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Luigi Navarra/AP Photo
Il rapporto pubblicato martedì dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha gettato luce su una realtà drammatica e spesso ignorata: più di 63.000 persone sono morte o sono scomparse lungo le rotte migratorie in tutto il mondo nell'ultimo decennio. 

La principale causa di morte è per annegamento, secondo l'OIM, che ha condotto lo studio Missing Migrants Project dal 2014.

Secondo il report, almeno 63.285 persone sono morte o risultano disperse e presumibilmente decedute dal 2014. Il 2023 è stato l'anno più mortale, con oltre 8.500 persone che hanno perso la vita, di cui quasi il 60% a causa dell'annegamento.

La rotta del Mediterraneo è stata teatro di oltre 27.000 morti in mare, con oltre il 60% delle vittime, pari a più di 36.000 persone, vittime di annegamento. La maggior parte delle morti nel Mediterraneo centrale sono state documentate al largo della Libia. Tuttavia, l'OIM ha registrato un aumento delle partenze e, di conseguenza, dei naufragi, al largo della Tunisia, dove almeno 729 persone sono morte nel 2023, rispetto alle 462 dell'anno precedente.

Jorge Galindo, portavoce del Global Data Institute dell'OIM, ha dichiarato all'Associated Press che "i numeri sono piuttosto allarmanti" e che, nonostante siano passati dieci anni, le persone continuano a perdere la vita nella ricerca di una vita migliore.

L'OIM ha sottolineato che i dati pubblicati nel rapporto sono incompleti e probabilmente rappresentano solo una frazione del numero effettivo dei decessi in tutto il mondo, a causa della obiettiva difficoltà nel raccogliere e verificare le informazioni. Molte morti nel deserto del Sahara e interi barconi scomparsi nell'Atlantico sono solo alcuni esempi di "naufragi invisibili".

Nonostante i limiti nei dati, l'OIM ha registrato le morti di quasi 5.500 donne e circa 3.500 bambini sulle rotte migratorie. Di particolare rilevanza è il fatto che su 63.000 persone, la cui morte o scomparsa è stata registrata durante la migrazione dal 2014 al 2023, le informazioni sull'età o sul sesso sono indisponibili per poco più di 37.000 individui (il 59%). Delle 25.925 persone nel database del Missing Migrants Project sono disponibili solo alcune informazioni demografiche, più di 17.100 erano uomini, quasi 5.500 erano donne e circa 3.500 erano bambini.

C'è un urgente bisogno di rafforzare le capacità di ricerca e soccorso e di creare percorsi migratori sicuri e regolari per prevenire ulteriori tragedie.

In mare, è necessario un maggiore sostegno ai migranti in difficoltà, in linea con il diritto internazionale e il principio di umanità. Attualmente, sulla rotta del Mediterraneo, la maggior parte delle operazioni di ricerca e soccorso è svolta da organizzazioni non governative.

Quando il progetto dell'OIM è iniziato nel 2014, il sentimento europeo era più favorevole al destino dei migranti, con il lancio da parte del governo italiano di "Mare Nostrum", una grande missione di ricerca e soccorso che ha salvato migliaia di vite. Tuttavia, con i partiti sovranisti e antiimmigrazione, che guadagnano costantemente consenso in Europa, i governi stanno cercando di ridurre i flussi migratori verso i loro paesi promettendo fondi a paesi del Mediterraneo come la Tunisia e l'Egitto.

Questo mese, l'Unione Europea ha promesso un pacchetto di finanziamenti da 7,4 miliardi di euro all'Egitto, definito dal primo ministro italiano Giorgia Meloni come "il miglior modo per affrontare i flussi migratori".

Tauhid Pasha, capo missione ad interim per l'OIM in Libia, ha dichiarato ad Al Jazeera che la narrazione sull'immigrazione deve cambiare. Ha sottolineato che i paesi con forte sentimento antiimmigrazione dovrebbero valutare con maggiore attenzione i tanti lati positivi della migrazione. La migrazione contribuisce allo sviluppo dei paesi di origine dei migranti e dei paesi in cui approdano, ha aggiunto Pasha. "Molti paesi hanno dimostrato di avere carenze di manodopera, deficit demografici e i migranti possono contribuire a colmare alcune di queste lacune".

