2.794 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio 2020.  498 i minori stranieri non accompagnati.

Quanti sono i migranti approdate sulle coste italiane da inizio 2020?

A questa domanda risponde il Viminale con il nuovo Report sui migranti che hanno raggiunto le coste Italiane, aggiornato alle ore 8 del 31 marzo 2020.
Dall’inizio dell’anno sono 2.794 i migranti approdati sulle coste italiane.Lo scorso anno, nello stesso perido, i migranti furono 524 mentre nel 2018 furono 6.296. 

Quanti miganti sono approdati nel solo mese di marzo? 

241 le persone migranti arrivate sulle coste italiane, 21 in meno di quelle registrate nello stesso mese del 2019. 
Dall'ultima rilevazione di metà marzo, gli unici approdi sono stati registrati nelle giornate del 22 e 27 marzo, con rispettivamente 12 e 44 persone.

Le nazionalità dei migranti arrivati nei primi tre mesi del 2020.

  • 455 sono di nazionalità bengalese (16%); 
  • Algeria (312, 11%), 
  • Costa d’Avorio (310, 11%), 
  • Sudan (248, 9%), 
  • Somalia (172, 6%), 
  • Tunisia (154, 6%), 
  • Marocco (145, 5%), 
  • Guinea (129, 5%), 
  • Mali (122, 4%), 
  • Iraq (72, 3%). 
Inoltre sono gunte 675 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Quanti sono i minori non accompagnati che sono giunti nei primi tre mesi del 2020?

498 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato mostra un calo rispetto ai minori stranieri non accompagnati arrivati sulle coste italiane lungo tutto il 2017 (15.779), il 2018 (3.536) e il 2019 (1.680).

Scarica il Report.

Leonardo Cavaliere

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I Minori Stranieri non Accompagnati

2.794 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio 2020. 498 i minori stranieri non accompagnati.

2.794 i migranti approdati sulle coste italiane da inizio 2020.  498 i minori stranieri non accompagnati. Quanti sono i migranti approd...

Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19 - Copyright UNICEF

Quali conseguenze per l'interruzione dei percorsi scolastici, di formazione professionale e dei tirocini formativi determinata dall’emergenza COVID-19 potrà comportare rispetto alla conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni dei minori stranieri non accompagnati?
Quali conseguenze l'emergenza Coronavirus ha sul percorso d'inclusione dei minori non accompagnati?
Queste sono soltanto alcune delle domande rivolte all'ASGI da numerosi tutori ed operatori che seguono i minori.
Alla luce dell'emergenza sanitaria l'ASGI ha elaborato una scheda operativa che puoi scaricare a questo link.
L'ASGI suggerisce per i minori non accompagnati che compiranno la maggiore età nei prossimi mesi di richiedere che venga disposto un provvedimento di prosieguo amministrativo, alla luce dell'emergenza.
Infatti, "il Tribunale per i minorenni può disporre il prosieguo amministrativo in tutti i casi in cui un minore straniero non accompagnato, al compimento della maggiore età, pur avendo intrapreso un percorso di inserimento sociale, necessita di un supporto prolungato volto al buon esito di tale percorso finalizzato all’autonomia."
La domanda, i Tribunali per i minorenni sono operativi? Si, infatti, le competenza del Tribunale per i minorenni relative ai minori stranieri non accompagnati non rientrano tra le attività giudiziarie sospese nel periodo dal 9 marzo 2020 al 15 aprile 2020.
Alla luce di quanto sopra è possibile presentare la richiesta di prosieguo amministrativo anche nel corso dell’attuale emergenza.
La scheda – Emergenza Covid-19 e percorsi dei minori non accompagnati dopo i 18 anni

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Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19

Minori non accompagnati nell'emergenza Emergenza Covid-19 - Copyright UNICEF Quali conseguenze per l'interruzione dei percorsi...

In un anno che ha segnato i 30 anni della convenzione sui diritti dei minori delle Nazioni Unite, il 2019 ha visto ancora i diritti di molti minori migranti nell'UE minacciati. L'ultimo rapporto della FRA - European Union Agency for Fundamental Rights (Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali) richiama l'attenzione sulla difficile situazione dei minori migranti che entrano e soggiornano nell'UE o ritornano nei loro paesi di origine.


