Rapporto immigrazione in Lombardia: aumentano i minori che chiedono asilo


Con il 6% dei casi nazionali, la Lombardia e' la sesta regione per accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, il 42% dei quali e' a Milano città e a livello regionale l'incidenza sull'accoglienza della Protezione Civile e' del 14%. E' il ruolo della Lombardia fotografato dal rapporto annuale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) presentato stamani all'Istituto dei Ciechi di via Vivaio. Questo 6% pero', che pone la Lombardia dopo il Lazio, la Sicilia, la Puglia, l'Emilia Romagna e il Veneto, e' in realtà un dato parziale perchá, come spiegato dalla direttrice dello Sprar, Daniela Di Capua, fino al 2011 in Lombardia "ci sono anche progetti aggiuntivi per l'emergenza freddo e i centri polifunzionali per cui sono arrivati finanziamenti qualche anno fa. E poi c'è l'emergenza Nord Africa".
Per caratteristiche degli accolti, l'identikit regionale coincide con il nazionale: nel 2011 quasi l'80% dei 7.598 titolari di protezione in Italia - aumentati dell'11% -, sono uomini, il 72% tra i 18 e i 35 anni e per tre quarti singoli. I paesi di provenienza sono l'Afghanistan, primo paese di provenienza anche a livello mondiale, con 2,9 milioni di rifugiati in 79 paesi, e poi la Somalia, l'Eritrea, la Nigeria e la Costa d'Avorio. Ad aumentare nell'ultimo anno sono stati anche i minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo: 312 gli accolti nel 2011, soprattutto 17enne (40%), sedicenni (24%) e quindicenni (14%).
Per quanto riguarda l'uscita dall'accoglienza, la crisi ha colpito anche qui, ma il 37% nel 2010 e' uscito per motivi di integrazione, raggiungendo l'autonomia, e un altro 30% per abbandono spontaneo, "che significa che hanno fatto altri progetti per il proprio futuro, e' un segnale per noi positivo" ha precisato Di Capua. Nel corso del 2011, le domande di protezione in Italia sono state 37.350, il 208% in piu' del 2010, e nel 76% dei casi arrivano da vittime di sommosse e conflitti scoppiati in Nigeria, Tunisia e Ghana. L'Italia, la Francia e la Germania, raccolgono da sole oltre il 50% delle 301mila domande arrivate in Europa nel 2011 (+17% rispetto al 2010). Andando a indagare l'esito delle domande, dal rapporto presentato stamani e' emerso che per il 40% delle 25.600 domande esaminate nel 2011 e' stata data qualche forma di protezione, in particolare nell'8% dei casi lo status di rifugiato, nel 10% dei casi lo status di protezione sussidiaria e per il restante 22% la protezione umanitaria. La percentuale positiva italiana totale (40%) ß al di sopra di quella europea di parecchi punti percentuali: solo il 24% delle oltre 300mila decisioni prese nell'Europa a 27 paesi sono state decisioni favrevoli.
In coda ai dati nazionali ed europei, qualche numero sulla situazione mondiale e' servito per sottolineare le tendenze dell'anno trascorso: dal rapporto emerge anche che il 45% dei rifugiati, ad esempio, si trova in paesi con Pil pro capite inferiore ai 3 dollari e che e' il Pakistan il paese che ha ospitato il maggior numero di rifugiati, seguito da Iran e Siria.
MAJORINO - "Noi siamo pronti a gestire l'accoglienza per le persone che abbiamo accolto finora per i primi mesi del 2013, l'inverno non ci permette di scherzare. Ma e' incredibile che i Comuni si trovino a gestire senza l'intervento del governo una situazione di questo genere". Lo ha dichiarato l'assessore comunale alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, stamani, a margine della presentazione del rapporto Cittalia - Sprar sui Rifugiati all'Istituto dei Ciechi di via Vivaio. Majorino ha spiegato che il Comune ha gestito finora 180 richiedenti asilo per l'emergenza libica, "un altro centinaio e' in altre strutture non gestite dal Comune". "Siamo preoccupati del fatto che dopo il 31 di dicembre, senza piu' le risorse del governo, ci possano essere migliaia di persone senza dimora, lasciate sole a se stesse - ha aggiunto - Il Comune di Milano ha fatto la sua parte e continuera' a farla ma il governo non puo' lasciare soli i Comuni. In questo momento non voglio pensare a situazioni che non prevedano l'intervento del governo".
affaritaliani.libero.it
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