Leonardo Cavaliere 

Oltre 63.000 migranti morti o scomparsi negli ultimi dieci anni

Luigi Navarra/AP Photo Il rapporto pubblicato martedì dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha gettato luce su una ...

Fonte (Straieriinitalia.it)
 

Il numero di migranti che sono giunti in Italia dall'inizio dell'anno ha superato la soglia dei 105.000, evidenziando un flusso costante di arrivi, in particolare di minori non accompagnati.

Nel corso dell'ultimo fine settimana sono approdati 1.902 minori stranieri non accompagnati. Quest'ultimo dato porta il totale degli arrivi di msna dall'inizio dell'anno a 12.188, un incremento significativo rispetto al 2021.

L'aumento degli arrivi di minori non accompagnati rappresenta una sfida cruciale per l'Italia. 

"A metà agosto il numero dei ragazzi soli arrivati per via mare era lo stesso che in tutto il 2021" afferma la garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti.

 Questa pressione migratoria, sebbene intensa, non può far dimenticare che si tratta di minori con storie difficili e viaggi traumatici alle spalle. Il diritto di questi minori a essere accolti è fondamentale, e i comuni devono essere in grado di garantire il meglio possibile in termini di assistenza.

L'assistenza ai minori migranti non accompagnati è disciplinata da normative specifiche. Secondo il Decreto Zampa, i minori possono rimanere per un massimo di 30 giorni in strutture governative di prima accoglienza, gestite dal Viminale in collaborazione con gli enti locali. Successivamente, vengono trasferiti in strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), sempre gestite da enti locali. Tuttavia, i circa 6.000 posti disponibili tramite il SAI risultano notevolmente insufficienti per far fronte al crescente afflusso di minori. Situazione ampiamente prevedibile, sarebbe bastato monitorare i dati sulla presenza dei Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (qui il link, nella speranza che qualcuno dal Viminale abbia voglia di leggere i dati), ascoltare gli enti locali e le tante organizzazioni che si occupano di msna.


Questa carenza di posti ha spinto i comuni a dover affrontare l'accoglienza dei minori non accompagnati con risorse limitate. Ciò ha sollevato controversie e polemiche tra il governo centrale e gli amministratori locali. 

Alcuni sindaci, come Giorgi Gori di Bergamo, hanno segnalato che le strutture comunali e i servizi sociali sono sovraccarichi, rendendo difficile garantire alloggi e percorsi di integrazione adeguati.

La situazione è particolarmente critica in alcune aree come Villa Sikania nell'Agrigentino, dove il centro minori è sovraffollato e l'amministrazione locale ha chiesto di redistribuire i minori in altre comunità per rimanere entro limiti sostenibili. Anche in città come Modena, Parma e Genova, si sta cercando di trovare soluzioni emergenziali per affrontare l'afflusso di minori non accompagnati. I sindaci sostengono di non riuscire più a garantire la disponibilità di alloggi né l’avvio di percorsi di integrazione adeguati, perché sia le strutture ordinarie che i centri aperti in via emergenziale sono ormai pieni.

In conclusione, l'aumento degli arrivi di migranti, in particolare di minori non accompagnati, ampiamente prevedibile, sta mettendo sotto pressione le risorse e le capacità di accoglienza dell'Italia. Gli amministratori locali stanno cercando di far fronte a questa situazione, ma la carenza di posti nelle strutture esistenti sta rendendo l'accoglienza sempre più difficile. È necessaria una risposta coordinata e sostenibile a livello nazionale ed europeo per affrontare questa sfida umanitaria e sociale. 

Leonardo Cavaliere

Aumento degli arrivi di MSNA in Italia: Sfide e Dilemmi Legati all'Accoglienza.

Fonte (Straieriinitalia.it)   Il numero di migranti che sono giunti in Italia dall'inizio dell'anno ha superato la soglia dei 105.00...
UNICEF_Cavalli_2017

 

Secondo l’UNICEF, si stima che almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest’anno cercando di attraversare la pericolosa rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa. Vale a dire circa 11 bambini morti o scomparsi ogni settimana in cerca di sicurezza, pace e migliori opportunità.  

