”A Roma 4 mila bambini rom in condizioni ghettizzanti”


Domani la presentazione di ”Rom(a) underground”, il Libro bianco, della 21 luglio. Dall’alloggio al carcere, il quadro preoccupante di un’infanzia senza diritti. Stasolla: “Il Piano nomadi non tiene conto in alcun modo dei diritti dell’infanzia”
ROMA – Circa 4 mila bambini a Roma vivono una situazione di forte disagio abitativo, in precarie condizioni igieniche in insediamenti informali, in campi tollerati o in villaggi attrezzati dal Comune di Roma. Sono i minori rom che vivono nella capitale a cui l’associazione 21 luglio dedica un Libro bianco, “Rom(a) underground”, che verrà presentato domani pomeriggio presso la sala Ersoch dell’ex Mattatoio a Testaccio, a Roma. Un’indagine qualitativa che approfondisce il tema della condizione dell’infanzia rom nella capitale condotta su 60 testimonianze tra appartenenti alle comunità rom, assessori, politici, insegnanti, operatori sociali e associazioni. “Roma è il caso più eclatante d’Italia – spiega Carlo Stasolla, presidente della 21 luglio -. A Torino ci saranno 500 bambini circa, a Milano saranno un migliaio. Molto probabilmente la capitale è tra i primi posti anche in Europa”.

Secondo l’associazione, Rom(a) underground è il primo libro bianco sulla condizione dell’infanzia rom a Roma, mentre l’arco temporale preso in considerazione riguarda i tre anni del Piano Nomadi, “anche se – aggiunge Stasolla – il libro spiega come non ci sia alcuna discontinuità tra i precedenti piani e quello attuale”. Dall’indagine emerge come a Roma ci siano 3.900 minori, in leggero incremento rispetto a tre anni fa, a fronte di una popolazione inferiore alle 8 mila persone. “Minori che vivono tra circa 200 insediamenti formali – spiega Stasolla -, tre centri di raccolta rom, otto campi tollerati e otto villaggi attrezzati. Quattromila bambini che vivono il disagio abitativo in condizioni che sono sicuramente peggiori delle case famiglia, che vivono in condizioni ghettizzanti”.
La ricerca focalizza l’attenzione sulle condizioni abitative, ma affronta anche temi spesso presi poco in considerazione. “Partiamo dalle condizioni abitative per poi trattare gli sgomberi forzati che riguardano soprattutto gli insediamenti informali – continua Stasolla -, sgomberi che ai tempi della stesura della ricerca erano 480, mentre oggi siamo a 504. Poi c’è la scuola, il diritto al gioco, il diritto alla salute e alla sicurezza dove abbiamo affrontato il problema dei bambini disabili e della mortalità infantile. Altri tema affrontati quello della schedatura etnica, della sottrazione dei minori e della situazione dei minori nel carcere, fenomeno importante, soprattutto per quanto riguarda i minori dai 0 ai 3 anni”. Secondo Stasolla, dei dieci minori in carcere a Roma, otto sono rom, “non perché le donne rom delinquono di più, ma perché il campo non viene riconosciuto come un luogo alternativo al carcere. In altre città come Milano si sperimentano percorsi di case famiglia per questi nuclei, a Roma vivono nel carcere con le loro mamme”.
Il libro bianco verrà presentato a pochi giorni dall’anniversario di un tragico evento che due anni fa, il 7 febbraio 2011, vide tra le vittime di un rogo proprio quattro minori rom a Roma. Quattro vittime innocenti decedute a causa di un incendio in un insediamento informale sull’Appia Nuova. Un evento che fece clamore, ma le cui conseguenze non hanno migliorato le condizioni di vita dei minori rom, spiega Stasolla. “C’è stata un’evoluzione dopo la tragedia di due anni fa, un’escalation peggiorativa – aggiunge -. Dopo la morte dei quattro fratellini, Alemanno ha dichiarato un aumento di quelli che sarebbero stati gli sgomberi degli insediamenti abusivi. Tra febbraio e maggio di quell’anno c’è stato un aumento di sgomberi e trasferimenti forzati di alcuni insediamenti come Tor de’ Cenci e Baiardo. Quel fatto non ha assolutamente insegnato nulla, ha peggiorato la condizione dell’infanzia proprio perché sono tutte azioni realizzate da un “Piano nomadi”, che non tiene conto in alcun modo di quelli che sono i diritti umani e nello specifico i diritti dell’infanzia”.
Fonte: www.redattoresociale.it
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