato la c.d. rotta balcanica nell’ultimo periodo, la maggioranza è arrivata in Serbia e ha attraversato o ha tentato di attraversare le frontiere di Orban l’Ungherese.

Gli arrivi di minori non accompagnati in Serbia, tra luglio e agosto hanno fatto registrare un incremento del 66% (fonte Save The Children - Balcani). 25mila bambini, dei quali oltre 5700 sono soli, circa uno su quattro si trovano in condizioni di salute sempre più difficili e precarie.
Nonostante gli sforzi delle autorità serbe, l’enorme flusso di persone sta creando grandi difficoltà e i rifugiati sono in condizioni di sovraffollamento e con precarie condizioni igieniche in centri di ricezione e spazi pubblici come parchi e stazioni. Sono numerosi i casi di bambini stremati e che hanno bisogno di acqua e cibo. Giovani migranti estremamente vulnerabili e a rischio di tratta e sfruttamento, questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, che ha programmi nella regione dei Balcani, in Italia, Grecia e Turchia.

L’organizzazione umanitaria dice che la maggior parte dei rifugiati attualmente presenti in Serbia provengono dalla Siria, mentre il 15% proviene dall’Afghanistan, il 5% dall’Iraq, il 2% dal Pakistan e il 2% dalla Somalia.


“Centinaia di bambini arrivano qui ogni giorno esausti e molti di loro si sono ammalati per le difficili condizioni che hanno incontrato durante il viaggio. La chiusura della frontiera da parte dell’Ungheria ha spaventato ulteriormente le loro famiglie che non sanno dove andare e cosa ne sarà di loro”, denuncia Andrea Zeravcic, Direttore di Save the Children nell’area Nord-Ovest dei Balcani. “Sono fuggiti da sofferenze inimmaginabili e hanno rischiato la vita per arrivare qui. I leader europei hanno il dovere di aiutarli”.

È notizia di queste ore che in migliaia sono riusciti ad entrare in Croazia, in seguito alla chiusura del confine ungherese avvenuto all’inizio di questa settimana - senza una vera indignazione, forte, che ci si sarebbe aspettata da un’Europa, tutta, che dovrebbe avere nel suo DNA la solidarietà - per proseguire il loro viaggio verso la Slovenia per raggiungere gli altri paesi europei, principalmente la Germania.

La Croazia ha deciso di aprire un corridoio per i profughi che vogliono raggiungere il nord Europa. Stando ai media croati, al confine croato-ungherese, e ad immagini Tv, tra i villaggi di Baranjsko Petrovo Selo, in Croazia, e Beremend, in Ungheria, stanno giungendo autobus croati con a bordo migranti che vengono poi lasciati passare in Ungheria.

La Croazia non impedirà a nessuno di entrare, ma neanche di uscire, dal Paese. E' la posizione di Zagabria, espressa dal premier, Zoran Milanovic: "Il confine non può essere sigillato e tutta questa gente non la si può trattenere ".
Nonostante gli sforzi delle autorità, l’enorme flusso di persone sta creando grandi difficoltà e i rifugiati sono in condizioni di sovraffollamento e con precarie condizioni igieniche in centri di ricezione e spazi pubblici come parchi e stazioni. Sono numerosi i casi di bambini stremati e che hanno bisogno di acqua e cibo,  soprattutto tra quelli arrivati più recentemente, e molti di loro hanno bisogno anche di assistenza medica.

LEONARDO CAVALIERE

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Minori Migranti sulla rotta dei Balcani

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