 


Dal 2018, l’UNICEF stima che circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell'OIM. 

 

Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di bambini morti, probabilmente molto più alto. Negli ultimi mesi, bambini e neonati sono stati tra coloro che hanno perso la vita su questa rotta, su altre rotte attraverso il Mediterraneo e sulla rotta atlantica dall'Africa occidentale, comprese le recenti tragedie al largo delle coste della Grecia e delle isole Canarie spagnole. 

 

"Nel tentativo di trovare sicurezza, ricongiungersi con la famiglia e cercare un futuro più speranzoso, troppi bambini si imbarcano sulle coste del Mediterraneo, perdendo poi la vita o risultando dispersi durante il viaggio", ha dichiarato il Direttore Generale dell'UNICEF Catherine Russell. "Questo è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l'accesso dei bambini al diritto d'asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita". 

 

L’UNICEF stima che 11.600 bambini – una media di 428 bambini a settimana – sono arrivati sulle coste dell’Italia dal Nord Africa da gennaio 2023. Questo dato rappresenta un aumento di due volte rispetto allo stesso periodo nel 2022, nonostante i gravi rischi che corrono i bambini. La maggior parte dei bambini parte dalla Libia e dalla Tunisia, dopo aver già affrontato viaggi pericolosi da paesi dell'Africa e del Medio Oriente. 

 

Nei primi tre mesi del 2023, 3.300 bambini, il 71% di tutti i bambini arrivati in Europa tramite questa rotta – sono stati registrati come non accompagnati o separati dai genitori o tutori legali, esponendoli a maggiori rischi di violenza, sfruttamento e abuso. Le ragazze che viaggiano da sole sono particolarmente esposte alle violenze prima, durante e dopo i loro viaggi. 

 

Quella del Mediterraneo centrale è diventata una delle rotte più pericolose attraversata dai bambini. Tuttavia, il rischio di morte in mare è solo una delle molte tragedie che questi bambini affrontano – da minacce o esperienze di violenza, mancanza di opportunità formative o future, assalti e detenzione per cause migratorie o separazione dalle famiglie. Questi rischi sono ulteriormente aggravati dai percorsi limitati affinché i bambini si muovano in sicurezza, dalla mancanza di accesso alla protezione nei paesi lungo la rotta e da operazioni di ricerca e salvataggio insufficienti e non tempestive. 

 

In linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale e dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell’Adolescenza, l'UNICEF chiede ai governi una migliore protezione dei bambini vulnerabili in mare e nei paesi di origine, transito e destinazione

 

  • Proteggendo i diritti e il superiore interesse dei bambini in linea con gli obblighi previsti dal diritto nazionale e internazionale; 
  • Fornendo ai bambini percorsi sicuri e legali per la migrazione e la richiesta di asilo, tra cui l'ampliamento delle quote di ricongiungimento familiare e di reinsediamento dei rifugiati; 
  • Rafforzando il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio e garantendo un rapido sbarco in luoghi sicuri. 
  • Rafforzando i sistemi nazionali di protezione dell'infanzia per includere e proteggere meglio i bambini a rischio di sfruttamento e violenza, in particolare i minorenni stranieri non accompagnati. 
  • Migliorando le prospettive per i bambini e gli adolescenti nei Paesi di origine e di transito, affrontando i rischi legati ai conflitti e al clima e ampliando la copertura della protezione sociale e le opportunità di apprendimento e di guadagno. 
  • Garantendo ai bambini l'accesso alle informazioni per fare scelte sicure e informate sulle loro opzioni e sui pericoli della traversata. 
  • Facendo in modo che tutti i bambini rifugiati e migranti continuino il loro apprendimento e dando loro accesso alla salute e ad altri servizi essenziali. 

