«Sull’accoglienza l’Europa ha risposto abbastanza bene alla sfida della migrazione. Più problematica è l’assistenza.L’emergenza del futuro è già sotto i nostri occhi: oggi l’Africa sub-sahariana ha 278 milioni di giovani fra i 20 e i 39 anni, nel 2035 saranno 481 milioni. Sono numeri enormi, soprattutto in un mondo globale: una volta una persona moriva di fame e forse neanche sapeva che nel mondo esistono persone per cui non è normale vivere in quelle condizioni, oggi invece lo sa. La pressione migratoria sarà crescente e i flussi saranno sempre più misti, di persone cioè in cerca di un futuro migliore. Dobbiamo dare delle risposte in termini di “migrazione circolare” e per questo serve aggiornare la legislazione: uno viene, mette da parte un po’ di soldi, torna e fa da volano. Questa è la prevenzione, non si tratta di dover accogliere centinaia di milioni di persone, ma di promuovere una migrazione circolare, non episodica». Il professor Giancarlo Blangiardo è concreto e lungimirante e con queste parole ha chiuso questa mattina la presentazione del XXI Rapporto Ismu sulle Migrazioni.
I dati statistici
Al 1° gennaio 2015 la popolazione straniera in Italia ha raggiunto i 5,8 milioni di presenze (regolari e non), con un aumento di 150mila unità (+2,7%) rispetto all’anno precedente (5,6 milioni): rappresentano il 9,8% della popolazione abitualmente residente in Italia. L’Italia è quindi diventata a pieno titolo uno dei grandi Paesi europei di immigrazione: in Italia risiede il 14,5% del totale degli stranieri localizzati nei 28 Paesi dell’Unione Europea. Il 93% degli stranieri presenti sul nostro territorio è regolare.
Nel corso dell’ultimo biennio le dinamiche del fenomeno migratorio presentano significative novità. La prima èl’elevato numero di migranti e di richiedenti protezione internazionale arrivati via mare nel nostro Paese, che nel 2014 hanno raggiunto la cifra record di 170mila unità contro le 43mila del 2013. Lo scenario è ulteriormente cambiato nel corso del 2015: a causa della pericolosità della tratta Libia-Italia infatti i flussi di migranti si sono diretti principalmente verso la Grecia. Proprio la Grecia ha registrato, dal 1° gennaio fino al 20 novembre 2015, 715mila arrivi, contro i 143mila dell’Italia. L’aumento degli arrivi ha un incremento rilevante di richiedenti asilo, che nel 2014 sono cresciuti esponenzialmente arrivando a totalizzare 65mila domande, a cui si aggiungono le 61.545 domande presentate tra il 1° gennaio e il 10 ottobre 2015. Continuano a diminuire invece i flussi per lavoro (-84% rispetto al 2010).
Più famiglie e meno single
Un secondo elemento di forte novità è il costante aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, in particolare tra i minori di 15 anni: nel biennio 2013-2014 a fronte dei 213mila stranieri sbarcati in Italia ce ne sono 231mila che sono diventati italiani (130mila solo nel 2014, pensiamo che nel 2012 erano poco più di 60mila). Gli stranieri hanno superato la soglia del 10% del totale degli occupati. «La presenza straniera in Italia si è rapidamente trasformata nella direzione di una progressiva maturazione in loco dei progetti di vita della popolazione coinvolta e di un suo crescente radicamento sul territorio e nella società», ha detto Blangiardo. Qualche dato: 6 stranieri su 10 vivono nel contesto “coppia con figli”, il 46% vive in Italia da prima del 2003, a dire di un progetto migratorio persistente anche a fronte di condizioni avverse, si rafforza la condizione giuridica e cresce il passaggio alla cittadinanza italiana. I permessi di soggiorno per “ricongiungimento familiare” rappresentano il 40% degli ingressi nel 2014. I single incidono mediamente per il 21,6% e sono più presenti nelle grandi città: a Napoli sfiorano il 40%, a Milano il 34,9% e a Roma il 33%. Per quanto riguarda le cittadinanze, quelli che più di tutti vivono in coppia con figli sono gli egiziani (74,5% dei residenti) e i cinesi (73,2%), mentre il collettivo con più single risulta essere quello ucraino (46,3%).
L’emergenza sbarchi
Nel 2014 i migranti approdati sulle nostre coste sono stati 170mila e molti di essi hanno poi proseguito la loro traiettoria migratoria verso altri paesi, soprattutto nel Nord Europa: una cifra record determinata dal fatto che lo scorso anno l’Italia è stata il principale paese di arrivo per i migranti giunti dal Nord Africa. Nel corso del 2015 però lo scenario delle migrazioni è mutato: i flussi migratori hanno deviato le rotte, dirigendosi maggiormente verso la Grecia per poi risalire l’Europa tramite i Balcani. Tra il 1° gennaio e il 20 novembre 2015 hanno raggiunto via mare l’Europa 863mila migranti, l’83% dei quali è approdato in Grecia (715mila arrivi, principalmente da Siria e Afghanistan), mentre l’Italia ne ha accolti 143mila provenienti principalmente da Eritrea, Nigeria e Somalia. In questo contesto l’Italia, oltre che Paese di approdo, sta assumendo, in modo più consistente, il ruolo di Paese di transito dei flussi dal Mediterraneo verso il Nord Europa. Il 2014 e il 2015 sono stati anni record anche per il numero di morti nelle acque del Mediterraneo: dal 1° gennaio al 24 novembre 2015 sono 3.548 le persone che hanno perso la vita in mare (nel 2014 3.300).
La Siria, dal punto di vista di statistica dell’immigrazione, non è un’emergenza: in Italia sono arrivati 32mila siriani l’anno scorso e solo 7mila quest’anno. Un numero grossomodo analogo agli ingressi di cittadini dal Bangladesh, 5mila, di cui nessuno parla in termini di allarmi. Sono invece triplicati gli ingressi di nigeriani (da 7mila a 21mila) e dalla Somalia (da 4mila a 12mila).
Minori non accompagnati
Sono stati 13.026 nel 2014 i minori non accompagnati arrivati via mare in Italia, per la maggioranza eritrei (3.394), egiziani (2.007) e somali (1.481). Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2015 ne sono arrivati altri 10.820. Proprio in tema di minori non accompagnati, Fondazione Ismu sta collaborando alla realizzazione di un’importante iniziativa che ha come ambito di azione la ricezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, promossa dalla Fondazione Cariplo e da altre fondazioni italiane ed europee.
Uno straniero su cinque è un minore
Dal punto di vista delle provenienze, anche per il 2014 si conferma il primato dei romeni, che rappresentano il 22% dei residenti, seguiti da albanesi (10,1%) e marocchini (9,2%). La crescita più consistente, tra le nazionalità maggiormente rappresentate, riguarda gli egiziani (+8%), seguiti da nigeriani (+6,5%), pakistani (+6,2%) e srilankesi (+5,8%). I musulmani rappresentano meno di un terzo del totale degli stranieri (29%, pari a un milione e 700 mila unità). Si registra una leggera supremazia femminile (le donne sono il 52,7% del totale, con punte del 79% tra gli ucraini). Dal 2005 al 2015 il numero di minori stranieri è raddoppiato, passando da 503mila unità a 1 milione e 85mila: il 21,6% dei residenti stranieri. Uno straniero ogni 16 è presente nel nostro paese sin dalla nascita, mentre quasi la metà dei presenti (45,7%) è arrivata prima del 2003.(fonte Vita.it)
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I Minori Stranieri non Accompagnati
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