Save the Children consegna ai 945 eletti il ParlaMemo, un diario con 40 proposte da “votare” a favore dei bambini comprese alcune misure urgentissime per la loro “crescita”: mense scolastiche gratuite nelle scuole primarie; piano nazionale anti-povertà, cittadinanza ai minori nati da genitori stranieri; ascolto dei minori in Parlamento; circa 10 milioni 200 mila i minori in Italia: 1 su 4 a rischio povertà, 2 su 3 se il capo-famiglia ha un basso titolo di studio; +8,2% lo spread della povertà minorile rispetto a quella degli adulti; quasi 800.000 i dispersi a scuola, 314.000 i “disconnessi culturali”; e nel mondo 120 milioni non frequentano la scuola.
130 pagine e una copertina poetica e profetica, a firma del vignettista Bruno Bozzetto: un gruppo di bambini si affolla intorno a una corda che dal basso sale fino a una stella luminosa e lungo la quale si arrampicano sorridenti e speranzosi.
Si presenta così il ParlaMemo, il diario un po’ speciale che Save the Children ha fatto trovare oggi come “benvenuto” ad ognuno degli eletti di Camera e Senato affinché si ricordino ogni giorno dell’importanza strategica dell’infanzia per il futuro del Paese.
Si presenta così il ParlaMemo, il diario un po’ speciale che Save the Children ha fatto trovare oggi come “benvenuto” ad ognuno degli eletti di Camera e Senato affinché si ricordino ogni giorno dell’importanza strategica dell’infanzia per il futuro del Paese.
Tra di essi circa una trentina – tra cui il venticinquenne Enzo Lattuca, il più giovane parlamentare, Luca Frusone, dell’M5S, Cecile Kyenge di origine congolese, Khalid Chaouki, il primo giovane di seconda generazione a varcare il portone di Montecitorio, Laura Boldrini già portavoce dell’Unhcr, la giornalista Alessia Rotta, Filippo Fossati già Presidente UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), Paolo Beni già Presidente Arci, Edoardo Patricarca, già Presidente Centro Nazionale del Volontariato, Mario Marazziti già portavoce della Comunità di Sant Egidio – hanno ritirato personalmente il ParlaMemo dalle mani di una delegazione di ragazzi del progetto Under Radio di Save the Children stamattina a Piazza Montecitorio.
Chiuso in uno zainetto rosso, la consegna dello speciale diario ha richiamato il primo giorno di scuola. Un giorno importante, quale è l’insediamento di un nuovo Parlamento, composto da 945 eletti di cui 567 che vi entrano per la prima volta – il 60% del totale; 34 di essi hanno meno di 30 anni.
«Il ParlaMemo va da marzo 2013 a marzo 2014 ed è concepito come un planning settimanale. Ad ogni settimana corrisponde un memo o delle comunicazioni dai bambini», spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children. «Si va dal primo e fondamentale mettere al centro i bambini, al memo combattere le povertà minorili, o istruire le politiche dell’istruzione, o ancora il memo: per una nuova agenda del millennio o il memo per il pieno rispetto della Convenzione sui Diritti dei Bambini. Su ogni tema vengono presentate delle proposte concrete – in tutto 40 – per tornare a investire sulla vera “crescita”: cioè sullo sviluppo sociale, culturale, economico delle nostre giovani generazioni. Siamo a un passaggio cruciale per il loro futuro, che rischia di essere cancellato se non si interviene urgentemente prima di tutto sul piano politico, con misure e provvedimenti ormai necessari, sia nell’immediato che nel medio periodo».
Per cominciare, subito un piano nazionale di lotta alla povertà minorile che preveda, tra l’altro, servizi di refezione scolastica gratuiti per bambini a rischio povertà e l’aumento del tempo pieno scolastico soprattutto in aree dove le condizioni socio-economiche delle famiglie sono più critiche.
«In questo modo si aggredisce la povertà economica e quella d’istruzione, che sono fortemente interdipendenti», spiega ancora Valerio Neri. «1 minore su 4 oggi è a rischio povertà, vive cioè in famiglie con un reddito troppo basso per garantirgli ciò di cui avrebbe bisogno per un sano e pieno sviluppo (2). Un dato che è il più alto degli ultimi 15 anni e ha uno spread, un differenziale rispetto agli adulti a rischio povertà, dell’8,2%(3). Un dato che cresce esponenzialmente se a capo della famiglia c’è una persona senza titolo di studio o con la sola licenza elementare: il 64,9%, cioè 2 minori su 3 in questo caso diventa a rischio povertà».
Per quanto riguarda la dispersione scolastica, «sono quasi 800 mila i giovani tra 18-24 anni dispersi, che cioè hanno interrotto gli studi e sono fermi alla terza media. E sono 314.000 i “disconnessi culturali”, bambini e adolescenti da 6 a 17 anni che negli ultimi 12 mesi non sono mai andati a cinema, non hanno aperto un libro, né un pc né Internet, né fatto uno sport. Ricordiamoci di loro in Parlamento!», dice ancora Valerio Neri. Che tra le altre misure da mettere subito nel calendario parlamentare, peraltro a costo zero, indica «il riconoscimento della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri e a quelli giunti da piccoli. L’attribuzione a questi bambini di pari diritti», sottolinea Neri, «ne migliorerebbe sicuramente le condizioni sociali, economiche e culturali, a beneficio dell’intera popolazione. Dunque memo per i parlamentari: abbattere i muri, battere le discriminazioni».
E abbattere i muri significa anche ricordarsi delle drammatiche condizioni dei minori nel mondo. «Ancora oggi quasi 7 milioni di bambini muoiono per cause facilmente prevenibili e curabili. 120 milioni non frequentano la scuola. 3 bambini su 4 subiscono violenza domestica. 150 milioni di bambine e ragazze e 73 milioni di bambini e ragazzi sono vittime ogni anno di violenza sessuale», sottolinea il Direttore Generale Save the Children. «Il memo per i parlamentari è: ricostruire la cooperazione internazionale e spingere il Governo italiano a dare il suo contributo per combattere queste gravi violazioni dei diritti e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015. Lo sforzo dovrà poi proseguire contribuendo attivamente alla definizione di una agenda politica internazionale, per combattere la povertà e garantire lo sviluppo umano oltre il 2015».
E a costo zero ma di forte significato anche simbolico è la proposta di aprire il Parlamento ai bambini. «Bisogna modificare la prassi delle audizioni parlamentari garantendo ai minori di 18 anni la possibilità di accesso e il loro pieno diritto all’ascolto. La partecipazione dei giovani alla vita pubblica del paese è tra le risorse più importanti che abbiamo per realizzare una società più matura, più a misura di bambino e quindi più a misura di tutti. Sarebbe un segnale bellissimo vedere presto entrare dal grande portone di Montecitorio, accanto ai giovani neo-parlamentari, anche dei bambini», conclude Valerio Neri.
Corriereimmigrazione.it