François Crépeau, Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti, ha concluso ieri la sua missione di 9 giorni in Italia, durante la quale ha visitato diversi centri di accoglienza e di identificazione ed espulsione destinati ai migranti ( tra cui Roma - CIE Ponte Galeria, Trapani - CIE Milo, Bari - CIE Palese, Palermo, Firenze e Castel Volturno).
Ha anche incontrato rappresentanti del Governo, locale e centrale, della Guardia di Finanza e della Guardia costiera, delle organizzazioni non governative ed internazionali, delle Agenzie delle Nazioni Unite (inclusi l'Alto Commissariato delle per i Rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione Internazionale delle migrazioni (OIM), della società civile così come gli stessi migranti, tra cui tantiminorenni non accompagnati.
La visita in Italia rientra nello studio che il Relatore speciale sta conducendo su “La gestione delle frontiere esterne alla UE e il conseguente impatto sui diritti umani dei migranti” che verrà presentato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite nel giugno 2013 e che, prima dell'Italia, ha portato il Relatore speciale inTunisia e Turchia e il prossimo novembre in Grecia.
Nella conferenza stampa di chiusura della missione, François Crépeau ha condiviso con i presenti le sue conclusioni preliminari sulla situazione italiana, anticipando alcune raccomandazioni indirizzate al Governo italiano che confluiranno nel suo Rapporto finale:
1. Assicurarsi che la cooperazione con la Libia in materia di immigrazione non conduca al rimpatrio di nessun migrante verso le coste libiche contro la sua volontà, sia da parte delle autorità italiane sia da parte di quelle libiche con il sostegno tecnico e/o logistico delle controparti italiane.
2. Proibire la prassi dei respingimenti automatici informali verso la Grecia.
3. Garantire il pieno accesso da parte delle organizzazioni internazionali, incluse l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione Internazionale delle migrazioni (OIM), le organizzazioni della società civile, gli avvocati a tutte le aree in cui i migranti sono trattenuti o detenuti.
4. Sviluppare una cornice normativa nazionale relativa alle politiche migratorie che sia incentrata sui diritti umani sia nell'organizzazione sia nella gestione di tutti i centri di trattenimento per migranti.
5. Sviluppare una procedura d'appello più semplice ed equa per i provvedimenti di espulsione e trattenimento/detenzione che, in ogni sua fase, tenga conto dei diritti dell'uomo.
6. Definire un sistema di identificazione più veloce, partendo dall'identificazione dei reclusi di origine straniera che si trovano in carcere, in modo da assicurare che la detenzione dei migranti a scopo di identificazione sia limitata al minor tempo possibile, ed avvenga entro un massimo di 6 mesi.
Come Comitato italiano per l'UNICEF auspichiamo che nella redazione delle raccomandazioni che andranno a completare lo studio del Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti si espliciti la particolare attenzione che, nella definizione, nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche migratorie e di accoglienza degli Stati deve essere garantita ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed in particolare al superiore interesse dei minori.