Visualizzazione post con etichetta sprar. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sprar. Mostra tutti i post
La circolare del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del 3.1.2019, avente ad oggetto “D.L. 4 ottobre 2018 n. 113, convertito, con modificazioni, con la legge 1 dicembre 2018 n. 132 – Profili applicativi”, che fornisce alcune importanti indicazioni anche riguardo all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e dei neomaggiorenni all’interno del SIPROIMI (nuova denominazione del sistema di accoglienza in precedenza denominato SPRAR).

In particolare, nella circolare si legge che potranno accedere al SIPROIMI “i minori stranieri non accompagnati, anche non richiedenti asilo. I minori richiedenti asilo, al compimento della maggiore età rimangono nel Sistema fino alla definizione della domanda di protezione internazionale (art. 12, c. 5 bis, D. L. n. 113/2018) e, nel caso dì concessione della protezione internazionale, per il tempo riservato alla permanenza  dei beneficiari. Il SIPROIMI, inoltre, si potrà sviluppare ulteriormente come sistema di accoglienza ed inclusione dei minori stranieri non accompagnati che, per effetto delle disposizioni introdotte dall’art. 13 della legge n. 47 del 2018, potranno proseguire, in presenza dei presupposti previsti dalla medesima legge, il loro percorso di accoglienza fino al ventunesimo anno di età”.

Il Ministero richiama così l’attenzione sulla disposizione prevista dal comma 5 bis dell'art. 12 del d.l. 113/18, introdotto dalla legge di conversione n. 132/18, che stabilisce che i MSNA richiedenti asilo al compimento della maggiore età rimangono nel SIPROIMI (ex-SPRAR) fino alla definizione della domanda di protezione internazionale.

La circolare fornisce inoltre importanti indicazioni riguardo all’accoglienza dei neomaggiorenni affidati ai servizi sociali dal Tribunale per i minorenni ai sensi dell’art. 13 della legge 47/17 (c.d. “prosieguo amministrativo”).
Dalle indicazioni del Ministero, pare potersi intendere che i neomaggiorenni in prosieguo amministrativo potranno proseguire il loro percorso di accoglienza nel SIPROIMI fino alla conclusione della misura disposta dal Tribunale per i minorenni (che può durare al massimo fino ai 21 anni), a prescindere dalla tipologia di permesso di soggiorno posseduto, inclusi quindi i neomaggiorenni in prosieguo amministrativo che siano:
- titolari di protezione umanitaria
- o che abbiano chiesto la conversione del permesso di soggiorno per minore età in un permesso per studio, lavoro o attesa occupazione, al compimento dei 18 anni, ai sensi dell'art. 32 d.lgs 286/98.


Il Ministero dell’Interno non chiarisce se le indicazioni di cui sopra si applichino anche ai MSNA che, a causa dell’indisponibilità di posti nell’ambito del SIPROIMI, non siano stati inseriti all’interno di tale Sistema durante la minore età.
In base a un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 12, c. 5-bis del d.l. 113/18, anche i MSNA richiedenti asilo che non siano stati inseriti nel SIPROIMI durante la minore età dovrebbero esservi inseriti qualora diventi disponibile un posto in tale Sistema dopo che hanno compiuto 18 anni.
Ogni diversa interpretazione, infatti, comporterebbe un’irragionevole disparità di trattamento tra MSNA che sono stati inseriti nel SIPROIMI durante la minore età, i quali possono rimanervi dopo il compimento dei 18 anni, e MSNA che, pur avendone per legge diritto, non vi sono stati inseriti durante la minore età a causa della mancanza di posti, i quali non potrebbero più essere inseriti in tale Sistema una volta compiuti i 18 anni.

Analogo ragionamento dovrebbe valere per i neomaggiorenni in prosieguo amministrativo che non siano stati inseriti nel SIPROIMI durante la minore età.
Per ridurre l’incertezza riguardo a tali situazioni, si suggerisce di chiedere al Tribunale per i minorenni competente di indicare espressamente nel provvedimento di prosieguo amministrativo che i servizi sociali ai quali il MSNA viene affidato ai sensi dell’art. 13 legge 47/17 dovranno assicurarne l’accoglienza dello stesso preferibilmente nell’ambito del SIPROIMI.

Nella circolare, infine, il Ministero dell’Interno chiarisce che i c.d. “centri FAMI” e i CAS per minori dovranno essere progressivamente chiusi, assicurando il trasferimento nel SIPROIMI di tutti i MSNA ospiti di tali strutture.

E' importante che i tutori, gli operatori che lavorano con i MSNA, i responsabili dei servizi sociali e i magistrati minorili siano al più presto informati del contenuto di questa circolare, e in particolare delle indicazioni riguardanti la possibilità di accoglienza nell'ambito del SIPROMI dei neomaggiorenni in prosieguo amministrativo.


Elena Rozzi
INTERSOS
Advocacy Officer - Migration Unit

E-BOOK GRATIS
SCARICA GRATUITAMENTE LA GUIDA PRATICA
I Minori Stranieri non Accompagnati

Accoglienza MSNA e neomaggiorenni nel SIPROIMI (ex-SPRAR)

La circolare del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del 3.1.2019, avente ad oggetto  “D.L. 4 ott...

Quest'oggi presso la Sede dell'Anci è stato presentato il nuovo Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2017.

Realizzato, per il quarto anno consecutivo, da Anci, Cittalia – Sprar, Caritas Italiana e Fondazione migrantes, in collaborazione l’Unhcr, lo studio offre spunti e dati per raccontare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, in costante evoluzione.

