Il Muro ed il CIE della Vergogna.


Dal Rapporto pubblicato dalla ONG ProAsyl, in collaborazione con il Consiglio Greco per i Rifugiati, ne esce una dura critica al governo greco ed ai centri di detenzione per migranti nella regione di EVROS, nei pressi della frontiera Greco- Turca.

Il nuovo rapporto di ProAsyl, dall'inequivocabile titolo "Walls of Shame", è una dura e allarmante  relazione sulla situazione degli immigrati nel centro di detenzione di EVROS.

La situazione più grave è quella riscontrata per i gruppi più vulnerabili, quali le vittime di tortura e minori stranieri non accompagnati.

Come già denunciato da questo blog, nell'articolo MURO ANTI IMMIGRATI IN COSTRUZIONE, questo rapporto conferma le nostre preoccupazioni sul trattamento inumano dei migranti e principalmente dei minori stranieri non accompagnati. 

Il Rapporto esce in un momento in cui la Grecia , in preda una crisi economica grave, come mai registrata in Europa,  ha confermato la costruzione di alcuni centri di detenzione altre 30 in Grecia.

Si fa ancora più preoccupante la situazione se si pensa che oltre alla crisi economica, alla mancanza di lavoro e alla forte critica ai programmi di austerità richiesti dall’Unione Europea, vede vincere una formazione neonazista, come Alba dorata, che per allargare il proprio bacino di consensi ha sfruttato il sentimento di frustrazione per alimentare il proprio programma anti-immigrazione. Formazione che ad Atene, in cui i neonazisti di Alba Dorata hanno ottenuto più voti, si è distinta per pestaggi e violenze sui non-greci.

I neonazisti di Alba Dorata non sono gli unici. 

Anche Il PASOK, il partito di centro sinistra greco, e la Nuova Democrazia,  il partito di centrodestra,  non hanno posizioni molto distanti, seppur almeno nelle parole non approvano i metodi di "caccia allo straniero".  Entrambe le formazioni, più moderate, hanno sostenuto la necessità di liberare le città dalla presenza dei migranti irregolari, costruendo 30 nuovi centri di detenzione capaci di contenere circa 30mila persone.

La scellerata decisione di costruire un nuovo “muro” si pone in linea di continuità con la decisione statunitense di costruire una barriera al confine con il Messico, o anche con le recinzioni che esistono nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla in territorio marocchino.

La Grecia, da questo punto di vista, si allinea ad una politica sempre più inospitale dell'Unione Europea  che si chiude di fronte all’immigrazione proveniente dal Sud del mondo, ritenendo di poter vivere come una “cittadella fortificata” in mezzo a un oceano di gente che fugge verso un domani, almeno, dignitoso.

Dimostrazione ne è il versamento da parte dell'Unione Europea di circa 300 milioni di euro di aiuti negli ultimi 5 anni alla Grecia, proprio per far fronte agli immigrati, senza ottenere risultati decisivi.

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