Italia condannata per i respingimenti verso la Libia


Italia condannata per i respingimenti verso la Libia. Nel c.d. caso HIRSI la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato il “Bel Paese” per violazione dell’Art.3 della Convenzione dei diritti dell’Uomo riguardante  “Trattamenti degradanti e tortura” nonché l’art. 4 del Protocollo 4 della Convenzione che proibisce i respingimenti collettivi.

Nella richiamata sentenza della CEDU l’Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive, oltre al diritto  per le vittime di fare ricorso presso i tribunali italiani. L’Italia dovrà versare 15 mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime, mentre 2 ricorsi sono stati giudicati inammissibili.
Il caso Hirsi:  “il 6 maggio 2009 a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, le autorità italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza) è scritto sul sito del Cir, il Centro italiano per i rifugiati - I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volontà, senza essere prima identificati, ascoltati né preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. I migranti non hanno avuto alcuna possibilità di presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200 migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state rintracciate e assistite in Libia dal Consiglio Italiano per i Rifugiati e hanno incaricato gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo”.

 “Sarà una sentenza storica, il verdetto sulla prima operazione di respingimento fatta dall’Italia – ha scritto Hein sul sito del Cir – Potrebbe vietare in modo definitivo e inderogabile le operazioni di respingimento di migranti intercettati o soccorsi anche in acque internazionali. La pronuncia della Corte marcherà un principio fondamentale di cui anche l’attuale governo non potrà non tenere conto nel rinegoziare gli accordi di cooperazione con il Governo di Transizione Libico”, è stato il commento del direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati. Hein ha aggiunto “La maggior parte di essi è stata reclusa per molti mesi nei centri di detenzione libici ove ha subito violenze e abusi di ogni genere – ha scritto il Cir - Due ricorrenti sono deceduti nel tentativo di raggiungere nuovamente l’Italia a bordo di un’imbarcazione di fortuna. Altri sono riusciti a ottenere protezione in Europa, un ricorrente proprio in Italia. Prima respinti e poi protetti, a dimostrazione della contraddittorietà e insensatezza della politica dei respingimenti”.

“Oltre al giudizio che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo esprimerà sulle violazioni del diritto internazionale, dobbiamo comunque sottolineare che l’Italia ha una responsabilità morale diretta sulle conseguenze dei respingimenti – ha detto al Cir l’avvocato Anton Giulio Lana, legale dei ricorrenti insieme ad Andrea Saccucci – Le storie di violenza che i ricorrenti ci hanno raccontato, sono drammatiche. E’ evidente che i respingimenti sono stati la causa diretta per cui centinaia di rifugiati sono stati detenuti in Libia e per cui molti hanno perso poi la vita nel tentativo di raggiungere, di nuovo, l’Europa”. Secondo le stime dell’UNHCR (l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, ndr), nel 2011 sono stati circa 1.500 i migranti hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia via mare.

Non si sono fatte attendere le reazioni della politica. Non si sono fatte attendere neanche i commenti inetti di alcuni esponenti del Governo Berlusconi.
Minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com si unisce al messaggio diretto al governo Monti da Christopher Hein ”Nel ricontrattare gli accordi di cooperazione con il Governo di Transizione Libico – ha detto il direttore del Cir – i diritti dei rifugiati non possono essere negoziati; su questo tema ci aspettiamo dal nuovo esecutivo posizioni chiare e più forti di quelle che abbiamo rilevato in queste settimane”. Chiaro il riferimento al futuro atteggiamento dell’esecutivo italiano, visto che la sentenza della Corte di Strasburgo, come ha sottolineato Hein, “prova che nelle operazioni di respingimento sono stati sistematicamente violati i diritti dei rifugiati. L’Italia ha infatti negato la possibilità di chiedere protezione e ha così respinto in Libia più di mille persone che avevano il diritto di essere accolte in Italia”.
Il ministro per la Cooperazione Riccardi ha commentato: “stiamo molto attenti alle dimensioni europee. Valuteremo con grande attenzione questa sentenza che ci farà pensare e ripensare alle nostre politiche sulle migrazioni. Vogliamo fare una politica chiara,trasparente e corretta sull’immigrazione, senza niente da nascondere”.
Riccardi ha aggiunto: “Io ho le mie idee personali, ma siamo abituati a prendere decisioni collegiali, quindi il governo deciderà se ricorrere – ha detto – Prima la vogliamo vedere: è una notizia che mi è solo arrivata ma che accetto con rispetto. La sentenza ha valore sia reale che simbolico”.
Questa sentenza deve far riflettere anche riguardo ai dati forniti dall’Onu secondo cui i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare a Lampedusa da maggio 2008 ad aprile 2009 sono stati 314 su un totali di minori di 2.191.
Cari amici concludiamo con la speranza  che l’Italia faccia tesoro della forte condanna alle politiche migratorie tenute fino ad adesso.

LEONARDO CAVALIERE




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