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I minori rifugiati in Grecia vengono etichettati come "adulti" se hanno già i denti del giudizio. 

Molti minori vivono in campi per adulti dove non hanno accesso a percorsi educativi.
Un nuovo scioccante rapporto ha reso noto che minori under 14 che giugono sull'isola greca di Lesbos sono stati identificati come over-18 e costretti a vivere con adulti, senza accesso all'istruzione e ai servizi di protezione.


Le autorità greche registrano in modo veloce i minori come adulti, senza effettuare una valutazione adeguata, secondo quanto riportato dal Report di Human Rights Watch, "Lone Migrant Children Left Unprotected", pubblicato il 20 luglio 2017.



Il Report è frutto del lavoro svolto dai ricercatori di HRW tra il 22 e il 28 maggio e dal 27 al 30 giugno 2017, sull’isola di Lesbos.

HRW ha avuto modo di parlare con 20 ragazzi che hanno dichiarato di essere stati erroneamente registrati come adulti dalle autorità greche.

Secondo il diritto greco e quello internazionale, i minori non accompagnati hanno diritto a speciali cure e protezione. Human Rights Watch ha scoperto che i funzionari che registrano i nuovi arrivi talvolta segnano l’età in modo arbitrario, diciamo a vista/percezione, provocando dei danni inimmaginabili per il futuro di questi ragazzi.

Le procedure sull’accertamento dell’età vengono spesso eseguite in maniera errata durante la registrazione, nonostante i funzionari greci dichiarano a Human Rights Watch di aver utilizzato la procedura multidisciplinare. Molti minori, dichiara HRW, affermano di essere adulti, nella vana idea di evitare la detenzione o perché consigliati erroneamente da adulti. Altra critica pervenuta dai ricercatori di HRW è che i funzionari del servizio di accoglienza solitamente non approfondiscono sull’età dei “falsi adulti”, minori non accompagnati che si dichiarano adulti ma evidentemente minorenni. Inoltre, le autorità non riescono a fornire ai minori informazioni adeguate sui loro diritti appena dopo lo sbarco o durante il processo di identificazione accettando il rischio che bambini trafficati non saranno correttamente identificati e protetti da ulteriori danni. Successivamente si rendono conto di aver commesso un grave errore e cercano di rimediare chiedendo alle autorità greche di registrarli correttamente. Possono passare mesi a cercare di cambiare il loro status ufficiale e nel frattempo continuano ad essere trattati come adulti o raggiungono l'età adulta.

Una delle storie riportate nel report è quella del 17enne Akash del Bangladesh finito nella sezione “adulti” del campo profughi di Moria, dove più di 3.000 persone vivono in condizioni "inammissibili" e "disumane".

Akash aveva detto alle autorità che aveva 17 anni, ma dopo il suo esame dentale hanno cambiato la sua età a 18 anni. "Hanno cambiato la mia età e mi hanno portato fuori dalla sezione dei minori", ha detto. La sua vera età non è mai stata formalmente riconosciuta.

"Abbiamo scoperto che anche nei casi in cui il dentista non fosse in grado di trarre conclusioni, i minori sono stati registrati come adulti", ha detto Eva Cossé, ricercatrice greca di Human Rights Watch, a IBTimes UK.

L’accertamento dell’età viene svolto sia valutando l’arcata dentale sia l’RX del polso, per entrambe è stato ampiamente dimostrata l’inattendiblità.

Anush, 16 anni, fuggito dall'Afghanistan, ha detto alle autorità che aveva vent'anni quando è arrivato a Lesbos l'estate scorsa.

"Ho dato loro questa età, perché quando sono venuto qui i minori non accompagnati erano in un centro di detenzione chiuso all'interno di Moria e come alcune persone mi hanno riferito, quando sei minorenne non puoi lasciare l'isola”. "Non volevo essere bloccato in Moria. C'erano proteste e due minori hanno tentato il suicidio", ha detto. "Ecco perché non volevo dire la mia vera età".

I minori non accompagnati, secondo quando previsto da norme internazionali e Greche possono chiedere di ricongiungersi con i membri della famiglia che vivono regolarmente nei paesi dell'UE.
A seguito di questi errori, perdono questo diritto.

“Forzare i minori a vivere tra gli adulti nei campi in cui gli scontri tra i rifugiati e le forze di polizia sono comuni, ha un’alta incidenza sulla loro salute mentale", ha detto Cossé che ha sentito molti minori affetti da depressione, ansia e insonnia. Molti minori che vivono a Moria le hanno raccontato di episodi di autolesionismo perché si sentono sempre più impotenti all'interno di un campo, dove le tensioni si sono accentuate negli ultimi mesi.

Le proteste violente sono scoppiate a Moria nelle ultime settimane, ultima quella del 18 luglio scorso, quando le squadre anti sommossa sono state riprese mentre lanciavano pietre sui manifestanti.

Le condizioni dell'isola sono peggiorate drasticamente dall'inizio di giugno a causa dell'affluenza dei rifugiati che arrivano in un campo già sovraffollato. Vi è stato un incremento di persone arrivate a Lesbos: 785 a giugno, rispetto alle 230 ad aprile, ha riferito una portavoce di MSF a IBTimes UK.

Amadou, 16 anni, è stato ferito nel corso dell’ultima manifestazione dopo che una granata di gas lacrimogeno è finita su di lui.

"Stavo dormendo quando ho sentito questo rumore. Sono subito uscito per capire e la polizia mi ha lanciato addosso i lacrimogeni”, ha detto.

Cossé ha riferito di aver ricevuto un SMS da un rifugiato che le ha detto che la polizia stava picchiando persone nel campo, tra cui una donna incinta. 

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