 

L'UNICEF chiede inoltre all'Unione Europea di garantire che questi aspetti siano riflessi nel Patto UE sulla migrazione e l'asilo, attualmente in fase di negoziazione. L'UNICEF continua a lavorare per sostenere i Paesi nel rafforzamento dei sistemi nazionali di protezione dell'infanzia, di protezione sociale e di migrazione e asilo, per prevenire e mitigare i rischi che i bambini corrono durante gli spostamenti e per fornire sostegno e servizi inclusivi a tutti i bambini, indipendentemente dallo status giuridico loro o dei loro genitori. (comunicato stampa Unicef)

11 bambini muoiono ogni settimana nel tentativo di attraversare la rotta migratoria del Mediterraneo centrale

UNICEF_Cavalli_2017   Secondo l’UNICEF, si stima che   almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest’anno cercando di attraversare la peri...

Unaccompanied and separated children in Sicily © UNICEF/Gilbertson, 2016


Fino ad ora sono state 48.837 le persone migranti approdate sulle coste dall'inizio dell'anno. Nello stesso periodo dello scorso anno furono 19.392, mentre nel 2021 furono 14.412. Questo dato è stato fornito dal ministero degli Interni, considerando gli sbarchi registrati entro le 8 di questa mattina.

Nei giorni scorsi, sono state registrate 1.087 persone (6 venerdì, 95 sabato, 473 domenica, 455 ieri e 58 oggi) che sono arrivate sulle nostre coste, portando il totale delle persone arrivate via mare in Italia dall'inizio del mese a 6.636. Nello stesso periodo dell'anno scorso, nel mese di maggio, furono 8.720, mentre nel 2021 furono 5.679.

Degli oltre 48.800 migranti arrivati via mare in Italia nel 2023, 7.380 sono di nazionalità ivoriana (15%), secondo quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono dalla Guinea (5.996, 12%), dall'Egitto (5.409, 11%), dal Bangladesh (4.626, 10%), dal Pakistan (4.503, 9%), dalla Tunisia (3.361, 7%), dalla Siria (2.743, 6%), dal Burkina Faso (2.015, 4%), dal Camerun (1.959, 4%), dal Mali (1.466, 3%) e si aggiungono 9.379 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Fino ad oggi sono stati 5.504 i minori stranieri non accompagnati che hanno raggiunto il nostro Paese via mare. Questo dato è aggiornato al 29 maggio. Nel corso dell'intero anno 2022, i minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane sono stati 14.044, nel 2021 sono stati 10.053, nel 2020 sono stati 4.687, nel 2019 sono stati 1.680, nel 2018 sono stati 3.536 e nel 2017 sono stati 15.779.

Leonardo Cavaliere

5.504 i minori stranieri non accompagnati che hanno raggiunto il nostro Paese via mare. Dati aggiornati al 29 maggio 2023.

Unaccompanied and separated children in Sicily © UNICEF/Gilbertson, 2016 Fino ad ora sono state 48.837 le persone migranti approdate sulle...

Migranti salvati in mare dalla nave Ocean Viking - Ansa/Twitter

3.142 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto l'Italia via mare da inizio anno. Il dato è aggiornato all’11 aprile. Nel 2022 sono stati 14.044, 10.053 nel 2021, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.

Il totale dei migranti approdati in Italia da inizio anno sono 32.321, mentre, nello stesso periodo, l'anno scorso furono 8.432, nel 2021 sono stati 8.505. 

Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati alle 8 di questa mattina.

I 32.321 migranti arrivati in Italia da inizio 2023, sulla base di quanto dichiarato all'arrivo sono:

  • Costa d'Avorio (5.283,16%);
  • Guinea (4.017, 13%);
  • Pakistan (3.336, 10%);
  • Tunisia (2.512, 8%);
  • Egitto (2.389, 7%);
  • Bangladesh (2.338, 7%);
  • Camerun (1.540, 5%);
  • Siria (1.266, 4%);
  • Mali (1.000, 3%);
  • Burkina Faso (889, 3%);
 a cui si aggiungono 7.751 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Leonardo Cavaliere

32.321 persone approdate da inizio anno. Quasi il 10% sono minori non accompagnati.

Migranti salvati in mare dalla nave Ocean Viking - Ansa/Twitter 3.142 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto l'Italia ...

Credits - © MSF/Hannah Wallace Bowman
© MSF/Hannah Wallace Bowman

45.664 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio anno all’11 agosto. Gli arrivi sono il 40,36% in più rispetto al 2021.

6.070 sono minori stranieri non accompagnati.

