Tratta e sfruttamento: "In Italia attivare il Piano ministeriale entro il 2012"

"In Italia è stata finalmente messa a punto nel gennaio scorso da parte del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali la prima bozza del Piano Nazionale Anti-Tratta, ed è assolutamente necessario che venga attivato entro il 2012, come annunciato, e che si avii l'osservatorio nazionale, come è importante che l'identificazione dei minori vittime di abusi comprenda non solo lo sfruttamento sessuale ma tutte le forme possibili di sfruttamento" Così Carlotta Bellini, responsabile protezione dei minori di Save the Children Italia nel commentare il Report internazionale sui minori vittime di tratta e sfruttamento 'I piccoli schiavi invisibili 2012' diffuso in occasione della Giornata Onu in ricordo del commercio degli schiavi e della sua abolizione il 23 agosto scorso.


Secondo il dosseir, il numero di minori vittime di tratta nel mondo è pari secondo le stime a 1,2 milioni, ma se si considerano quelli che subiscono comunque uno sfruttamento sessuale o lavorativo il numero raggiunge nel 2011 una grandezza di quasi 5 volte superiore (5,5 milioni) e rappresenta il 26 per cento del totale delle vittime (20,9 milioni). "È indispensabile prevedere un sistema nazionale e transnazionale per la presa in carico e l'assistenza di tutte le vittime di tratta e sfruttamento - ha aggiunto la Bellini -, ma si dovrebbe anche, a livello preventivo, far fronte al costante flusso in entrata di minori migranti non accompagnati con un sistema di accoglienza nazionale strutturato e diffuso sul territorio, in grado di garantire accoglienza e protezione adeguate che possano evitare l'esposizione dei minori al loro adescamento".

IL FENOMENO IN ITALIA. In Italia si riscontra una mancanza cronica di dati aggiornati sul fenomeno, ma possono essere certamente considerati la punta dell'iceberg di questa schiavitù spesso invisibile alle statistiche i 280 minori identificati come vittime di tratta o riduzione in schiavitù attraverso procedimenti penali tra il 2004 e il 2011 - provenienti principalmente dall'Europa orientale e balcanica, in misura minore quelli di origine straniera nati in Italia e quelli provenienti da Africa e Asia -, al pari dei più di 100 minori vittime di tratta che hanno beneficiato di programmi di assistenza specifici lo scorso anno. Si stima tra i 1.600 e i 2000 il numero di minori che si prostituiscono in strada, in gran parte vittime di tratta e sfruttamento.

IL RISCHIO PER I MINORI NON ACCOMPAGNATI SBARCATI IN ITALIA. A partire dall'esperienza diretta di Save the Children, desta particolare preoccupazione l'elevata esposizione al rischio di tratta e sfruttamento delle migliaia di minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane. È questo il caso delle giovani nigeriane giunte fra il 2011 e l'agosto 2012 via mare, alcune delle quali si sono ritrovate vittime di uno sfruttamento sessuale su strada che nel nostro Paese non solo si dimostra come un fenomeno cronico, ma si segnala in crescita. I gravi rischi di sfruttamento riguardano anche i circa 1300 afgani che per loro volontà sono solo "in transito" in Italia Paese e quindi "invisibili", o i circa 900 minori egiziani giunti in Italia tra il 2011 e il 2012 con un oneroso debito di viaggio da saldare in fretta e il desiderio di aiutare le famiglie di origine, tutti entrati in contatto con Save the Children al momento dello sbarco o successivamente.

LA TRATTA A SCOPO DI SFRUTTAMENTO SESSUALE.Secondo le informazioni raccolte dagli operatori, lo sfruttamento sessuale di minori su strada è un fenomeno non solo stabile ma addirittura in crescita, soprattutto per le minori rumene e nigeriane. Nel caso di queste ultime, le associazioni che operano in particolare in alcune aree della penisola come Marche, Abruzzo, Molise e nel napoletano, segnalano un aumento delle giovani coinvolte, collegato all'ingresso in Italia durante lo scorso anno di 3.857 migranti di origine nigeriana di cui 179 identificati come minori non accompagnati. Un flusso che nel periodo 1 gennaio-5 agosto 2012 si è invece consistentemente ridotto con l'ingresso di 4 minori non accompagnati su un totale di 159 migranti provenienti dalla Nigeria. Al contrario, l'ingresso delle minori rumene in Italia è facilitato dalla cittadinanza comunitaria e del possesso di documenti di viaggio regolari, e la loro resa in schiavitù avviene sia tramite violenza che attraverso un forte legame affettivo. È l'ingresso in un tunnel di "dolore, sofferenza e di sopruso subito quotidianamente", secondo le parole stesse delle ragazze entrate in contatto con gli operatori che cercano di guadagnare la loro fiducia e informarle sui sistemi di protezione disponibili per incoraggiarle ad uscire dal circuito dello sfruttamento. "Si tratta di ragazze con famiglie molto difficili alle spalle, con un padre violento e alcolista, qualche volta giocatore d'azzardo, e in situazioni di povertà e marginalità, che - ha precisato la Bellini - una volta fuoriuscite dal circuito dello sfruttamento, come dicono con le loro stesse parole sperano in un futuro il più normale possibile, di prendere la patente di guida, imparare un mestiere, lavorare onestamente, risparmiare per avere qualche sicurezza economica per il futuro, trovarsi una casa dove abitare dignitosamente, fare il ricongiungimento familiare, migliorare i rapporti con la propria famiglia d'origine, crearsi una propria famiglia".

