La Jungle di Calais, anche dopo gli sgomberi, ha continuato ad esistere, sotto altre forme, perché esiste ancora il motivo della stessa esistenza di un campo come quello francese.

Da qualche giorno, come riportato dal The Guardian, diversi minori rifugiati a Calais, hanno iniziato lo sciopero della fame. A far scaturire la protesta sono i ritardi nei trasferimenti verso il Regno Unito.

La lunga attesa della decisione dell'Home Office ha spinto un minorenne a tentare il suicidio.

Calais è un limbo in cui molti minori si trovano a dover fare i conti con il tritacarne della burocrazia.

Funzionari dell'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite hanno espresso forti preoccupazioni per la salute di almeno 35 minori non accompagnati bloccati a Calais.

La maggior parte provengono dall'Afghanistan. Hanno presentato richieste di ricongiungimento familiare, come da regolamento Dublino III, ma le decisioni ho ancora non sono arrivate o hanno impiegato in alcuni casi anche 16 mesi, quando il provvedimento dovrebbe essere adottato entro due mesi.

Il Guardian ha potuto leggere delle mail dell'UNHCR che recita:"In particolare, è emerso che lo stato mentale e psicologico dei bambini si era deteriorato nelle ultime settimane, tra cui il caso di un bambino che ha tentato il suicidio e 15 minori che stanno attualmente facendo lo sciopero della fame. Siamo stati informati che alcuni dei minori stavano aspettando da diversi mesi, e probabilmente da un anno, per la conferma di accettazione e per il trasferimento nel Regno Unito.”

Un'altra email al Ministero degli Interni delle autorità francesi recita: "Riceviamo notizie molto preoccupanti dall'UNHCR in merito ad alcuni casi di minori non accompagnati. Temiamo seriamente per la salute mentale e fisica, nonostante la qualità del supporto che ricevono dalle autorità locali in Francia.”

"Tutti sono in procinto di ricongiungersi con la propria famiglia in base alla legge Dublino III, e hanno aspettato per alcuni mesi o addirittura un anno per alcuni, una risposta alle loro richieste o per un effettivo trasferimento nel Regno Unito.

"A causa di questi eccessivi ritardi, il loro stato mentale si è considerevolmente deteriorato: un bambino ha cercato di uccidersi la settimana scorsa e altri sono in sciopero della fame".

Le e-mail forniscono un'istantanea sulle condizioni disperate incontrate dai ragazzi che arrivano a Calais, avendo compiuto viaggi insidiosi attraverso l'Europa dal Medio Oriente, dall'Asia meridionale e dall'Africa.

Come Funziona il Regolamento di Dublino III.

In base al regolamento Dublino III, la Francia invia una "richiesta di presa in carico" al Regno Unito per indicare che il minore vuole ricongiungersi con un familiare nel Regno Unito.

Le autorità britanniche hanno due mesi per rispondere. Se la richiesta viene accettata, avranno quindi sei mesi per effettuare il trasferimento.


Yvette Cooper, presidente del comitato ristretto per gli affari interni, ha dichiarato: "Queste rivelazioni sono scioccanti e inquietanti. Adolescenti e bambini che sono da soli, ma hanno una famiglia qui in Gran Bretagna che può prendersi cura di loro, non dovrebbero essere bloccati a causa di una burocrazia lunga e tortuosa.”

"Le autorità britanniche e francesi devono agire insieme e accelerare queste decisioni e questi processi in modo che i giovani vulnerabili non debbano deprimersi o essere sfruttati."

"I giovani rifugiati e richiedenti asilo hanno spesso già subito un enorme trauma, e ora abbiamo dei minori che fanno lo sciopero della fame e alcuni di loro hanno tentato perfino il suicidio nei campi profughi in Europa a causa dei lunghi ritardi e dell'incertezza sulle decisioni sul loro futuro.”

"Più e più volte abbiamo sollecitato la Gran Bretagna e la Francia ad accelerare il sistema. Nessun minore vulnerabile dovrebbe rimanere bloccato ad aspettare da solo nei campi fino a un anno, quando potrebbero stare con la famiglia, in una casa sicura o a scuola ".

"Al momento di decidere se consentire ai minori di unirsi alla famiglia nel Regno Unito, il governo sta regolarmente superando i limiti di tempo consentiti dalla legge europea", ha detto Eleanor Harrison, rappresentante di Safe Passage, un'organizzazione che fornisce supporto legale ai migranti.
"Purtroppo, i ritardi evidenziati in questo caso non sono eccezionali. Molti minori che potrebbero ricostruire la loro infanzia con la loro famiglia sono invece spesso bloccati nel limbo per un anno o più."