Nel mondo ogni minuto 20 persone sono costrette a fuggire. Alla fine del 2016 erano 65,6 milioni i Migranti forzati, con un aumento di 300.000 casi rispetto all'anno precedente. Oltre 40 milioni sono gli sfollati interni e 22,5 milioni i rifugiati. La metà e' rappresentata da bambini. Il 55% dei rifugiati di tutto il mondo proviene da tre Paesi: Siria, Afghanistan, Sud Sudan. Con quasi 3 milioni di rifugiati la Turchia e' il Paese che ne ospita di piu'. I Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di richieste d'asilo nel mondo nel corso dell'anno 2016 sono la Germania e gli Stati Uniti.

A livello di Unione europea le richieste di protezione internazionale sottolineano invece un trend negativo gia' a partire dal 2016 con 1.259.955 domande (-4,8% rispetto all'anno precedente). Ci si attende un'ulteriore flessione a fine 2017, dovuta tra l'altro alla significativa diminuzione dei flussi dalla Libia a seguito dell'accordo siglato con l'Italia. I primi 6 mesi del 2017 confermano questa previsione con il 43,3% di domande in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La Germania rimane il primo Paese per numero di richieste con oltre 745 mila casi, seguita a grande distanza dall'Italia con circa 123 mila casi, dalla Francia con 84 mila e dalla Grecia con 51 mila. Questi 4 Paesi insieme totalizzano il 79,6% delle richieste di protezione internazionale presentate nell'Unione europea nel 2016.
La Germania è al primo posto anche per incidenza di richieste di asilo sulla popolazione residente mentre l'Italia è al decimo posto, rispettivamente con 9 e 2 domande ogni mille abitanti.
Quasi tutti i Paesi dell'Europa centro-orientale, a conferma delle politiche nazionali di chiusura, hanno visto diminuire sensibilmente le richieste con punte del -83,4% in Ungheria. Nel 2016 la Siria (342 mila), l'Afghanistan (190 mila) e l'Iraq (131 mila) sono risultate le prime tre nazionalita' per numero di richieste in Europa, seguite da Pakistan, Iran ed Eritrea.
Evidentemente l'accordo con la Turchia ha sortito i suoi effetti se si considera che in un anno l'arrivo di siriani e' diminuito dell'11% circa.
I dati relativi al 2017 confermano un ulteriore, sensibile, diminuzione. Anche con l'Afghanistan e' stato firmato un accordo da parte dell'Ue per contenere i flussi irregolari e facilitare i rimpatri.

La crisi migratoria del 2015 ha visto crescere sensibilmente i cosiddetti casi Dublino che nel 2016 hanno superato le 141 mila richieste di cui il 45,8% hanno riguardato l'Italia, principale porta di ingresso in Europa, seguita dalla Germania e dalla Bulgaria. La maggioranza dei casi Dublino riguarda la ripresa in carico (richiedente la cui domanda e' in corso d'esame e che ha presentato domanda in un altro paese) che arriva al 95,5% dei casi in Bulgaria. Gli oltre 4 mila trasferimenti fatti in Italia provengono soprattutto da Svizzera, Germania e Austria. Il programma di ricollocazione, previsto dall'Agenda europea, il cui obiettivo era quello di alleggerire la pressione dei flussi sui due principali Paesi di ingresso, Italia e Grecia, si e' dimostrato fallimentare.

In Italia si regista un 44% in più delle domande di protezione nel 2017.
77.449 richieste nei primi 6 mesi dell'anno. 
Le richieste arrivano per lo piu' da nigeriani (15.916) e bengalesi (7.413) e gia' nel 2016, con 123 mila domande, si era registrato un aumento del 47% sul 2015.

Il profilo del richiedente è: africano (70% dei casi), di genere maschile (85%), tra i 18 e i 34 anni (80,2%).
I primi cinque Paesi di origine sono, nell'ordine, Nigeria (27.289), Pakistan (13.510), Gambia (9.040), Senegal (7.723) e Costa d'Avorio (7.419).
Nel primo semestre del 2017 le domande complessivamente esaminate ammontano a 41.379; circa 4,3 su 10 hanno avuto esito positivo (status di rifugiato: 9%; protezione sussidiaria: 9,8%; permesso per motivi umanitari: 24,5%). Per il 51,7% l'esame si è concluso con un diniego.

Calano gli sbarchi in Italia e continuano ad aumentare le richieste di protezione. Al 30 ottobre 2017 il calo degli sbarchi in Italia e' del 30% rispetto allo stesso periodo del 2016. I comuni italiani coinvolti nell' accoglienza dei richiedenti asilo sono 3.231 il 40% del totale.  Le regioni più accoglienti sono la Lombardia e la Campania in termini assoluti ma è "in Toscana ed Emilia Romagna che si è quasi pienamente realizzato il principio dell' accoglienza diffusa" con l'83% dei Comuni della Toscana che accoglie richiedenti asilo e il 78,1% in Emilia Romagna.

Un capitolo a parte merita il tema dei minori: al 25 ottobre 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (in tutto il 2016 erano stati 25.846). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Guinea, Costa d'Avorio, Bangladesh. Al 30 settembre 2017 sono 18.491 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, accolti in 2.039 strutture. Rimangono ancora criticita' legate soprattutto all'eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all'esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonche' alle difficolta' dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile.

