Ieri è stato presentato
il Dossier CARITAS-MIGRANTES 2011;
I minori soli in Italia
risultano essere 5.806, in prevalenza fra i 16 e i 17 anni. Ragazzi esposti a
maggiori rischi secondo quanto evidenzia il dossier Caritas Migrantes che
sottolinea come sia di circa 1/3 l'incidenza dei minori stranieri negli
istituti penali minorili e nei centri di prima accoglienza (CPA).
I minori non accompagnati titolari di permesso di soggiorno a giugno 2011 erano, dunque, quasi 6mila, 1.152 in piu' rispetto allo scorso anno. Dall'Africa, in seguito agli sconvolgimenti politici ne sono arrivati 2.466, inoltre, quelli comunitari sono stimabili in almeno alcune migliaia.
I minori non accompagnati titolari di permesso di soggiorno a giugno 2011 erano, dunque, quasi 6mila, 1.152 in piu' rispetto allo scorso anno. Dall'Africa, in seguito agli sconvolgimenti politici ne sono arrivati 2.466, inoltre, quelli comunitari sono stimabili in almeno alcune migliaia.
Il volto dell'Italia è cambiato grazie all'immigrazione. È un'Italia multiculturale di fatto, perché il Belpaese non può
più essere concepito senza l'apporto dei migranti. Che sono più giovani degli
italiani e lavorano, pagano la crisi perché risentono degli effetti economici
che questa porta ma allo stesso tempo continuano a fare impresa e a mettersi in
proprio, pagano ogni anno oltre 7 miliardi di euro di contributi pensionistici
e sono sempre più inseriti nel tessuto sociale italiano, dove i minori sono
quasi un milione e le seconde generazioni sono più di 600 mila. A fine dicembre
2010, gli immigrati regolari erano quasi 5 milioni, il 7,5% della popolazione,
un numero sostanzialmente uguale rispetto a quello dello scorso anno perché
"le nuove presenze sono state oltre mezzo milione, tra regolarizzati e
nuovi venuti, a fronte di altrettanti immigrati la cui autorizzazione al
soggiorno è venuta a cessare, a prescindere dal fatto che siano rimpatriati o
siano scivolati nell'irregolarità. Questa rotazione deve indurre a riflettere
sugli effetti pesantemente negativi della precarietà dei titoli di soggiorno e
sulle modifiche normative per porvi rimedio".
È la fotografia dell'Italia multiculturale restituita dal Dossier
Statistico Immigrazione 2011
realizzato da Caritas/Migrantes, redatto quest'anno con lo slogan "Oltre
la crisi, insieme" e presentato oggi a Roma. Spiega il coordinatore del
dossier Franco Pittau: "Il numero di presenze regolari di immigrati nel
2010 non è aumentato. Oltre 600 mila cittadini non comunitari hanno infatti
perso il titolo di soggiorno, e sono rientrati nei paesi di origine o sono
rimasti irregolari". Ma altri ne sono arrivati, e per Pittau "la
politica di rotazione" non è funzionale, in un'Italia in cui "l'immigrazione
è diventata parte sostanziale" della nazione.
Il fenomeno è ben descritto da una serie di dati che il coordinatore snocciola uno dietro l'altro e che evidenziano
lo sviluppo storico e dinamico dell'immigrazione: nel 1990 gli immigrati erano
meno di 500 mila, nel 2010 sono quasi 5 milioni; l'incidenza dei comunitari era
il 19% nel '90 ed è diventa più di un quarto nel 2010; l'incidenza degli
immigrati sulla popolazione italiana era dell'1,1% nel 1990 ed è del 7,5% oggi;
i minori stranieri erano 20 mila undici anni fa, ora sono un milione; gli
occupati erano meno di 400 mila nel '90 e ora sono più di 2 milioni. Prosegue
Pittau: "A scuola gli immigrati sono oltre 700 mila. I figli di madre
straniera sono quasi un quinto del totale dei bimbi. Un decimo degli occupati
sono immigrati. I titolari di azienda sono circa 230 mila e aumentano anche in
un periodo di crisi. Sono 600 mila i cittadini che risultano stranieri ma che
sono nati in Italia. Non può essere concepita un'Italia senza
immigrazione".
Gli indicatori di inserimento della popolazione immigrata sono sempre più forti e indicano un insediamento stabile e
strutturale, non sempre assecondato da una legislazione che invece si dimostra
carente. Nell'ultimo anno sono infatti scaduti, senza essere rinnovati, oltre
684 mila permessi di lavoro. I migranti sono inseriti nel contesto sociale. Si
vede dai matrimoni (fra il 1996 e il 2009 ci sono stati 257.762 matrimoni
misti, oltre 21 mila nell'ultimo anno, pari a uno ogni 10 celebrati) e dalle
nascite: i minori figli di immigrati sono quasi un milione e aumentano ogni
anno di oltre 100 mila, mentre le persone di seconda generazione sono quasi 650
mila, nate in Italia senza avere la cittadinanza italiana. A livello
demografico, mentre l'Italia si segnala per un inarrestabile invecchiamento
della popolazione, i migranti sono più giovani (hanno un'età media di 32 anni
contro i 44 degli italiani), si caratterizzano per una forte incidenza dei
minori (21,7%) e delle persone in età lavorativa (78,8%).
I migranti risentono della crisi ma lavorano. Versano ogni anno oltre 7 miliardi di contributi previdenziali,
assicurano flessibilità territoriale e disponibilità a inserirsi in tutti i
settori lavorativi, creano autonomamente lavoro e si occupano del welfare
familiare, ma stanno pagando duramente la crisi anche se la popolazione
immigrata "rende più di quanto costi alle casse dello Stato". Spiega
il dossier che i lavoratori immigrati (oltre 2 milioni) rappresentano un decimo
della forza lavoro e sono determinanti in diversi comparti produttivi; stanno
pagando duramente gli effetti della crisi anche in termini di disoccupazione ma
allo stesso tempo la crisi non blocca il loro dinamismo imprenditoriale, tanto
che il numero delle imprese gestite da immigrati è aumentato nel 2010 di 20
mila unità, arrivando a 228.540. La precarietà del lavoro si riflette però sul
piano abitativo, dove si trova in condizione di disagio il 34% degli immigrati.
Sono numerosi anche i casi di discriminazione segnalati all'Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali, che nel 2010 ha registrato 766 segnalazioni, 540
delle quali ritenute pertinenti.
Ciò che maggiormente preoccupa gli immigrati sono il permesso di
soggiorno e il razzismo, ovvero -
spiega il dossier - "la mancata garanzia di un inserimento stabile e di una
solida prospettiva interculturale basata sulle pari opportunità".
0 comments:
Posta un commento