Il Report " Children in migration in 2019 " esamina la situazione delle migrazioni nel 2019. 

In 2019, Member States apprehended over 140,000 migrants entering the EU unauthorised. About 33,000 were children. Over 5,000 were unaccompanied.

This exposes children to greater risk – the risk of violence, exploitation, trafficking and abuse.

The latest FRA report highlights the 10 main challenges migrant children face. These include:
The risk of death or injury when trying to enter the EU by sea or land.
Being stranded – In 2019, twice as many rescue vessels could not dock immediately compared to 2018. This left over 780 children stranded on board, often in bad weather and in poor health for over a week.
Being pushed back, sometimes violently, at the border without assessing whether they are at risk of persecution or danger. This contravenes international and EU law. Non-governmental organisations (NGOs) estimate that authorities pushed back at least 1,230 children on the Western Balkan route.
Not enough space in reception centres for asylum-seeking children, particularly unaccompanied children with special protection needs. This applied to Cyprus, France, Greece, Italy, Malta and Spain.
Deplorable hygiene and sanitation conditions in Greek migration hotspots. Standards were also poor in Belgium, Cyprus, Croatia, France, Italy, France, Malta, Hungary and Spain.
Ineffective protection from sexual and labour exploitation due to shortcomings in national child-protection systems.
Lengthy asylum procedures. This can be due to the long time it takes to assess age or appoint legal guardians. Guardians apply for asylum on behalf of children.
Detention of migrant children to ensure their return. Detention conditions remained either poor or worsened in 2019.
The forced return of unaccompanied children.
Trauma following the handling of how authorities treat parents and their children as they are being returned.

After four years of regular migration updates, FRA will continue to issue ‘Quarterly Bulletins’ on key migration-related fundamental rights concerns in 2020.

In 2020, these bulletins cover the following countries: Austria, Belgium, Cyprus, Bulgaria, Croatia, Denmark, France, North Macedonia, Germany, Greece, Hungary, Italy, Malta, the Netherlands, Poland, Serbia, Spain and Sweden.

Fonte: https://fra.europa.eu/en/news/2020/migrant-children-continue-face-serious-risks-across-europe

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I Minori migranti continuano ad affrontare seri rischi in tutta Europa

In un anno che ha segnato i 30 anni della convenzione sui diritti dei minori delle Nazioni Unite, il 2019 ha visto ancora i diritti di m...
Ringraziamenti: © Ritzau Scanpix
Copyright: © Ritzau Scanpix
Chiudere i Centri straordinari di accoglienza, riorganizzando il sistema secondo il modello della “accoglienza diffusa” in piccoli appartamenti e distribuiti nei territori, “essendo impossibile nei contesti attuali il rispetto delle misure legali vigenti, a partire dalla distanza tra le persone e al divieto di assembramenti”.


Lo chiede un centinaio di associazioni in un documento, segnalato dall’Asgi, alla luce della pandemia da Coronavirus.


Il documento chiede, altresì, che venga consentito l’accesso alla nuova Rete del sistema di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi) anche per coloro che ne sono stati esclusi dal decreto sicurezza (titolari di permesso umanitario, richiedenti asilo) e che le persone senza fissa dimora o che vivono negli insediamenti informali rurali (cioè che lavorano per l’agricoltura per fornire i prodotti per la vita quotidiana) siano accolte in strutture adeguate, con dotazione di acqua e servizi igienici.


“Analoghe richieste chiediamo per i Cpr e gli Hot-Spot, evidenziando, quanto ai primi, la necessità di impedire nuovi ingressi e per le persone già trattenute di disporre le misure alternative al trattenimento, stante l’impossibilità attuale di eseguire ogni rimpatrio nei Paesi di origine”.