Minori Non Accompagnati

Nel primo semestre del 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (circa il 4% in piu' dello stesso periodo dell'anno precedente). Il 93,2% sono minori soli. La maggior parte di essi proviene da Nigeria, Guinea, Gambia, Costa d'Avorio, Bangladesh. Nello stesso periodo di riferimento, le domande di protezione internazionale presentate da MSNA sono state 4.500, per il 93% da minori di sesso maschile, quasi interamente (99%) ricompresi nella fascia di eta' 14-17 anni.
Fra i MSNA richiedenti protezione internazionale prevalgono i gambiani, i nigeriani, seguiti dai bengalesi. Quanto all'esito delle domande presentate, la maggior parte si e' tradotta in una proposta di protezione umanitaria (69,1%), il 4,9% nel riconoscimento dello status di rifugiato e il 3,8% nella protezione sussidiaria. I dinieghi rappresentano il 20,4%.
I dati evidenziano altresi' che alle poche femmine viene riconosciuto in misura nettamente maggiore lo status di rifugiato, mentre i dinieghi sono quasi esclusivamente per i maschi.
Inoltre la protezione umanitaria viene piu' frequentemente riconosciuta ai minori della fascia 14-17 anni; cosi' come ai minori di 13 anni lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria.
I minori diniegati provengono per lo piu' dal Bangladesh o dalla Costa d'Avorio; mentre quelli che ottengono piu' frequentemente lo status di rifugiato sono i minori provenienti dalla Nigeria, la protezione sussidiaria i maliani e la protezione umanitaria i gambiani.
In tema di minori stranieri non accompagnati (MSNA) il 2017 e' stato l'anno di approvazione della legge 47/17. Questa legge e' intervenuta in materia di accertamento dell'eta' del minore, stabilendo una procedura in cui viene assegnata centralità sia agli esiti del colloquio che il minore terrà con personale specializzato, all'arrivo nella struttura di accoglienza, sia alla valutazione multidisciplinare che dovra' essere svolta in caso di persistenza di dubbi.
Viene inoltre stabilita la competenza dell'adozione degli atti relativi ai MSNA al Tribunale per i minorenni; e si prevede l'istituzione, presso lo stesso Tribunale, di un elenco di "tutori volontari" dei minori. Il sistema di prima accoglienza dedicato esclusivamente ai minori viene integrato con quello dello SPRAR, indipendentemente dalla richiesta di protezione internazionale, per cui dopo la prima accoglienza in strutture governative a loro espressamente destinate (la cui durata viene ridotta da 60 a 30 giorni), i minori dovranno essere inseriti nel sistema di protezione per richiedenti asilo, tendendo conto delle esigenze e delle caratteristiche del minore (emerse durante il colloquio), in relazione alla tipologia dei servizi offerti dalla struttura e dal progetto SPRAR.
In caso di indisponibilita' di strutture di prima accoglienza o di posti nello SPRAR e' previsto che l'assistenza e l'accoglienza del minore siano temporaneamente assicurate dalla pubblica autorita' del Comune in cui il minore si trova, accedendo ai contributi messi a disposizione dal ministero dell'Interno a valere sul Fondo nazionale per l'accoglienza dei MSNA.
I dati della Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche dell'integrazione del ministero del Lavoro al 30 aprile 2017 riportavano 15.939 MSNA complessivamente presenti in Italia, di cui il 26,1% accolti in centri di prima accoglienza e il 65,8% in strutture di seconda accoglienza, per un totale di 1.917 strutture complessivamente censite.
Nell'accoglienza rimangono ancora criticita' legate soprattutto all'eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all'esiguo numero sia di strutture dedicate alla prima accoglienza che di posti nello SPRAR, nonche' alle difficolta' dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile. L' accoglienza è sempre più straordinaria. + 258% presenze nei Cas, oltre 158 mila nei Cas, mentre 31 mila negli Sprar.

Scarica il Rapporto

Scarica le Slides

E-BOOK GRATIS
SCARICA GRATUITAMENTE LA GUIDA PRATICA
I Minori Stranieri non Accompagnati

Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2017

Quest'oggi presso la Sede dell'Anci è stato presentato il nuovo Rapporto sulla Protezione internazionale in Italia 2...
Nel 2016 il servizio centrale dello Sprar ha potuto contare su una maggiore disponibilità di posti grazie alla graduale attivazione di 35 nuovi progetti per minori non accompagnati, che hanno potuto portare il numero complessivo di progetti a 99. Nel 2016 si è quindi passati da 977 posti per minori stranieri non accompagnati del 2015 a 2039 posti, rendendo possibile l'accoglienza complessiva di 2898 minori stranieri non accompagnati, contro i 1640 dell'anno precedente. Ancora troppo poco se andiamo a leggere il numeri degli sbarchi, ma sicuramente un passo in avanti.
Analizzando le nazionalità più rappresentate tra i minori accolti il primato della nazionalità gambiana resta invariato con il 26,1% degli accolti. Rispetto al titolo del permesso di soggiorno, la maggior parte è richiedente protezione internazionale (46,8%), i minori a cui è stata riconosciuta la protezione umanitaria sono il 25%, quelli in possesso della protezione sussidiaria il 4,5%, i rifugiati il 2,4%. Oltre ai minori, aumentano anche lievemente le donne: la presenza femminile nelle persone accolte è infatti del 13,4%, nel 2015 erano il 12%.

Nel complesso i progetti finanziati hanno reso disponibili 26.012 posti in accoglienza, con circa mille enti locali coinvolti nell’accoglienza. I beneficiari accolti nei progetti Sprar sono stati 34.528 un dato che comprende però beneficiari transitati in più progetti, pertanto gli effettivi accolti l’anno scorso sono 34.039.

Tra le persone accolte il 47,3% è richiedente protezione internazionale (una percentuale in calo rispetto al 2015), il 28,3% è titolare di protezione umanitaria, valore in aumento, il 14,8 è titolare di protezione sussidiaria e il restante 9,6% ha lo status di rifugiato.