"Ovviamente è necessario assicurarsi che il ricongiungimento familiare sia nel miglior interesse del bambino, ma chiaramente i loro interessi non vengono raggiunti se ritengono di non avere altra scelta che continuare lo sciopero della fame o tentare il suicidio.”

"Una ricerca di Safe Passage ha rilevato che alcuni bambini hanno avuto un’attesa di 16 mesi per il ricongiungimento familiare in Europa - questi ritardi eccessivi aumentano il rischio di fuga, cercare metodi pericolosi per attraversare le frontiere, come saltare sul retro di un camion o affidarsi ai contrabbandieri.”

"Invitiamo il governo a rispettare i suoi obblighi internazionali e assicurare che i bambini siano trasferiti nel Regno Unito in modo sicuro e il più rapidamente possibile".

Le cifre ufficiali mostrano che soltanto 450 minori non accompagnati richiedenti asilo sono arrivati ​​nel Regno Unito dall'inizio del 2015 in base al regolamento Dublino III.

Leonardo Cavaliere

C’era una volta la Jungle di Calais?

La Jungle di Calais, anche dopo gli sgomberi, ha continuato ad esistere, sotto altre forme, perché esiste ancora il motivo della stessa e...
I movimenti dei minori stranieri non accompagnati alle frontiere settentrionali è un volume  di studio e di proposta dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'adolescenza  che rileva le criticità e propone soluzioni e raccomandazioni a tutti gli attori sociali coinvolti nella tutela dei minori non accompagnati.

Il volume analizza tutti quei minori, perlopiù tra i 13 e 17 anni, che arrivano in Italia e che a volte raggiungono i confini settentrionali della Penisola, con la volontà di superarli. A volte li hanno superati e sono stati respinti.

Le criticità sono di due tipi: 
  • quelle di sistema e 
  • quelle specifiche dei singoli territori. 
Tra le criticità di sistema si rileva:
  • Il fatto che non sono previste strutture di accoglienza di confine per ospitare i minori transitanti.
  • Non sono stati adottati i decreti attuativi della legge 47/2017.
  • Le informazioni, in particolare sui diritti e doveri, forniti ai minori al loro arrivo in Italia, risultano lacunose. Tale incompletezza d'informazioni e/o la lacunosità delle stesse aumenta in maniera esponenziale il rischio di divenire preda di reti criminali.

Per far fronte alle esigenze immediate, scaturite da un ciclo di audizioni tenutesi dal 3 al 5 ottobre scorsi con le istituzioni e gli operatori attivi, in particolare, sulle frontiere a Ventimiglia, Bardonecchia, Como e Chiasso, in provincia di Bolzano e a Trieste, l’Autorità ha formulato raccomandazioni specifiche per rendere efficace il sistema di protezione dei minori non accompagnati in generale, per l’accoglienza, per i meccanismi di ricongiungimento familiare, di rimpatrio volontario assistito, di relocation e per la tutela volontaria.

Le raccomandazioni dell’Autorità garante:

  • Le istituzioni competenti sono state sollecitate a garantire un’informazione capillare e uniforme su tutto il territorio nazionale – anche attraverso opuscoli ad hoc tradotti in più lingue – destinata ai minori stranieri non accompagnati, relativa ai diritti di cui sono titolari e alle opportunità che il sistema italiano offre loro. 
  • Definire la figura del mediatore culturale e incoraggiarne la formazione, prevendendone la presenza obbligatoria nei centri di accoglienza e durante i pattugliamenti delle frontiere settentrionali. 
  • Prevedere centri di transito per minori stranieri non accompagnati nelle zone interessate dai movimenti e di provvedere a un’equa distribuzione dei ragazzi sul territorio nazionale in modo da garantire a ciascuno di loro un tutore volontario.



Leonardo Cavaliere

Foto MSF

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I movimenti dei minori stranieri non accompagnati alle frontiere settentrionali.

