Non più solo afgani e bengalesi, la maggior parte dei minori stranieri in Italia proviene dal Gambia.
Il dato è contenuto nel Rapporto sulla protezione internazionale 2014, di Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del ministero dell'Interno), Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani), Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati), Caritas e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma.
Il dato è contenuto nel Rapporto sulla protezione internazionale 2014, di Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del ministero dell'Interno), Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani), Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati), Caritas e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma.
Il dossier evidenzia una tendenza totalmente nuova. Rispetto al profilo dei beneficiari, i minori stranieri non accompagnati provengono, in riferimento alla nazionalità, soprattutto da: Gambia che si colloca al primo postocon il 29,1 per cento, seguito da Senegal (13,2 per cento), Nigeria (10,4 per cento), Mali (8,6 per cento), Egitto (7,6 per cento), Eritrea (5,3 per cento), Bangladesh (3,5 per cento), Ghana (3,5 per cento) e Afghanistan (2,8 per cento). Da questi dati parziali relativi al primo semestre del 2014, si evince una netta differenza rispetto agli anni precedenti, in cui la nazionalità afghana era quella prevalente, assieme alla bengalese e alla pakistana.
I minori accolti sono quasi tutti di sesso maschile e per lo più compresi nella fascia d’età tra i 16 e i 17 anni, che rappresenta il 65 per cento. Ma rispetto al 2013 sembra manifestarsi anche un nuovo abbassamento dell’età media: risultano, infatti, presenti casi di minori tra gli 11 e i 13 anni (sebbene costituiscano l’1 per cento) e aumentati i minori tra i 14 e i 15 anni (17 per cento).
Per quanto riguarda l'arrivo dei minori stranieri non accompagnati nel nostro paese, il dossier sottolinea che il 91 per cento è arrivato via mare, tramite lo sbarco. Residuali sono inveci gli arrivi via terra (4 per cento), portuali (3 per cento) e aeroportuali. Rispetto ai servizi riservati ai minori non accompagnati il 17 per cento riguarda le attività multiculturali, il 14 per cento l'assistenza sanitaria, il 13 per cento la mediazione linguistico culturale, il 13 per cento l'assistenza sociale, il 12 per cento l'inserimento lavorativo e l'11 per cento l'orientamento e l'informazione legale. Il rapporto si sofferma poi sulle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale per i minori non accompagnati. E su due fenomeni, l'apolidia e la tratta, sottolineando le procedure giuridiche e legislative. immezcla
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