Si tratta, sottolinea l’Atlante Sprar, di un grande cambiamento dei beneficiari della rete; se nel 2015 gli accolti sono stati prevalentemente richiedenti protezione internazionale, nel 2016 sono i titolari di una forma di protezione o di un permesso per motivi umanitari a rappresentare la maggioranza con il 53% degli accolti.

Sicilia (19.4%) e Lazio (19.3%) sono le regioni in cui si registra il maggior numero di accolti nella rete Sprar. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati presentato dall’Anci.

I minori stranieri non accompagnati accolti dalla rete Sprar aumentano, quasi 3mila.

Nel 2016 il servizio centrale dello Sprar ha potuto contare su una maggiore disponibilità di posti grazie alla graduale attivazione di 35 ...
«Per la prima volta, la Commissione immigrazione e la commissione welfare si sono trovate insieme per decidere di affrontare, con una regia comune, il tema più in generale dell'immigrazione e quello più specifico dei minori stranieri non accompagnati». Così il delegato Anci al welfare e sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi in apertura della prima Commissione congiunta Welfare e Immigrazione che si è tenuta ieri in Anci a cui hanno preso parte anche il delegato Anci all'immigrazione Matteo Biffoni e le presidenti delle rispettive Commissioni Edi Cicchi e Irma Melini.

Le previsioni
«Le previsioni – ha proseguito Vecchi - ci dicono che i flussi degli arrivi continueranno a crescere e questo crea la necessità di una strategia molto concreta che attiene a diversi aspetti, in primo luogo, a un efficientamento ulteriore della gestione dei primi arrivi e alla prima accoglienza, a una capacità di rafforzare ulteriormente il ruolo dei Comuni nella gestione della seconda accoglienza e alla capacità, inoltre, di rafforzare il rapporto con tutto il sistema del terzo settore nei territori per creare le condizioni affinché, oltre all'accoglienza, vi siano processi di avviamento di tipo inclusivo ad un'idea di cittadinanza più forte che coinvolga, nell'ambito dei sistemi di welfare, questi ragazzi».
Secondo Vecchi il tema dell'accoglienza richiama non solo percorsi di inclusione e integrazione nelle comunità locali ma anche alla questione delle risorse finanziarie ed umane a disposizione dei Comuni. «Credo il lavoro di oggi sia un lavoro importante perché mette a frutto un'agenda da sottoporre ai due ministeri, ai ministeri dell'Interno e del Welfare, per un lavoro che nasce da un'ampia concertazione e anche da una lucida consapevolezza di quello che è uno dei più importanti temi politici del nostro tempo», ha concluso il delegato.

La proposta
«A breve presenteremo una proposta ai ministri dell'Interno e del Welfare a cui sottoporremo le nostre proposte per mettere in fila richieste e necessità dei Comuni, al fine di arrivare a una gestione più efficace, meno emergenziale, meno costosa e soprattutto più organizzata sul tema complicatissimo dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati». Così il sindaco di Prato e delegato Anci all'Immigrazione, Matteo Biffoni nel corso dei lavori della commissione.
«La Commissione congiunta – ha continuato Biffoni - è stata una novità, in quanto Welfare e Immigrazione hanno discusso di una delle questioni più spinose e più complicate per tutti gli amministratori locali che è quella dell'accoglienza dei minori. I Comuni aspettano risposte su modalità di accoglienza, costi, responsabilità degli amministratori, strutture governative di primo livello, ampliamento dello Sprar per i minori, sostegno economico ai Comuni che svolgono questo ruolo e poi un accordo con l'Albania sempre sul tema dei minori».
«Tutti questi importanti temi messi in campo – ha ribadito Biffoni - ci permetteranno a breve di arrivare alla stesura di un documento, che insieme al presidente della Commissione welfare e sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, sottoporrò ai ministri competenti Minniti e Poletti, per mettere in fila tutte e richieste e le necessità dei Comuni emerse che nel corso del dibattito».

Il sistema di accoglienza
«Quello dei minori stranieri non accompagnati è un tema a più ampio raggio che deve essere considerato all'interno del sistema di welfare che deve essere universalista e deve dare la possibilità di gestire le problematiche dei minori in maniera sistematica», lo ha sottolineato la presidente della Commissione welfare Edi Cicchi nel corso dei lavori. La presidente ha rimarcato anche la necessità di «costruire delle reti che vanno al di là del tema dell'emergenza, si tratta di una situazione strutturale a cui bisogna dare risposte strutturate». Affrontare in modo strutturato il tema dei minori richiede però anche delle competenze specifiche «se vogliamo pensare a un progetto personalizzato dobbiamo essere in grado di dare dei servizi che rispondano a queste esigenze», ha concluso Cicchi.
Tra i temi sul tavolo del dibattito anche la necessità di avviare un piano di riparto nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri, come sottolineato dalla presidente della Commissione immigrazione Irma Melini che ha ricordato come «solo la regione Sicilia accoglie il 40% dei minori è evidente che alcune regioni, e in particolare alcune città, hanno oggi un carico che non è più sostenibile quindi bisogna necessariamente procedere al piano di riparto».
Per gestire al meglio l'accoglienza sui territori ed evitare eccessivi carichi per i Comuni diventa fondamentale affrontare anche la questione dell'accertamento dell'età dei minori e il «superamento della retta dei 45 euro» con l'obiettivo di adattarla «alle reali necessità dei territori». Rispetto all'accertamento dell'età Melini ha sottolineato la necessità «di applicare il Dpcm del 2016 che riguarda i minori stranieri vittima di tratta a tutti i minori stranieri per uniformare le procedure». I lavori si sono conclusi con l'impegno da parte delle due commissioni di avviare un tavolo tecnico con l'obiettivo di stilare un documento verso standard unici da applicare in tutte le regioni per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

Autore: Angela Gallo 
Fonte: quotidianoentilocali.ilsole24ore.com

Minori stranieri non accompagnati, Anci: «A breve proposte a ministri Interno e Welfare per un'accoglienza più organizzata e meno costosa»

«Per la prima volta, la Commissione immigrazione e la commissione welfare si sono trovate insieme per decidere di affrontare, con una regi...
Alla soddisfazione per una proposta sacrosanta divenuta finalmente legge, fa da contraltare la pessima interpretazione che la stampa diffonde.