I dati sono contenuti nel consueto dossier di ferragosto delViminale.

Del totale degli arrivi via mare, 21.347 i migranti soccorsi a seguito di eventi Sar (46,7%), di cui 7.270 quelli recuperati da ong (16%) e 24.317, il 53,2%, sono arrivati con sbarchi autonomi. Libia (24.809), Tunisia (12.536) e Turchia (7.039) i principali paesi di provenienza dei migranti. Seguono Libano, Algeria, Siria e Grecia. Aumentano nello stesso periodo anche gli scafisti arrestati (137), il 41,24% in più.

Per quanto riguarda i canali di accesso regolamentati, quattro persone sono arrivate per reinsediamento, 977 attraverso corridoi umanitari, 185 in seguito a evacuazioni umanitarie e 5.544 con l'operazione Aquila dall'Afghanistan. Negli ultimi otto mesi sono 3.955 i rimpatri.

Al 10 agosto sono 95.184 in totale i migranti in accoglienza in Italia, il 23,9% in più rispetto al 10 agosto dello scorso anno: 682 sono in hotspot, 63.570 in centri di accoglienza e 30.932 nei Sai.

72.423 le richieste di asilo presentate nell'ultimo anno, il 76,4% in più rispetto all'anno precedente (41.052).

Le domande esaminate sono state esaminate 57.558, 13.681 in più.

5.770 le richieste di asilo di cittadini afgani, con un aumento del 598% rispetto all'anno precedente.

2653 le richieste di asilo presentate invece da cittadini ucraini, il 396% in più.

Al 31 luglio 2022 sono stati rilasciati 149.321 permessi di protezione temporanea.

I permessi di soggiorno rilasciati nell'ultimo anno sono 1.732.128 contro i 1.478.994: 459.632 per lavoro subordinato, 72.351 per lavoro autonomo, 644.651 per ricongiungimenti familiari, 555.494 per permessi studio.

''In questo periodo registriamo un aumento dei flussi migratori e l'impegno da parte di chi opera in mare è notevole'', ha detto la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese durante il collegamento in streaming dal Viminale con il pattugliatore della Gdf P02 Monte Cimone impegnato nell'area di Lampedusa. ''A Lampedusa abbiamo fatto un incontro per cercare di affrontare insieme con le autorità locali il problema dell'immigrazione che l'isola vive più di altre realtà perché gli arrivi, soprattutto quelli autonomi, riempiono l'hot spot con presenze che vanno anche oltre il numero possibile. Ed è per questo che siamo impegnati tutti quanti per cercare di rendere più agevoli i trasferimenti sul territorio e liberare il centro e rendere la situazione gestibile'', ha aggiunto.

45.664 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio anno all’11 agosto. Gli arrivi sono il 40,36% in più rispetto al 2021.

© MSF/Hannah Wallace Bowman 45.664 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio anno all’11 agosto. Gli arrivi sono il 40,36% in pi...

Il 10,5% dei migranti arrivati via mare sulle coste italiane sono minori stranieri non accompagnati.

Fino ad oggi, da inizio anno, sono stati 2.596 i minori stranieri non accompagnati.

Rispetto all'anno scorso il numero di minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane è decisamente inferiore. Lungo tutto il 2021 sono stati 10.053, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.

24.744 le persone migranti, da inizio anno, approdate, sulle coste italiane.

Il numero complessivo dei migranti segna un aumento rispetto allo scorso anno. Nel 2021 furono 19.226 mentre nel 2020 furono 6.184.

I paesi di provenienza sono, secondo quando dichiarato al momento dell'arrivo:

- Bangladesh, 4.120 pari al 17%;

- Egitto (4.017, 16%);

- Tunisia (3.352, 13%);

- Afghanistan (2.629, 11%);

- Siria (1.494, 6%);

- Costa d’Avorio (967, 4%);

- Iran (679, 3%);

- Guinea (655, 3%);

- Eritrea (646, 2%);

- Sudan (493, 2%)

 a cui si aggiungono 5.692 persone (23%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Leonardo Cavaliere

24744 migranti sono arrivati da inizio anno sulle coste italiane. Il 10,5% sono msna

Il 10,5% dei migranti arrivati via mare sulle coste italiane sono minori stranieri non accompagnati. Fino ad oggi, da inizio anno, sono sta...

