Nella giornata di ieri e dopo circa 3 mesi(16 agosto) c’è stato un nuovo sbarco di migranti provenienti dalla Libia.
Anche un bambino nella "carretta del mare", nato durante il viaggio; all'arrivo è stato trasferito con la Mamma all'Ospedale di Agrigento, dopo essere stato soccordo al poliambulatorio di Lampedusa.
Nel Report pubblicato ieri da Save the Children vi sono snocciolati i dati dell'emergenza:
2.737 i minori sbarcati a Lampedusa dall’inizio dell’anno;
2.599 i minori stranieri non accompagnati.
600 sono accolti in strutture di accoglienza temporanea (SAT), in attesa di essere collocati in Vere strutture di accoglienza.
Dal Rapporto si evince che nei mesi che vanno da luglio a settembre 2011, 1.028 minori non accompagnati giunti a Lampedusa sono stati accolti in 24 SAT tra Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia e Toscana.
Si tratta del 40% circa del numero complessivo di minori non accompagnati arrivati a Lampedusa dall’inizio del 2011. 589 minori sono stati trasferiti nelle strutture di transito solo dopo aver passato almeno 20 giorni a Lampedusa, tra di essi alcuni (42) hanno atteso il trasferimento sull’isola per più di 50 giorni.
La maggioranza proviene dalla Libia, ma è originaria di Paesi dell’Africa sub sahariana.
Al 30 settembre 2011, il 63% circa dei minori trasferiti nei SAT (pari a 686) è tuttora in attesa di essere collocato in comunità definitive. Il 10% (106 minori) è fuggito dalle SAT dove era stato collocato, in Campania (30), Calabria (26) e Sicilia (50).
Le condizioni di accoglienza monitorate è in linea di massima positivo, pur non mancando importanti criticità.
Una di queste è che in sei SAT non è stata presentata alcuna richiesta di nomina del tutore, e nel complesso erano meno di 100 (su 686) i MSNA ospitati nei SAT con un tutore.
Questa è la prima istantanea che emerge dal rapporto
“Le Strutture di Accoglienza Temporanea hanno rappresentato senza dubbio una alternativa di accoglienza fondamentale rispetto alle condizioni inaccettabili che i minori hanno sperimentato a Lampedusa. La maggior parte prevedono corsi di alfabetizzazione, attività di carattere ricreativo, un servizio di mediazione culturale e postazioni telefoniche per contattare i familiari” ha affermato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Il principale problema, tuttavia, è rappresentato dall’eccessivo prolungarsi del periodo di permanenza degli stessi nelle SAT, che per loro natura dovrebbero essere delle strutture di transito, e i tempi lunghissimi per l’apertura delle tutele, che sono un grosso problema soprattutto per coloro che stanno per diventare maggiorenni.” “Ci auguriamo che la decisione del 31 ottobre scorso che rende possibile l’ampliamento del 25% dei posti disponibili nelle Case famiglia per accogliere i minori ancora in attesa di collocamento provenienti dal nord Africa, in deroga ai limiti imposti dalle disposizioni delle regioni o delle province autonome, faccia superare rapidamente questa situazione e garantire ai minori un effettiva opportunità di integrazione.
“ Oltre che per l’eccessivo prolungarsi del periodo di permanenza in SAT, esprimiamo preoccupazione anche per il fatto che l’apertura della tutela non sia sempre garantita durante il periodo di permanenza dei minori in SAT, ma rinviata al momento e al luogo del successivo trasferimento in comunità per minori anche quando supera i 30 giorni”, continua Raffaela Milano.
Le criticità più rilevanti riguardano: la inappropriata collocazione di alcune strutture in prossimità di piccoli centri o isolati rispetto ai centri urbani, i rischi di reclutamento dei minori in circuiti di manodopera irregolare, la scarsa esperienza degli operatori di alcune strutture nella conduzione di centri per minori stranieri.
“Riteniamo che l’esperienza delle SAT, superate le criticità individuate, necessita di essere integrata in un piano organico di protezione e accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno”.
LEONARDO CAVALIERE
minoristranierinonaccompagnati@gmail.com
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