Lo scorso 28 marzo, con 375 sì e 13 no, dopo quasi 4 anni, la Camera ha approvato il ddl ’Zampa’ che riforma e sistematizza il sistema di accoglienza dei Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA). Quella che ora è legge, mette ordine e fa avanzare in termini di garanzie di diritti, gli standard dei trattamenti riservati ai minorenni soli che entrano sul nostro territorio.  La nuova normativa ruota in particolare su questi argomenti: L’accertamento dell’età e l’identificazione dei minori soli non accompagnati; un sistema organico di accoglienza, con strutture dedicatel’attenzione al superiore interesse del minore; il diritto all’istruzione e alla salute; il diritto all’ascolto nei procedimenti amministrativi e giudiziari che riguardano i MSNA, anche in assenza del tutore, e all’assistenza legale.

Stranamente, nei giorni successivi, abbiamo letto titoli e sentito reazioni – alcune vergognosamente razziste o approssimative – tutte riguardanti altro. In particolare si è sottolineato che la nuova legge avrebbe ‘garantito l’inespellibilità dei minorenni dal suolo italiano’, quando tale diritto è stato sancito dalla Convenzione del Fanciullo e ribadito, per quanto riguarda l’Italia, dall’Art. 19 del TU Immigrazione. Il principio di ‘inespellibilità’ è un sacrosanto diritto, quindi, che pre-esiste alla legge e anzi ne fornisce una base giuridica e umanitaria fondamentale. Favorire un appiattimento di un percorso complesso e un approccio innovativo – le reazioni a livello europeo sono state in gran parte positive e si parla già di ‘modello cui ispirarsi’ – sembra un’operazione inopportuna e per alcuni versi strumentale: non è un caso che, all’ignoranza del testo si sia aggiunta quella delle reazioni: dal più classico “ora ci tocca mantenerli tutti ”passando per “assisteremo all’invasione dei minorenni stranieri” fino all’estrema interpretazione che vedrebbe nel principio di inespellibilità (che ripetiamo è pre-esistente alla legge) una presunta “volontà di sostituzione di popolo italico”.
Ci chiediamo, piuttosto stupiti per l’ennesima prova di approssimazione su un tema così delicato come l’immigrazione (per giunta di minorenni soli), cosa possa condurre a simili superficialità. Tendiamo a dare, però, la solita risposta: su questo fenomeno, in Italia, si celebra il festival permanente dell’imprecisione e dell’approssimazione.

Di seguito, riportiamo in breve, i punti su cosa cambia con la nuova legge sui minori non accompagnati.

La prima significativa novità è l’essere una norma rivolta ai minori non accompagnati (come definiti dall’art.2 della legge), prima di tutto riconosciuti come bambini e adolescenti, titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori italiani e dell’Unione Europea, proprio in ragione della condizione di estrema vulnerabilità.
L’Art. 3 della nuova legge introduce esplicitamente un “divieto assoluto di respingimento alla frontiera” che non può essere disposto in nessun caso, a differenza del precedente art. 19 TU immigrazione che prevedeva la possibilità soltanto se effettuato con modalità compatibili con le singole situazioni personali, debitamente accertate.
Questa legge interviene per risolvere alcuni problemi pratici dell’accoglienza. Al fine di rispondere al problema della fuga dalle strutture di accoglienza, i tempi di permanenza nelle strutture di prima accoglienza sono stati ridotti da 60 a 30 gg. In questa fase, dovrà svolgersi l’identificazione del minore (massimo 10gg) e l’eventuale accertamento dell’età. Sempre in questa fase cruciale del processo di accoglienza è garantito un colloquio con uno psicologo dell’età evolutiva, ove necessario con la presenza di un mediatore. In seguito, i msna saranno collocati in strutture SPRAR diffuse su tutto il territorio nazionale.
Tali strutture come specificato dal testo legislativo devono essere destinate esclusivamente ai minori.
L’art. 5 disciplina in maniera uniforme sul territorio nazionale la procedura d’identificazione del minore. Da oggi, diventa obbligatorio notificare il provvedimento sia al minore sia al tutore provvisorio, garantendo in questo modo la possibilità di ricorso. Nella fase d’identificazione è prevista la presenza di mediatori culturali, i quali dovranno seguire tutta la procedura, così da rendere edotto il minore su tutti i passaggi.  L’art. 9 istituisce un sistema informativo nazionale sui minori non accompagnati in cui confluisce la c.d. Cartella Sociale che accompagnerà il minore in tutto il suo percorso, sin dal primo colloquio nella fase di prima accoglienza.
Gli artt. 6 e 8 introducono modifiche in merito alla disciplina delle indagini familiari e del rimpatrio assistito. Per le indagini familiari ci si avvale d’idonei organismi internazionali, oggi tale compito è svolto dall’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). Per il rimpatrio assistito, si passa dalla competenza di un organo prettamente amministrativo (Direzione Generale dell’Immigrazione) al Tribunale per i Minorenni che rappresenta l’organo costituzionalmente competente a valutare il superiore interesse del minore.
Quest’ultimo, entro tre mesi, dovrà dotarsi di un elenco di “tutori volontari” che assicureranno a ciascun minore una figura adulta di riferimento. I tutori volontari dovranno essere adeguatamente selezionati e formati dai Garanti regionali per l’infanzia e l’adolescenza. L’art. 7, introducendo il comma 1-bis all’art. 2 della legge n. 183/84, obbliga gli enti locali a promuovere l’affidamento familiare, istituto prioritario rispetto a quello dell’accoglienza in strutture.
Sono introdotte solo due tipologie di permesso di soggiorno: quello per minore età e quello per motivi familiari, in sostituzione dei permessi per affidamento, integrazione, attesa affidamento, utilizzati per consuetudini o mai utilizzati. Gli articoli dal 14 al 17 prevedono maggiori tutele per il diritto alla salute e all’istruzione. Da oggi è possibile procedere all’iscrizione al SSN, anche prima che sia nominato il tutore. Riguardo al diritto all’istruzione, sono incentivate convenzioni per l’apprendistato e l’attivazione di misure specifiche per l’assolvimento dell’obbligo scolastico.
In tutte le fasi amministrative e/o giudiziarie sono introdotte disposizioni a tutela dell’ascolto del minore e il diritto a nominare un legale di fiducia, avvalendosi, in base alla normativa vigente, del gratuito patrocinio in ogni stato e grado del procedimento. L’art.17 stabilisce una particolare tutela per i minori non accompagnati vittime di tratta attraverso uno specifico programma di assistenza.
Gli enti e le associazioni di tutela per i diritti degli stranieri, purché registrate presso il Ministero del Lavoro, potranno intervenire nei giudizi che vedono coinvolti i minori non accompagnati e ricorrere per l’annullamento di atti ritenuti illegittimi e/o lesivi dei loro diritti.