L'Unicef, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno, ricorda che nel 2021, a causa di confliti, violenze e altre crisi è stato registrato il numero più alto di bambini sfollati dalla seconda guerra mondiale.


Il numero di bambini che cercano di fuggire da conflitti, violenze e altre crisi è il più alto mai registrato, ha affermato venerdì l'UNICEF.

L'organizzazione ha affermato in una dichiarazione che 36,5 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case nel 2021.

Il numero comprende 13,7 milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati a causa di conflitti e violenze.

I numeri non includono i bambini sfollati a causa di disastri climatici e ambientali, e nemmeno quelli sfollati nel 2022 o dalla guerra in Ucraina.

Il numero record è probabilmente attribuibile, afferma Unicef, ad un fenomeno di "crisi a cascata", dovuta all'acuirsi e al prolungamento di conflitti come in Afghanistan, Congo e Yemen.

"Non possiamo ignorare l'evidenza: il numero di bambini sfollati a causa di conflitti e crisi è in rapida crescita, così come la nostra responsabilità di raggiungerli", ha dichiarato il Direttore Generale dell'UNICEF Catherine Russell. "Spero che questo numero allarmante spinga in primo luogo i governi a evitare che i bambini siano sfollati - e quando sono sfollati, a garantire loro l'accesso all'istruzione, alla protezione e ad altri servizi essenziali che sostengono il loro benessere e il loro sviluppo ora e in futuro".

Negli ultimi 10 anni la popolazione di rifugiati nel mondo è più che raddoppiata e i bambini rappresentano circa la metà. Un dato seriamente preoccupante.

Oltre un terzo dei bambini sfollati si trova nell'Africa Subsahariana (3,9 milioni o 36%), un quarto in Europa e Asia centrale (2,6 milioni o 25%) e il 13% (1,4 milioni) in Medio Oriente e Nord Africa.

I bambini che sono stati costretti a lasciare le loro case corrono seri rischi per il benessere e la sicurezza, ha affermato l'UNICEF. Centinaia di migliaia di minori non accompagnati o separati sono esposti a tratta, sfruttamento, violenza e abusi. Delle vittime della tratta di esseri umani rilevate in tutto il mondo, i bambini rappresentano il 34%.

L' accesso a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e la protezione, da parte dei bambini sfollati e rifugiati è in calo. Circa due terzi di tutti bambini rifugiati sono iscritti alla scuola primaria, mentre circa uno su tre degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria.


L'Unicef, con questo appello, a cui minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it si unisce, ha esortato gli Stati membri delle Nazioni Unite a rispettare i propi impegni nel difendere i diritti dei bambini sfollati e rifugiati.

In particolare chiede:

- il riconoscimento dei bambini rifugiati, migranti e sfollati, in primis, come bambini;

- garantire l'accesso ai servizi essenziali, tra cui l'assistenza sanitaria e l'istruzione;

- fine della detenzione per i minori migranti.

Leonardo Cavaliere

Unicef: 36,5 milioni di bambini sfollati nel 2021

L'Unicef, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno, ricorda che nel 2021, a causa di confliti, violenze e altre cri...

Foto Save The Children
Accogliere tutti i minori migranti e non soltanto quelli ucraini. E' l'appello che Save The Children fa all'Europa presentando il secondo rapporto "Nascosti in piena vista" ,diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra il 20 giugno, per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx, per denunciare le disparità di trattamento e chiedere la fine delle violenze lungo le frontiere. Save the Children chiede alla Commissione europea l'adozione di una Raccomandazione agli Stati Membri per l'adozione e l'implementazione di politiche per assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell'Europa e sui territori degli Stati Membri "Viaggi che durano mesi o anni, passando - spiega l'organizzazione - da uno Stato all'altro da 'invisibili', attraverso montagne, boschi, lungo i binari e superando confini violenti, macchiati di sangue, dove ragazzi e ragazze soli, a volte poco più che bambini, e famiglie con figli piccoli conoscono l'orrore delle percosse, dei cani aizzati contro, della morte dei compagni di viaggio, dentro e fuori l'Europa".