Documento



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I Minori Stranieri non Accompagnati

EMERGENZA COVID-19. L’IMPATTO SUI DIRITTI DELLE/DEI CITTADINE/I STRANIERE/I E LE MISURE DI TUTELA NECESSARIE: UNA PRIMA RICOGNIZIONE

Ringraziamenti:  © Ritzau Scanpix Copyright:  © Ritzau Scanpix Chiudere i Centri straordinari di accoglienza, riorganizzando il sis...
Minori Stranieri non Accompagnati Blog aderisce all'Appello per la sanatoria dei migranti irregolari ai tempi del Covid-19.
Gli effetti positivi sarebbero molteplici

Ai tempi del Coronavirus, lo sguardo e l’attenzione della politica e dei media sulla situazione in Italia si focalizzano sugli effetti sanitari, sociali ed economici della diffusione del virus, lasciando in stand by tutto ciò che costituisce mera ordinaria amministrazione.
In qualche modo è inevitabile: lo stato di emergenza porta con sé una serie di ricadute, sulle quali si stanno esprimendo con diversi approcci e punti di vista tanto opinionisti mainstream, quanto settori di movimento, interrogandosi su temi che vanno dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e delle sperimentazioni bio-tecnologiche sulla diffusione dei virus, agli effetti dei processi di dismissione della sanità pubblica in favore dell’imprenditoria privata, alle tutele necessarie per assicurare reddito ai lavoratori, in specie precari, colpiti dalla sospensione o comunque dalla contrazione dell’attività e ancora al modello di società autoritaria che si sperimenta con l’adozione di misure che non solo limitano la socialità, ma comprimono diritti fondamentali quali quelli di riunione, di circolazione, di sciopero.

In questo scenario è scomparsa dal dibattito pubblico, semmai ci fosse entrata, la discussione, pur ancora allo stato embrionale, sulla possibilità per il governo di emanare un provvedimento di sanatoria dei migranti che soggiornano irregolarmente nel nostro Paese, tema oggetto dell’ordine del giorno votato il 23 dicembre 2019 dalla Camera dei Deputati in sede di approvazione della legge di bilancio [1] e ribadito dalla ministra dell’interno Lamorgese il successivo 15 gennaio 2020 [2]. Il tema, però, non può essere accantonato e rimandato a tempi migliori; anzi, diventa ancor più rilevante e urgente nella contingenza che ci troviamo ad attraversare.

Il punto di partenza non può che essere quello del numero degli immigrati sans papier presenti in Italia; nell’evidente impossibilità di censirli, ci si deve riferire alle ricerche effettuate dagli istituti specializzati [3], che quantificano in oltre mezzo milione a fine 2018 le presenze irregolari, un numero che è andato aumentando nel corso degli ultimi anni e che è destinato a crescere ancora in conseguenza delle politiche bipartisan adottate dai governi, che si sono succeduti nell’ultimo decennio.

Sono molteplici le cause della crescita del numero di presenze irregolari, a iniziare dalla natura strutturale dei fenomeni migratori, di fronte alla quale sono votate al fallimento le politiche di chiusura delle frontiere adottate dall’Unione Europea, e dagli scenari di crisi internazionale coi fronti bellici apertisi negli ultimi anni, in particolare in Libia, Siria e al confine russo-ucraino. A un contesto globale che spinge moltitudini a migrare, risponde l’assoluta inadeguatezza della gestione del fenomeno da parte dell’Europa e nello specifico dell’Italia.

Nel nostro Paese, alla endemica mancanza di canali regolari e continuativi di ingresso (il sostanziale azzeramento delle pur insufficienti opportunità offerte dai flussi annuali e l’abolizione della figura dello sponsor hanno di fatto blindato le frontiere) e di qualsiasi forma di regolarizzazione a regime per chi già si trovi nel territorio italiano, si devono aggiungere la riclandestinizzazione operata dalla legge Bossi-Fini (in conseguenza del rapporto inscindibile tra disponibilità di un lavoro e permesso di soggiorno) e gli effetti della controriforma salviniana, che ha abrogato le norme che consentivano il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari ai richiedenti asilo.

Proprio il tema dei richiedenti asilo impone qualche, seppur breve, considerazione ulteriore: le domande presentate in Italia tra 2017 e 2018 sono state 175.000 circa [4]; al termine della procedura amministrativa per il vaglio delle richieste e dei gradi di giudizio per i ricorsi contro i provvedimenti di diniego (che si sono assestati tra il 60 e il 70%), è lecito attendersi che almeno altre 100.000 persone andranno ad aggiungersi al numero delle presenze irregolari. In assenza di un intervento legislativo, il numero dei migranti sans papier è quindi destinato a lievitare ulteriormente, ricomprendendo decine di migliaia di persone che, in virtù del permesso di soggiorno temporaneo come richiedenti asilo, per anni (tanto ci vuole a portare a esaurimento la procedura davanti alle Commissioni territoriali prima e i processi giurisdizionali poi) hanno costruito relazioni sociali, svolto attività di lavoro subordinato, o comunque lavori di pubblica utilità, frequentato corsi di lingua italiana, in vista di un inserimento sociale che viene bruscamente reciso all’esito del rigetto definitivo della domanda.

