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"L'unico obiettivo di questo lungo viaggio è fuggire dalla guerra affinchè possiamo iniziare una vita in un paese sicuro”, dice Shaker Abara, 37 anni, di Homs, Siria, mentre era in attesa, a Berkasovo, di attraversare il confine tra Serbia e Croazia.

Aggiunge "La cosa più difficile è stato quando abbiamo lasciato la Turchia su un gommone. C'erano 38 persone a bordo, tra cui molte donne e bambini. Per fortuna siamo arrivati tutti in Grecia. Ora siamo in Europa e ci sentiamo già in qualche modo sicuri”. Di Shaker Abara e di tutti gli altri rifugiati si è discusso al mini vertice tra UE e leader dei Paesi Balcanici.

Oggi nel Mini Summit l’Unione Europea e i leader dei paesi balcanici coinvolti nella c.d. Crisi dei Rifugiati  si sono riuniti per individuare una Soluzione duratura.


L'incontro già dalla vigilia, ancora una volta, ha messo in evidenza una spaccatura in Europa su come gestire la crisi. Una divisione di vedute tra coloro che vedono la crisi principalmente come un problema di sicurezza delle frontiere e quelli che la vedono soprattutto come una sfida umanitaria. Mentre ieri il primo ministro croato Zoran Milanovic ha dichiarato, riferendosi al piano presentato dall’ UE «Non è possibile, chi ha scritto questo non capisce come funzionano le cose, forse questa persona è stata appena svegliata da un lungo sonno”.
L'incontro arriva dopo che la Bulgaria, la Romania e la Serbia hanno avvertito che non avrebbero permesso di diventare una "zona cuscinetto" per le decine di migliaia di transitanti verso l’Europa.

Tutti e tre i paesi hanno dichiarato di essere pronti, se la Germania e l'Austria e altri paesi chiuderanno le frontiere, a chiudere i loro confini.

Negli ultimi mesi, la Serbia ha fatto da cuscinetto all’UE lungo la rotta balcanica, ha lasciato passare i migranti provenienti dalle coste Greche e diretti nel Nord Europa, sul proprio territorio,
Nell’intervista rilasciata stamani alla Bild, Juncker ha dichiarato che le decisioni prese nel vertice vincoleranno tutti gli attori in gioco.


Due giorni fa auspicavamo tra le righe di questo blog che, con l'inverno alle porte, venisse trovata una soluzione condivisa, duratura, perchè il rischio sarebbe stato un disastro umanitario nel caso in cui le varie nazioni Europee avessero bloccato i migranti alle frontiere.

La Slovenia è diventata il principale punto di accesso nella zona Schengen da quando l'Ungheria ha chiuso i suoi confini meridionali con rotoli di filo spinato ed ha minacciato di chiudere il proprio confine con la Croazia qualora a Sua volta l’Austria avesse chiuso il proprio confine.

Quale soluzione hanno trovato i Leaders?

I leader Europei arrivano ad una conclusione assurda. Cercheranno di accelerare i rimpatri dei migranti provenienti dall’Asia meridionale, in particolare Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, le cui richieste di asilo sono respinte perché,, dicono, sono semplicemente alla ricerca di una vita migliore e non in fuga da guerre e oppressione. Semplicemente pazzesco!!!

Conclusioni in parte anticipata già stamani da The Associated Press che aveva potuto leggere la bozzza.

"Tempi eccezionali richiedono misure straordinarie", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante il vertice. 

I leader Ue avrebbero cercato una soluzione di difesa delle frontiere, cercando di


Il piano in 16 punti uscito dal vertice e visto da Reuters, prevede di fatto un irrobustimento dei confini europei. La soluzione sarebbe inviare 400 guardie di frontiera al confine dei Balcani occidentali e puntellare il poroso confine della Grecia con la Turchia così da rallentare il flusso di persone in direzione nord, verso cuore dell'Unione europea. 

La Germania, che ha truppe in Afghanistan per aiutare a stabilizzare il paese sotto una missione NATO, vuole che la Commissione europea negozi un accordo con le autorità Afghane per rimpatriare gli Afghani le cui domande di asilo sono state respinte.

In definitiva l’Europa delle Frontiere chiosa il documento dichiarando "Ci impegniamo ad aumentare immediatamente i nostri sforzi per gestire i nostri confini", il progetto, se formalizzato, significherebbe più navi al largo della Grecia per scoraggiare i trafficanti di esseri umani, più controlli di frontiera terrestri in Macedonia e più soldi per il controllo delle frontiere.

In definitiva un vertice disfatta.

Nella tarda serata di Domenica sera l'UE ed i paesi balcanici coinvolti nella c.d. crisi dei Rifugiati ha raggiunto un timido e assolutamente non risolutivo accordo. Per far fronte all’emergenza migranti sulla rotta dei Balcani saranno accolte 100.000 persone nei centri di accoglienza: 30mila in Grecia entro la fine dell’anno più altri 20mila grazie all’Unhcr, mentre altri 50mila verranno creati lungo la Rotta balcanica, sempre con l’aiuto dell’Unhcr. Lo ha annunciato il presidente Jean-Claude Juncker al temrine del mini-summit sull’emergenza migranti cui hanno partecipato i membri Ue, Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia e Ungheria, più Albania, Macedonia e Serbia, convocata per una maggiore cooperazione e nuove iniziative per gestire i flussi.«Scoraggiare i movimenti» dei migranti alle frontiere degli altri paesi senza previo accordo dei vicini, in modo da rallentare i flussi; fornire cibo, acqua, riparo e assistenza sanitaria ai migranti con l’aiuto dell’Unhcr e del meccanismo Ue di protezione civile; registrare tramite i dati biometrici i profughi collaborando con le Agenzie Ue (Frontex ed Easo).

Migranti: UE e Leader dei Balcani trovano la peggiore soluzione alla Crisi dei Rifugiati sulla rotta balcanica.

"L'unico obiettivo di questo lungo viaggio è fuggire dalla guerra affinchè possiamo iniziare una vita in un paese sicuro”, dice ...
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