I GRUPPI PIÙ NUMEROSI A RISCHIO SFRUTTAMENTO: IL CASO DEI BAMBINI EGIZIANI...Un debito di viaggio dai 4mila ai 10mila euro da restituire in fretta ai trafficanti che tengono sotto scacco la famiglia di origine, è questa una delle prime trappole che rende i minori egiziani giunti da soli in Italia via mare disposti a tutto, anche ad essere sfruttati. Nel 2011 sono giunti sulle coste italiane in 560, ma con gli sbarchi che continuano altri 286 sono arrivati tra il gennaio e il 5 agosto di quest'anno. Nel 2011 ne risultavano presenti sul nostro territorio 1.172 (il secondo gruppo più numeroso dopo gli afgani), di cui più di 1 su 4 era già dichiarato irreperibile e dunque fortemente esposto anche al rischio di tratta e sfruttamento. Nella quasi totalità maschi con un'età tra i 15 e i 17 anni, i minori egiziani provengono principalmente da alcune tra le regioni più povere del paese come Al Fayum, Al Gharbia, Assiut, Monufeia, El Sharkeia e Kalioubia, e sono diretti verso Roma, Milano e Torino. In queste città trovano spesso chi è pronto ad approfittare della loro disponibilità a mettere in pericolo la loro vita o la loro salute pur di ottenere un minimo guadagno anche a condizioni difficili o qualche volta insopportabili, con lavori nel settore edilizio, commerciale, in piccoli negozi, bar e pizzerie, ai mercati e nell'agricoltura.

…E DEI BAMBINI AFGHANI. Il rischio di sfruttamento per i minori migranti afgani si annida invece nella loro "invisibilità", condizione indispensabile durante il loro transito temporaneo in Italia, dove cercano in ogni modo di evitare l'identificazione[1]. Sono stati 948 i minori non accompagnati afgani registrati dagli operatori di Save the Children a Roma nel centro diurno CivicoZero nel 2011 e 310 tra il gennaio e il giugno del 2012. Per quanto riguarda i nuovi arrivi sono 262 minori non accompagnati afgani sbarcati in Italia tra gennaio ed agosto 2012 (10). Esposti a insidie e rischi, partono da soli dall'Afghanistan o dall'Iran, per fuggire a situazioni di guerra e violenza, in cerca di un futuro meno incerto. Dopo un viaggio estenuante che dura mesi, talvolta anni, transitano perlopiù per la Grecia e poi per l'Italia, diretti verso paesi del nord Europa come la Svezia, la Norvegia o il Regno Unito, dai quali si aspettano maggiori opportunità di integrazione e supporto. Durante tutto il viaggio la necessità di trovare i soldi per proseguire gli spostamenti li pone in balia della rete di trafficanti e li vede coinvolti in sfruttamento lavorativo o in attività illegali. In Grecia, ad esempio, si tratta di lavori forzati nel settore dell'agricoltura, delle costruzioni e del lavoro domestico, ma sono anche in alcuni casi i minori costretti dai trafficanti a pagare il viaggio attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti.

LE ATTIVITÀ DI ACCATTONAGGIO. Sono soprattutto rom di origine rumena, tra i 10 e 15 anni se maschi e 15-17 se sono femmine (spesso sposate con i figli piccoli al seguito), i minori coinvolti in attività di accattonaggio in strada e sui mezzi di trasporto a Roma, Milano, Napoli e Torino, come risulta da una ricerca di Save the Children del 2011 svolta nelle quattro città. I minori coinvolti nell'accattonaggio, che li tiene lontani da scuola in media almeno due giorni a settimana e viene praticato normalmente in compagnia di adulti o giovani che li accompagnano, pur mostrando un vissuto di vergogna praticano questa attività a fronte delle condizioni di estrema povertà delle proprie famiglie, e, in alcuni casi, sono a tutti gli effetti vittime di sfruttamento o sono costretti ad effettuare dei furti.

http://www.nannimagazine.it/_resources/_documents/Uploaded-Files/Schiavi%20invisibili.pdf


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