Il fenomeno della tratta di minori è un’emergenza globale. Lo human trafficking coinvolge non solo i Paesi del Sud del mondo ma anche i c.d. Paesi “Civili” del Nord del Mondo.
Per poterla combattere l’unico modo è la collaborazione da parte di tutti i Governi.
Gli ambiti di intervento sono molteplici: prevenzione, contrasto, protezione, riabilitazione e reinserimento sociale delle vittime.
I dati non sono certo incoraggianti: l’ultimo Rapporto Globale sul traffico di esseri umani diffuso il 24 novembre 2014 a Vienna da parte dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc), mostra che uno su tre vittime del traffico di esseri umani tra il 2010 e il 2013 è un bambino – un aumento del 5 per cento rispetto al periodo 2007-2010. Su tre bambini vittime due sono bambine, che, insieme con le donne, rappresentano il 70 per cento delle vittime della tratta globale in tutto il mondo.
La tratta si verifica soprattutto all’interno dei confini nazionali o all’interno della stessa regione, mentre il traffico transcontinentale colpisce soprattutto i Paesi ricchi.
In alcune regioni – come l’Africa e il Medio Oriente – il traffico di minori è un problema importante, con i bambini che costituiscono il 62 per cento delle vittime. Vi sono, tuttavia, le variazioni regionali: le vittime in Europa e in Asia centrale sono per lo più vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, mentre in Asia orientale e nel Pacifico il lavoro forzato guida il mercato. Nelle Americhe, i due tipi sono rilevati in misura quasi uguale.
La maggior parte dei flussi di traffico sono interregionali, e più di 6 su 10 vittime sono state trafficate attraverso almeno una frontiera nazionale. La stragrande maggioranza dei trafficanti condannati – 72 per cento – sono maschi e cittadini del Paese in cui operano.
“Purtroppo, il rapporto mostra che non c’è posto al mondo in cui i bambini, le donne e gli uomini sono al sicuro dal traffico di esseri umani”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo dell’Unodc, Yury Fedotov, “I dati ufficiali riferiti a Unodc da parte delle autorità nazionali, rappresentano solo ciò che è stato rilevato. E’ molto chiaro che la scala di schiavitù moderna è di gran lunga peggiore”.
La relazione sottolinea che l’impunità resta un problema grave: il 40 per cento dei Paesi ha registrato poche o nessuna condanna, e nel corso degli ultimi 10 anni non vi è stato alcun aumento visibile nella risposta globale della giustizia penale a questo crimine, lasciando una parte significativa della popolazione vulnerabile ai trasgressori.
“Anche se la maggior parte dei Paesi criminalizzano il traffico, molte persone vivono in Stati con leggi che non sono in conformità con gli standard internazionali che permette loro una protezione completa,” ha riferito Yury Fedotov. “Questo deve cambiare”, ha aggiunto, “Ogni Paese ha bisogno di adottare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e il protocollo e impegnarsi per la piena attuazione delle loro disposizioni”.
Nella complessità del fenomeno della tratta di minori, va sottolineata, la sempre maggiore richiesta di servizi di tipo sessuale a pagamento.
I minori trafficati diventano protagonisti di un ciclo che li vede prima reclutati e poi sfruttati, fino ad arrivare alle uniche due possibilità di uscita: la morte o l’emancipazione, che richiede a sua volta un prezzo da pagare.
Quali sono le ragioni della tratta?
Diverse cause si sommano tra loro seguendo la logica della domanda e dell’offerta. La tratta, nei paesi del Sud del mondo, è un fenomeno considerato come potenziale benessere per le famiglie, almeno tra quelle più povere delle aree periferiche e rurali, nelle quali bambini diventano un capitale economico. Indubbiamente, il fattore povertà è estremamente importante, ma non è l’unica leva del fenomeno; infatti, altri fattori, legati alla mancanza di istituzioni o alla loro inadeguatezza e inefficacia, la corruzione dei governi e delle forze di polizia nonché la crescente domanda di “carne fresca” da parte di Orchi hanno contribuito all’acuirsi del fenomeno.
LEONARDO CAVALIERE
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