Delineata per sommi capi la situazione attuale e i suoi possibili sviluppi nel breve periodo, dovrebbe apparire evidente a chiunque che non è sostenibile la presenza in Italia di 700-800 mila stranieri sprovvisti del permesso di soggiorno, e quindi deprivati dei diritti elementari della persona e destinati allo sfruttamento intensivo del lavoro nero, a sistemazioni abitative precarie, in alcuni casi alla contiguità con la microcriminalità.

La soluzione al problema non può certo essere individuata nello strumento dell’espulsione, fosse anche solo, e così ovviamente non è, per l’impossibilità concreta di eseguirne un numero così ingente. La soluzione non può che essere una e una sola: un provvedimento di sanatoria generalizzata (senza altro requisito ulteriore rispetto al mero dato fattuale della presenza in Italia), che si accompagni alla previsione per il futuro di una regolarizzazione individuale a regime, che consenta di ottenere il permesso di soggiorno allo straniero, che ne sia sprovvisto e che presenti determinati requisiti (solo a titolo esemplificativo: un’offerta di lavoro, condizioni personali di vulnerabilità, uno sponsor che si faccia carico dell’ospitalità e del mantenimento, ecc.).

Si potrebbe concludere così: un provvedimento di regolarizzazione dei sans papier è necessario e urgente, anche ai tempi del coronavirus: anche se adesso l’emergenza è (o sembra essere) un’altra, anche se l’attenzione generale in questa fase si rivolge altrove, anche se qualcuno ne approfitterebbe per imbastire una becera propaganda politica, additando al “popolo” gli untori che attraversano il mare a bordo dei barconi.

Invece, i tempi del coronavirus rendono ancor più necessario e urgente l’intervento del Governo, perché adesso alle buone ragioni della sanatoria si aggiungono anche le esigenze di tutela della salute collettiva, compresa quella delle centinaia di migliaia di migranti privi del permesso di soggiorno, che non hanno accesso alla sanità pubblica.

Il migrante irregolare non è ovviamente iscritto al Sistema Sanitario Nazionale e di conseguenza non ha un medico di base e ha diritto soltanto alle prestazioni sanitarie urgenti. Il migrante sprovvisto del permesso di soggiorno, nei casi di malattia lieve (qualche linea di febbre, un po’ di tosse) non si rivolge alle strutture sanitarie, mentre nei casi più gravi non ha alternativa al presentarsi al pronto soccorso, il che contrasterebbe con tutti i protocolli adottati per contenere la diffusione del virus. Il sans papier ha timore di presentarsi in un ospedale, perché potrebbe incappare in un controllo che lo condurrebbe all’espulsione o alla reclusione in un Centro di Permanenza per il Rimpatrio. Il “clandestino” è costretto a soluzioni abitative di fortuna, in ambienti spesso degradati e insalubri, condivisi con altre persone.
Insomma, gli “invisibili” sono per molti aspetti soggetti deboli, che se non sono più esposti al contagio del virus, più di altri rischiano di subirne le conseguenze: sanitarie, per la plausibile mancanza di un intervento tempestivo, ma anche sociali, per lo stigma cui rischiano di essere sottoposti a causa di responsabilità e inefficienze non loro ascrivibili.

Dovrebbe quindi essere evidente la necessità di “agganciare” anche queste centinaia di migliaia di persone: per contenere il loro rischio di contrarre il virus, perché possano con tranquillità usufruire dei servizi della sanità pubblica nel caso di sintomatologia sospetta, perché non diventino loro malgrado veicolo di trasmissione del virus. Affinché ciò sia possibile, però, devono essere sottratte oggi, ed è già tardi, alla condizione costretta di “invisibilità”, attribuendo loro pienezza di diritti, quanto meno di quelli che il sistema riconosce come diritti universali, in primis quelli alla salute e a un’esistenza degna.

