TUTTE LE FOTO SONO ALLA FINE DEL TESTO
Abbiamo militarizzato le frontiere. Abbiamo pensato che per risolvere la crisi ci fosse bisogno della Nato, come se fossimo in guerra. Abbiamo bloccato e blocchiamo i rifugiati, per fare cosa? Per riportarli dove? Indietro da dove scappano?
Per riprendere le parole di Varoufakis "L’unica cosa da fare è lasciarli entrare. Tutti. Quando qualcuno bussa alla vostra porta, nel bel mezzo della notte, qualcuno a cui hanno sparato, che è bagnato, stanco, ha fame, ha dei bambini, non è possibile fare il calcolo costo-benefici se aprire o meno quella porta.Quella porta si apre e basta! È il nostro dovere, insieme a quello delle Nazioni unite. L’Europa è abbastanza grande e abbastanza ricca per farli entrare. Poi, ci preoccuperemo di come fare. Ma prima li facciamo entrare, gli diamo da vestire, da mangiare, ci assicuriamo che non muoiano, che non anneghino e poi troveremo un modo per integrarli".
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Da "La speranza di una nuova vita", l'immagine del fotografo australiano Warren Richardson che ha vinto l'ambito premio del World Press Photo of the Year 2015."Where the children sleep", il titolo della raccolta fotografica del pluripremiato artista Magnus Wennman. L'artista svedese, vincitore di due World Press Photo Awards e quattro volte vincitore dello Swedish Photographer of the Year Award che ha fotografato i rifugiati negli innumerevoli campi profughi durante il loro viaggio attraverso l'Europa. Nelle cui foto si colgono le emozioni e i sentimenti di paura e angoscia che tormentano i piccoli migranti quando giunge l’ora della nanna. Le foto di Georgi Licovski, che con il suo reportage dal confine greco-macedone ha vinto il concorso Unicef Foto dell'anno. Le foto di Francesco Malavolta, dell'Ansa, de La Presse e di chissà quanti altri fotografi. Partendo dalla drammatica immagine del piccolo Aylan Kurdi, il bambino curdo-siriano di 3 anni annegato a inizio settembre con la madre e il fratellino di 5 anni, diventato simbolo della tragedia dei migranti.
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