MINORI RIFUGIATI SIRIANI


Una bambina, senza vita, il corpo riverso a terra. Tra le sue mani, un giocattolo. E' un video choc, quello mostrato da Al Arabyia diffuso nello stesso giorno in cui 44 persone sono state massacrate a Douma, all'indomani del massacro di 139 civili nei sobborghi di Damasco. E proprio in queste ore arriva dall'Unicef un appello: l'agenzia dell'Onu per i minori ha urgente bisogno di 14,4 milioni di dollari per far fronte alle necessità di un numero crescente di bambini e adolescenti rifugiati siriani. 

I MINORI SIRIANI RIFUGIATI. "Finora - si legge in una nota dell'organizzazione mondiale - sono 86.000 i siriani registrati come rifugiati in quattro Paesi: di questi, il 50% è costituito da bambini e giovani - si legge nel Piano rivisto di risposta regionale per la Siria coordinato dall'Unhcr - in cui si prevede che il totale dei rifugiati salirà a 85 mila entro dicembre 2012. Circa 90mila di questi rifugiati saranno bambini - il triplo rispetto alle previsioni- con specifici bisogni; l'Unicef deve raggiungerli entro dicembre con vaccini, istruzione, protezione, acqua potabile e servizi igienici".

LA DIPLOMAZIA. Intanto l'Europa è unita nel chiedere un'inchiesa internazionale "trasparente, indipendente e rapida" sulle violazioni dei diritti umani avvenute in Siria, finalizzata a "individuare i responsabili di queste azioni", come si legge nella bozza di conclusioni sul tavolo del vertice. In mattinata, l'inviato di Onu e Lega Araba ha illustrato la bozza della road map per la transizione "che offra una prospettiva per il futuro condivisa da tutte le parti del Paese", come ha detto Kofi Annan a pochi giorni dalla conferenza di Ginevra del 30 giugno. Nella città svizzera si è tenuta una riunione preparatoria, a cui era presente anche Sergej Lavrov, capo della diplomazia russa. Mosca è un alleato storico della Siria e la sua posizione è decisiva per uscire dallo stallo nelle trattative per la Siria: quanto alla transizione, Lavrov ha sottolineato che un cessate il fuoco e il ritiro, sia delle truppe governative, sia dei ribelli, creerebbe una transizione politica nel Paese. 

LA CRISI CON LA TURCHIA. Il "leone" Bashar el-Assad (questo il significato del cognome del presidente siriano) non deve solo gestire una crisi interna, ma ha anche problemi sul fronte estero. Dopo l'abbattimento del caccia turco da parte della contraerea siriana, Damasco ha concentrato 170 carri armati lungo il confine turco. E' quanto ha annunciato il generale Mustafa al-Sheikh, capo dell'Esercito siriano libero, citato dal giornale arabo 'al-Quds al-Arabi'. Secondo l'ufficiale disertore, il regime si starebbe quindi preparando a respingere un'eventuale offensiva militare proveniente dalla Turchia dove si trovano i capi dell'Esercito siriano libero dell'opposizione.

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