I movimenti dei minori stranieri non accompagnati alle frontiere settentrionali è un volume  di studio e di proposta dell' Autorità...
La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la Grecia, detenendo dei minori migranti non accompagnati nelle stazioni di polizia di frontiera li ha sottoposti a trattamento degradante. I minori arrivati poco prima della firma dell'accordo Ue-Turchia, provenienti da Siria, Iraq e Marocco, avevano all'epoca tra i 14 e i 17 anni. Hanno passato tra i 21 e i 33 giorni nelle stazioni di frontiera prima di essere trasferiti in un centro di accoglienza con una zona destinata ai minori. Nella sentenza la Corte di Strasburgo ha ribadito che le stazioni di polizia "non sono dei luoghi in cui si possono detenere le persone per più giorni" e che certe loro caratteristiche, come il fatto di non poter uscire all'aria aperta, la mancanza di determinati servizi, è un'aggravante nel caso si tratti della detenzione di minori. I giudici inoltre sottolineano che già nel 2017 il comitato anti tortura del Consiglio d'Europa ha definito "inaccettabile" il fatto che dei minori siano tenuti nelle stazioni di polizia, per diversi giorni o anche settimane, senza alcuna assistenza sociale e psicologica. (ANSAmed)


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Migranti: Corte Strasburgo, Grecia viola diritti minori

La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la Grecia , detenendo dei minori migranti non accompagnati nelle stazioni di polizia...
Nel 2018, l'Unicef ha raggiunto “circa 7.000 giovani migranti e rifugiati”: 2.191 hanno beneficiato del miglioramento dei servizi e delle condizioni di accoglienza; 243 hanno beneficiato del sistema di tutela con 198 i tutori volontari supportati; 310 sono famiglie/singoli formati per l’affido e primi affidamenti sono stati lanciati con successo; 1.520 minorenni sono stati identificati, supportati e orientati ai servizi nelle aree di transito; circa 1.500 minorenni hanno partecipato ad attività socio-ricreative; 500 hanno beneficiato di programmi di sviluppo delle competenze.

Alcuni dati del nuovo Report 2018 sul Programma Unicef in Italia a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati.

Nel 2018, l’UNICEF ha raggiunto circa 7.000 giovani migranti e rifugiati:

2.191 hanno beneficiato del miglioramento dei servizi e delle condizioni di accoglienza;

243 hanno beneficiato del sistema di tutela – 198 i tutori volontari supportati;

310 sono famiglie/singoli formati per l’affido e primi affidamenti sono stati lanciati con successo;

1.520 minorenni sono stati identificati, supportati e orientati ai servizi nelle aree di transito;

circa 1.500 minorenni hanno partecipato ad attività socio-ricreative;

500 hanno beneficiato di programmi di sviluppo delle competenze;

oltre 1.100 sono stati i giovani migranti e rifugiati a cui si è data voce attraverso la piattaforma U-Report on the Move.

Il 2017 ha visto prevalentemente l'approdo di minorenni stranieri non accompagnati provenienti dai Paesi subsahariani dell’Africa occidentale, mentre il 2018 sono state di Albania ed Egitto”.

Report 2018 sul programma dell’Unicef in Italia

Nel 2018, l'Unicef ha raggiunto “circa 7.000 giovani migranti e rifugiati”: 2.191 hanno beneficiato del miglioramento dei servizi e d...
La Casa dello studente Slovena Srečka Kosovela è il centro di pronta accoglienza di Trieste per i minori stranieri non accompagnati che opera nella città friulana dal 1992. 
Il 2018 ha rappresentato per Trieste il record di arrivi in città, 588.
Le principali nazionalità rappresentate sono il Kosovo e il Pakistan. Insieme rappresentano il 60% del totale.
“Proprio a causa di questo incremento – spiega Marcello Bergamini, assistente sociale del Comune di Trieste sul Fatto Quotidiano – abbiamo messo su un centro di pronta accoglienza attivo 24 ore su 24 dove i minori vengono inviati dalla Questura e dopo un giorno vengono distribuiti nelle comunità per minori convenzionate con il comune di Trieste che sono 18 in tutta la regione”.
Le stime che riporta Bergamini di ingressi sono alte. “Nei momenti caldi anche di 200 persone al giorno che entrano”. E nei periodi come l’inverno ci sono comunque arrivi di minori? “Almeno un ingresso al giorno c’è”.

Leonardo Cavaliere

Foto: Ansa





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I minori non accompagnati de la Casa dello studente Slovena Srečka Kosovela

La Casa dello studente Slovena Srečka Kosovela è il centro di pronta accoglienza di Trieste per i minori stranieri non accompagnati che ...
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