SAVE THE CHILDREN, IN ITALIA MANCA UN SISTEMA NAZIONALE PER I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI

294 minori non accompagnati, la maggior parte originari di Gambia, Senegal, Costa d’Avorio, Mali, Egitto, arrivati tra la fine del 2013 e venerdì 7 febbraio, dopo essere stati soccorsi a bordo della Nave Militare San Marco nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, si trovano attualmente accolti nella provincia di Siracusa, in condizioni critiche e del tutto inadeguate.
Tra i 1.123 migranti soccorsi il 7 febbraio infatti, 141 sono stati identificati come minori non accompagnati. Di questi, 115 sono stati portati presso il palazzetto dello sport PalaJonio di Augusta (SR), dove già si trovavano 33 minori non accompagnati egiziani arrivati il 30 gennaio, mentre 26 ragazzi somali sono rimasti in una struttura della Protezione Civile a Brucoli (SR). A questi si aggiungono altri 120 minori ancora in attesa di collocamento da più di 30 giorni presso la struttura adibita alla prima accoglienza dei minori a Priolo (SR).
Secondo quanto rilevato dagli operatori di Save the Children, il PalaJonio di Augusta (SR) è un luogo del tutto inadeguato all’accoglienza e non può sostenere la permanenza prolungata di minori al suo interno. Nel palazzetto sono state disposte delle brandine e sono state distribuite delle coperte, ma, nelle giornate di sabato e domenica, per lo svolgimento delle manifestazione sportive (previste anche per i prossimi giorni), anche le brandine sono state spostate e i ragazzi non hanno neanche avuto la possibilità di utilizzare i bagni in caso di bisogno. Gravi carenze sono state rilevate anche a livello sanitario: alcuni minori hanno dichiarato di non essere stati visitati da un medico nonostante versino in condizioni precarie. La struttura di Priolo (SR) è in condizioni di sovraffollamento (ospita attualmente almeno 30 minori in più della sua capienza), con conseguente mancanza di rispetto degli standard essenziali di accoglienza.
Siamo sconcertati di fronte a queste situazione. Apprezziamo l’impegno dello Stato italiano nel cercare di evitare nuove tragedie in mare attraverso l’impiego delle navi della marina militare. Allo stesso tempo, non riteniamo accettabile che, dopo lo sbarco, sia solo l’Ufficio dei Servizi Sociali di Augusta a farsi carico della prima accoglienza dei minori arrivati da soli, in condizioni di particolare vulnerabilità, dovendo provvedere da solo a fornire beni e servizi primari e ad occuparsi anche di reperire posti in accoglienza sul territorio nazionale. Il tutto in mancanza di risorse adeguate,” commenta Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia e Europa di Save the Children Italia.
Questo avviene perché ancora oggi manca in Italia un sistema nazionale di accoglienza e protezione per i minori stranieri non accompagnati. E’ questo il punto principale della proposta di legge elaborata da Save the Children e depositata alla Camera il 4 ottobre u.s. (AC 1658) da parte di deputati esponenti di diversi partiti politici e il cui iter è iniziato il 23 dicembre con l’assegnazione alla Prima Commissione Affari Costituzionali. Riteniamo indispensabile che si giunga ad una rapida approvazione della legge per superare, una volta per tutte, questa gestione emergenziale del tutto inadeguata rispetto ad un flusso costante di arrivo di minori che, viaggiando senza adulti di riferimento, in mancanza di una rete di accoglienza e protezione, si trovano esposti a gravi rischi anche una volta giunti in europa”, conclude Raffaela Milano.
Save the Children è presente e opera dal 2008 a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco in Sicilia, Calabria e Puglia, con mediatori culturali e operatori legali, insieme all’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, l’OIM e la Croce Rossa Italiana, nell’ambito del progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell’Interno e dalla Commissione Europea. 
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