A Messina minori stranieri non accompagnati ospitati ancora nelle tende. Interviene il Prefetto

Il caso dei quasi cento minori stranieri non accompagnati, che ormai da diverse settimane vivono nel Centro temporaneo di accoglienza per adulti “Primo Nebiolo” di Messina, sembra finalmente essere ad un passo dalla soluzione.
Purtroppo, però, la vicenda rappresenta solo la punta dell’iceberg. I molteplici incontri effettuati nell’ambito della Conferenza unificata Stato-Regioni nel mese di luglio – “culminati” nella circolare siglata dal Capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Mario Morcone – che hanno sancito il supporto del Ministero nell’individuazione di strutture d’accoglienza da reperire sul territorio, non solleva i Comuni dal farsi carico dell’affidamento dei Msna, per cui è innanzitutto necessario pensare ad un inserimento sociale e scolastico. Nonostante la legge sancisca la necessità di dare assoluta priorità ai minori, categoria protetta insieme alle donne, le difficoltà legate al flusso straordinario dell’ultimo anno hanno mandato in tilt il sistema di accoglienza dei “piccoli” affidato ai Comuni, che mai prima d’ora sono stati chiamati a gestire numeri di tale portata. Secondo i dati forniti da Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children, quest’anno sono arrivati via mare in Italia oltre 22.000 minori stranieri, di cui 11.507 non accompagnati.


Ad intervenire in modo netto sulla vicenda messinese, il prefetto del capoluogo, Stefano Trotta, che nei giorni scorsi ha siglato un decreto di trasferimento degli under 18 presenti al Centro temporaneo gestito dal consorzio Senis Hospes, quasi tutti di età compresa fra i 15 e i 17 anni, presso la struttura dell’Istituto della “Fondazione IPAB Conservatori Riuniti Scandurra”, dove sono in ultimazione i lavori di adeguamento. Sebbene infatti l’immobile in questione, “intercettato” dalla prefettura mediante avviso pubblico, preveda un’ospitalità riservata a migranti adulti, la condizione di emergenza e l’assoluta necessità di tirare fuori i minori dalle tende, ha spinto il prefetto alla momentanea “deroga”.

L’istituto prevede una capienza di 160 posti, ma la permanenza dei ragazzi, sempre secondo quanto riportato nel provvedimento, dovrà avere un tempo limitato al reperimento di spazi più idonei. La sistemazione, ad esempio, potrebbe già essere quella di un’accoglienza di secondo livello che, sempre come riportato nella circolare Morcone, miri all’inserimento nel circuito Sprar.
Mentre, dunque, la permanenza dei giovani migranti all’interno delle tende ha ormai i giorni contati, è tutt’altro che da considerarsi concluso l’iter normativo che definisca in modo chiaro e univoco la strada da seguire. A questo proposito, nei giorni scorsi è stata approvata, alla Commissione affari istituzionali della Camera, la proposta di legge di Save the Children, realizzata anche con il contributo dell’Anci, che individua appunto nel potenziamento ed allargamento del sistema Sprar lo strumento in grado di rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle esigenze di accoglienza di questi minori, attraverso regole certe basate su: garanzia di pari condizioni di accesso a tutti i minori non accompagnati; maggiore solidità e qualità nella rete di accoglienza e di tutela; ma anche ottimizzazione delle risorse pubbliche, visto che nella gestione d’emergenza i costi sono maggiori ed è più difficile garantire efficienza e trasparenza.
(Elena De Pasquale - Migrantes Messina)

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