Foto: Al Fadhel


E-BOOK GRATIS
SCARICA GRATUITAMENTE LA GUIDA PRATICA
I Minori Stranieri non Accompagnati



LEGGE ZAMPA SUI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI (TRA SODDISFAZIONE E DISINFORMAZIONE)

Alla soddisfazione per una proposta sacrosanta divenuta finalmente legge, fa da contraltare la pessima interpretazione che la stampa dif...
Il giorno 16 Novembre è stato presentata a Roma l’edizione 2016 del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia di Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Cittalia, ANCI e Servizio centrale dello SPRAR in collaborazione con l’UNHCR. Le cifre e il punto della situazione su asilo e accoglienza, con i primi dati SPRAR per il 2016 e un focus su salute mentale e immigrazione nel nostro Paese. Ormai alla terza edizione, il Rapporto, unico in Italia, fa il punto sia sul fenomeno dei migranti forzati nel mondo sia su quello dei richiedenti protezione internazionale in Italia e in Europa, quest’anno con l’aggiunta di un focus su salute mentale e immigrazione nel nostro Paese.  "Investire su accoglienza e integrazione significa non solo restituire dignità e futuro a una persona, ma contestualmente produrre legalità e contrastare le molteplici forme di sfruttamento a cui assistiamo. D’altronde, che convenga puntare su un sistema di accoglienza strutturato e coordinato è facilmente desumibile dal fatto che una persona lasciata al suo destino diviene facilmente oggetto di attenzioni da parte della criminalità, che non di rado utilizza i canali dell’asilo per far proliferare i propri traffici" "L’arrivo in Europa di oltre un milione di profughi nel corso del 2015 ha messo definitivamente in crisi quelle certezze su cui il vecchio continente ha cercato negli ultimi 50 anni di costruire un’identità comune… L’unico strumento previsto dall’Agenda europea che ad oggi ha trovato un’effettiva attuazione sono i centri all’interno dei quali è stato assunto l’approccio hotspot, che sono parte di un sistema respingente che non di rado nega l’accesso alla procedura di protezione internazionale… In tanta confusione e indeterminatezza, a pagarne le spese sono i migranti a cui talvolta, come viene ricorrentemente ricordato dalle associazioni di tutela, non è garantita la possibilità di accedere alla richiesta di asilo creando quella che qualcuno ha definito la fabbrica della “clandestinità di Stato” che produce centinaia di nuovi fantasmi, persone in carne ed ossa che rischiano il rimpatrio o la detenzione nei CIE, o nel migliore dei casi, un soggiorno in un limbo infernale di sfruttamento e ricattabilità. Ne incontriamo molti sui territori. Si tratta di persone disorientate che si rivolgono alle organizzazioni umanitarie per chiedere un sostegno o semplicemente un orientamento" Nel primo semestre 2016, si legge nel Rapporto, "i progetti finanziati dal FNPSA sono stati 674, 244 in più rispetto al 2015 (per complessivi 27.089 posti in accoglienza), di cui 520 destinati all’accoglienza di richiedenti e titolari di protezione internazionale appartenenti alle categorie ordinarie (24.593 posti), 109 destinati a minori non accompagnati (1.916 posti) e 45 a persone con disagio mentale e disabilità fisica (580 posti)". Con i processi dell’ampliamento straordinario promosso dal Viminale, la capienza è poi salita a 27.089 posti (di cui 12.485 strutturalmente finanziati da bando e 14.604 posti aggiuntivi). Gli enti locali titolari di progetto sono stati 574 in tutto: 533 Comuni, 29 Province e 12 unioni di Comuni.
Preoccupa "la condizione di estrema precarietà che colpisce i minori stranieri non accompagnati, per i quali non si riesce a implementare un sistema in grado di dare risposte immediate". "Seppure il sistema di accoglienza teoricamente sia oramai stato delineato (sia nell’Intesa del 2014 sia nel DLgs 142 del 2015), allo stato attuale, con un gravissimo ritardo di quasi due anni, il percorso di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati risulta ancora carente, non strutturato e definito. La presa in carico dei minori non accompagnati in Italia si caratterizza, ancora oggi, per la forte eterogeneità delle politiche sociali e socio-educative, per l’assenza di un unico modello sociale di riferimento e per la ricaduta differenziata a livello locale del fenomeno stesso". Preoccupa inoltre, soprattutto negli ultimi mesi, "l’incremento esponenziale dei dinieghi (circa il 60%) pronunciati dalle Commissioni territoriali competenti sulle istanze per il riconoscimento della protezione internazionale (asilo o protezione sussidiaria) o umanitaria, e il corrispondente innalzamento del livello di tensione nei centri di accoglienza variamente denominati, nei quali i migranti rimangono in attesa di una decisione sul loro status".



Mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando i dati del nuovo Rapporto sulla protezione ha sottolineato come sia evidente la crescita delle accoglienze in strutture precarie e straordinarie (oltre il 300% in tre anni), mentre il numero dei richiedenti asilo e rifugiati negli SPRAR è aumentato solo del 20%: sono dati che chiedono di continuare un impegno di accoglienza diffusa e organica sul territorio nazionale, a tutela di un diritto fondamentale, quale è l’asilo.

Anche la situazione dei minori non accompagnati, quasi raddoppiati nel 2016 rispetto al 2015 – ha proseguito Mons. Perego -, vede ancora un’accoglienza in strutture straordinarie (12.000 su 14.000), inoltre concentrata sia nelle strutture straordinarie che negli SPRAR per i minori, soprattutto in Sicilia (10 volte più che in Veneto e cinque volte più che in Lombardia), e in Calabria, mentre cresce anche il numero degli “irreperibili”, almeno 8.000 nel 2016: un tema che richiede con urgenza l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore della legge.

Focus: migrazione e salute mentale
«Nonostante manchino ancora ricerche e dati affidabili, gli operatori del settore hanno rilevato un aumento di richieste di ricoveri e cure psichiatriche da parte di migranti con vissuti di psico-traumatologia e talvolta di emarginazione sociale precedenti la migrazione».

«Nonostante la presenza di strutture dedicate di alto livello (la stessa rete dello SPRAR comprende progetti specifici dedicati ai richiedenti e rifugiati con disagio mentale e disabilità fisica), di fronte a una crescente domanda di assistenza psichiatrica, la risposta dei servizi italiani appare difficoltosa sia per la forte pressione cui essi sono stati sottoposti in modo relativamente inaspettato, sia per la necessità di sviluppare competenze cliniche e fornire soluzioni organizzative nuove… Per quanto tuttavia la situazione possa apparire complessa, tali difficoltà possono rivelarsi un’opportunità preziosa per promuovere la crescita e la maturazione complessiva di tutti i servizi assistenziali e sanitari coinvolti, con potenziali ricadute positive su tutto il sistema».

Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016. Preoccupano le condizioni di precarietà dei minori non accompagnati

Il giorno 16 Novembre è stato presentata a Roma l’edizione 2016 del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia di Fondazione M...
26.701 posti finanziati, di cui 1.838 per minori non accompagnati e 580 per persone con disagio mentale o disabilità; 674 progetti; e 574 enti locali titolari di progetto, soprattutto Comuni ma anche 29 Province, 12 unioni di Comuni, più vari “ambiti territoriali e sociali”, consorzi intercomunali, “società della salute”, “associazioni territoriali di zona” e comunità montane, per un totale di 1.200 Comuni coinvolti a vario titolo.

Sono i numeri della rete SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) al giugno 2016, che vengono diffusi in queste ora a Roma alla presentazione dell’Atlante SPRAR 2015.

Questi dati sono in crescita rispetto agli anni precedenti.

In tutto il 2015 (ultimo anno cui si riferiscono le cifre più analitiche dell’Atlante) sono “passati”, cioè sono stati accolti nei progetti SPRAR italiani 29.761 richiedenti asilo e rifugiati.

Ancora, si legge nell’Atlante, per quanto riguarda i servizi erogati nell’ambito dei progetti, rispetto al 2014 «il 2015 vede un peso più rilevante delle attività volte all’inserimento socio-lavorativo, mentre negli anni precedenti rivestivano maggiore peso i servizi riconducibili alle prime fasi di presa in carico dei beneficiari».

Per i curatori del rapporto-atlante, «ciò può essere interpretato come il segnale di un’accoglienza che, nonostante il permanere di un contesto italiano e internazionale complesso e caratterizzato da una difficile gestione dei flussi migratori, sembra stia lentamente abbandonando il carattere puramente emergenziale, arrivando a strutturare e consolidare un sistema in grado di far fronte più efficacemente ad afflussi costanti e consistenti, non solo grazie ai continui ampliamenti della capacità ricettiva ma anche grazie a una più efficiente cooperazione tra i diversi soggetti che, a vario titolo, sono impegnati nella gestione e nell’accoglienza».

Dall’Atlante emerge un quadro positivo e incoraggiante della rete di “accoglienza integrata” degli enti locali, con i suoi standard di qualità. È un quadro, tuttavia, che deve essere considerato all’interno del composito e disuguale “sistema” di accoglienza italiano: secondo gli ultimi dati del Viminale, su un totale di 135.400 richiedenti asilo, rifugiati e migranti oggi in accoglienza nel nostro Paese, quelli inseriti in progetti SPRAR sono appena 20.347, il 15%. La stragrande maggioranza, 100.383 persone, sono ospitati nelle strutture temporanee, e ben 14.670 nei centri di prima accoglienza, o negli hotspot.