Se stiamo davvero attraversando un’emergenza sanitaria, se davvero hanno un senso tutte le misure straordinarie fino a oggi adottate e che incidono così in profondità sulle vite di tutte e tutti, allora deve essere sanatoria per tutte le persone migranti che non hanno un permesso di soggiorno, subito!

Fonte https://www.meltingpot.org/Appello-per-la-sanatoria-dei-migranti-irregolari-ai-tempi.html?fbclid=IwAR1MT5Ek8_0HdNploAsqoGpu3KyMa2AiNfjLCIsLwj3oMTAPWIVVqivJH_U#.Xnc8j4hKg2x

Note


[1] La Camera, premesso che:
in attesa di una riforma strutturale che consenta la regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio, come prevede la proposta di legge d’iniziativa popolare C. 13 recante «Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari», un provvedimento straordinario di emersione dall’irregolarità rivolto a quei cittadini stranieri – già presenti nel nostro Paese ma senza un regolare permesso di soggiorno – che hanno un lavoro ma non hanno i documenti per essere assunti, costituirebbe una vera e propria «operazione legalità»;
con l’emersione di 400.000 persone – quindi una parte dei 500.000-600.000 irregolari presenti sul nostro territorio – si stima circa 1 miliardo di euro di gettito fiscale e oltre 3 miliardi di maggiori contributi previdenziali;
le modalità di emersione possibili potrebbero essere diverse; sul modello delle sanatorie del passato, si potrebbe prevedere la possibilità di legalizzazione ed emersione del lavoro nero rivolto ai datori di lavoro a fronte dell’autodenuncia di un già esistente rapporto di lavoro, con il contestuale rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro al lavoro. In alternativa, aprendo una finestra per la regolarizzazione dei cittadini stranieri irregolari già presenti in Italia, si potrebbe prevedere a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto da parte di un datore di lavoro, il rilascio di un permesso di soggiorno col pagamento di un contributo forfettario di 200 euro all’atto della stipula del contratto da parte del datore di lavoro per ogni lavoratore assunto;
uno studio commissionato dall’Inps nel 2017 ha valutato gli effetti di lungo periodo del provvedimento del 2002; un anno dopo, su 227 mila lavoratori di 107.000 imprese private emersi in quell’occasione, nove su dieci immigrati lavoravano ancora in Italia; dopo cinque anni erano ancora l’85 per cento;
gli effetti positivi di questa operazione «legalità» per la collettività sarebbero molteplici. Si offrirebbe l’opportunità di vivere e lavorare legalmente nel nostro Paese a chi già si trova sul territorio ma che, senza titolo di soggiorno, è spesso costretto per sopravvivere a rivolgersi ai circuiti illeciti; si andrebbe incontro ai tanti datori di lavoro che, bisognosi di personale, non possono assumere persone senza documenti, anche se già formati, e ricorrono al lavoro in nero (come nel caso del lavoro domestico); infine, con l’emersione si avrebbero maggiore controllo e contezza delle presenze sui nostri territori di centinaia di migliaia di persone di cui oggi non sappiamo nulla, e quindi maggiore sicurezza per tutti, impegna il Governo a valutare l’opportunità di varare un provvedimento che, a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto di lavoro, consenta la regolarizzazione dei cittadini stranieri irregolari già presenti in Italia, prevedendo all’atto della stipula del contratto il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio di un permesso di soggiorno per il lavoratore.


[2] Risposta a interrogazione orale, pag. 22 del resoconto stenografico della seduta della Camera dei Deputati del 15 gennaio 2020: “L’intenzione del Governo e del Ministero dell’Interno è quella di valutare le questioni poste all’ordine del giorno che richiamavo in premessa, nel quadro più generale di una complessiva rivisitazione delle diverse disposizioni che incidono sulle politiche migratorie e sulla condizione dello straniero in Italia”


[3] La Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) nel suo XXV Rapporto stima in 562.000 unità la componente irregolare al 1° gennaio 2019, su una popolazione straniera complessiva di 6.220.000 persone.


[4] Dati forniti da Eurostat, ufficio statistiche dell’Unione Europea nella scheda annuale di statistiche in materia di asilo.






Appello per la sanatoria dei migranti irregolari ai tempi del Covid-19

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