Come è successo a Javed, 17enne afghano, alla frontiera tra Turchia e Bulgaria: "I poliziotti hanno sguinzagliato il cane su di me, questo mi ha tirato e io mi sono messo a urlare perché mi aveva morso due volte il piede […]. Si radunavano attorno al fuoco a bere vino e ci facevano sdraiare nudi sulla schiena".

Javed durante il lungo percorso migratorio ha più volte filmato i suoi trasferimenti. "Questi video, uniti al dettagliato, empatico e sconvolgente racconto del viaggio che Javed ci ha rilasciato - sottolinea Save The Children - sono documenti fondamentali per fissare l'atrocità dei viaggi di minori non accompagnati e famiglie nel pieno del XXI secolo. Il suo lungo racconto dall'Afghanistan all'Italia passa per Pakistan, Iran, Turchia, Bulgaria (sono stati ben 23 i tentativi di superare il confine bulgaro, ovvero l'ingresso nell'Unione Europea), Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia". I respingimenti non si presentano all'ingresso in Italia a Trieste e dintorni, ma vengono registrati ancora alle frontiere con la Francia: il team di ricerca di Save the Children ha raccolto evidenze dirette di trattamento differenziato a seconda dei luoghi di transito. A Claviere un minore non accompagnato ha più probabilità di essere ammesso presentandosi direttamente alla polizia di frontiera francese, a Mentone invece viene segnalata ancora la pratica della polizia di modificare la data di nascita per fare risultare la persona maggiorenne e quindi espellibile tramite il refus d'entrée, il foglio di via. In ogni caso, se la frontiera francese rimane comunque permeabile, rimangono praticamente insuperabili gli accessi dall'Italia a Svizzera e Austria. La frontiera a Ventimiglia, per l'organizzazione, continua a essere uno dei posti peggiori per un migrante, un cono d'ombra dei diritti umani e una zona di affari per i trafficanti. "Chiediamo alle istituzioni europee e ai Paesi Membri di avere una voce univoca in materia di protezione dei minorenni" spiega Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children aggiungendo "chiediamo ai governi europei di astenersi dall'utilizzo di pratiche che erroneamente distinguono fra categorie di rifugiati" e "riteniamo fondamentale - conclude Milano - l'adozione di sistemi di monitoraggio delle frontiere, che permettano anche di perseguire i casi di violazione dei diritti umani" (Fonte ANSA).

 

Nascosti in piena Vista. Storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord.

Foto Save The Children Accogliere tutti i minori migranti e non soltanto quelli ucraini. E' l'appello che Save The Children fa all...

c. MSF

Fino ad oggi sono stati 2.241 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 30 maggio.

 I minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane lungo tutto il 2021 sono stati 10.053, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.

19.416 il totale delle persone migranti giunte sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 14.692 mentre nel 2020 furono 5.119. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Degli oltre 19.400 migranti approdati in Italia nel 2022, sulla base di quanto dichiarato al momento dell'arrivo, sono di nazionalità:

-Egiziana 3.388  (17%)

-Bangladesh (3.084, 16%)

-Tunisia (2.206, 11%)

-Afghanistan (2.031, 11%)

-Siria (1.315, 7%)

-Costa d’Avorio (887, 5%)

-Guinea (625, 3%)

-Iran (619, 3%)

-Eritrea (571, 3%)

-Sudan (426, 2%)

 a cui si aggiungono 4.264 persone (22%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

I migranti presenti nei centri di accoglienza sono 87.662 persone su tutto il territorio nazionale di cui 544 negli hot spot (532 in Sicilia e 12 in Puglia), 58.345 nei centri di accoglienza e 28.773 nei centri Sai. 

La Regione con la più alta percentuale di migranti accolti è la Lombardia (12%, in totale 10.223 persone), seguita da Emilia Romagna (11%), Piemonte, Lazio e Sicilia (9%), Toscana (7%).

Leonardo Cavaliere

foto: MSF

Oltre l’11,5% dei migranti arrivati via mare sono minori non accompagnati.

Fino ad oggi sono stati 2.241 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri,...
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