Mentre i 574 enti titolari dei progetti SPRAR (sia pure con il totale dei 1.200 Comuni coinvolti a vario titolo) rimangono un’esigua minoranza rispetto al totale degli 8.000 Comuni italiani.

Il nuovo Atlante SPRAR 2015, come di consueto, scatta un’ “istantanea” sul numero e il profilo dei beneficiari accolti, sui servizi offerti e sulla distribuzione nazionale e regionale dei richiedenti asilo e rifugiati presenti nella rete. Si aggiunge quest’anno un focus dedicato alle storie di inclusione e collaborazione tra residenti locali e beneficiari per la valorizzazione del territorio. (ViediFuga.org)

Atlante SPRAR 2015: i dati positivi di una rete “per pochi”

26.701 posti finanziati, di cui 1.838 per minori non accompagnati e 580 per persone con disagio mentale o disabilità; 674 progetti; e 574 ...
Con decreto del ministro dell’Interno, sono stati ammessi al contributo 73 progetti che assicureranno, da dicembre 2015 a dicembre 2016, l’attivazione di 1.010 nuovi posti per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati nella rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).

Il decreto del 3 dicembre 2015 ha adottato, sentita la Conferenza Stato – Regioni, la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento approvata dalla competente Commissione lo scorso 23 novembre all’esito della valutazione delle richieste di contributo da parte degli enti locali.


Graduatoria

Accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: 1.010 nuovi posti per la rete SPRAR

Con decreto del ministro dell’Interno, sono stati ammessi al contributo 73 progetti che assicureranno, da dicembre 2015 a dicembre 2016, l...
In tutto 73 nuovi progetti di accoglienza Sprar in altrettanti Comuni, metà dei quali al loro primo ingresso nel Sistema di accoglienza per i rifugiati ed i richiedenti asilo gestito dall'Anci e ministero dell'Interno. Con il via libera di oggi da parte della Conferenza Unificata, il sistema Sprar guadagna ulteriori 1010 posti per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati a partire dal prossimo 1° dicembre, con uno stanziamento dedicato pari a 21 milioni di euro.

I posti saranno suddivisi appunto in 73 Comuni su tutto il territorio nazionale. Le Regioni con il maggior numero di Comuni coinvolti sono Sicilia (16 Comuni), Calabria (13), Emilia-Romagna (10), Puglia (9), Lombardia (6), Campania e Molise (4).

"Ringraziamo il ministero dell'Interno - afferma il presidente del Consiglio nazionale dell'Anci, Enzo Bianco - che con questa decisione permette ai Comuni di far fronte ad una delle emergenze più stringenti del fenomeno immigrazione, quella legata all'accoglienza e al ricovero dei minori. Dopo le difficoltà iniziali, il sistema Sprar allargato anche ai minori stranieri non accompagnati si fa sempre più capillare".




E-BOOK GRATIS




SCARICA GRATUITAMENTE LA GUIDA PRATICA
I Minori Stranieri non Accompagnati




Immigrati, ecco come sono suddivisi i nuovi 1010 posti Sprar

In tutto 73 nuovi progetti di accoglienza Sprar in altrettanti Comuni, metà dei quali al loro primo ingresso nel Sistema di accoglienza per ...
Ciò che stà succedendo nel quartiere romano di Tor Sapienza è estremamente grave.

La frustrazione della periferia contro i minori stranieri non accompagnati e rifugiati

Ciò che stà succedendo nel quartiere romano di Tor Sapienza è estremamente grave.
I sindaci dei comuni italiani chiedono al governo di inserire le norme Piano accoglienza in conversione dl 119/2014, necessarie a consentire l’attuazione dell’intesa con regioni ed enti locali.

MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: SINDACI CHIEDONO NORME “PIANO ACCOGLIENZA”

I sindaci dei comuni italiani chiedono al governo di inserire le norme Piano accoglienza in conversione dl 119/2014, necessarie a consentir...

Le comunità del Cnca scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna). Tanti i nodi da sciogliere: dalle strutture per soli minorenni stranieri “da disincentivare”, alle disomogeneità tra regioni. "Situazione trattata ancora come evento emergenziale"

Minori stranieri, "rivedere l'accoglienza: 45 euro al giorno non bastano"

Le comunità del Cnca scrivono al ministero dell’Interno, allo Sprar e all’Anci sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ...
L’estate italiana è ricca di problemi, ma evidentemente i nostri governanti ritengono opportuno aggiungerne altri al calderone che li contiene e che già è in ebollizione da tempo.

Il governo dimezza i fondi per i piccoli sopravvissuti del mare

L’estate italiana è ricca di problemi, ma evidentemente i nostri governanti ritengono opportuno aggiungerne altri al calderone che li conti...
L’assessora alle politiche sociali della Liguria, Lorena Rambaudi spiega i dettagli del piano per l’accoglienza: arrivano gli hub per la prima accoglienza, si estende lo Sprar e le rette per i minori non accompagnati passano da 20 a 45 euro.

Piano di accoglienza, più soldi alle regioni per i minori non accompagnati

L’assessora alle politiche sociali della Liguria, Lorena Rambaudi spiega i dettagli del piano per l’accoglienza: arrivano gli hub per la pr...
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

 

Minori Stranieri Non Accompagnati © 2015 - Designed by Templateism.com, Plugins By MyBloggerLab.com