La Conferenza delle Regioni, ricevendo i rappresentanti del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, dell’UNHCR e di OIM ha fatto il punto sulla situazione creatasi a seguito dell’emergenza Nord Africa. L’occasione ha permesso anche di focalizzare alcune criticità e le possibili soluzioni che sono state riassunte in un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni nella seduta del 19 gennaio, testo che è stato trasmesso ai rappresentanti dell’esecutivo .
Documento in merito all’emergenza Nord Africa: principali problematiche e possibili soluzioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, al fine di fare il punto sulla attuale fase della situazione creatasi a seguito dell’emergenza Nord Africa, ha ricevuto in audizione – per il tramite della Commissione politiche sociali - i rappresentanti del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, dell’UNHCR e di OIM e, nell’evidenziare congiuntamente la qualità con cui il Sistema ha fatto fronte all’emergenza, ha tuttavia raccolto e condiviso le principali criticità, tra cui si evidenziano le più rilevanti:
− l’insufficiente coinvolgimento degli Assessorati regionali alle Politiche sociali che sono invece chiamati ad esercitare un ruolo attivo in questa fase della vicenda, in cui occorre passare dalla gestione dell’emergenza alla organizzazione dell’accoglienza; − la carenza di adeguati sistemi di monitoraggio delle strutture di accoglienza; l’eterogeneità nelle singole realtà territoriali di detti sistemi e la conseguente difformità dei servizi erogati alla persona;
− la questione dei minori stranieri non accompagnati, per i quali il Soggetto attuatore, che in una prima fase aveva scelto di gestire la vicenda in collaborazione con l’Anci, ha chiesto alle Regioni di svolgere un ruolo attivo, esercitando una funzione di coordinamento in stretto accordo con Anci e facendo in sostanza da filtro fra Comuni e strutture di accoglienza.
Fra le possibili soluzioni alle citate problematiche, la Conferenza ha individuato le seguenti:
• appare di fondamentale importanza avviare la fase di seconda accoglienza, affiancando alla gestione dell’emergenza affidata al sistema di Protezione civile, la gestione dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti – divenuta ormai prioritaria - mediante il coinvolgimento degli Assessorati alle politiche sociali. Al momento risulta che solo poche Regioni hanno scelto di far cooperare l’Assessorato alla Protezione Civile con quello delle Politiche Sociali, mentre è proprio questa metodologia che potrà consentire alle Regioni di organizzare con successo l’accoglienza sul territorio. Ciò a maggior ragione laddove si consideri che i richiedenti lo status di rifugiato che riceveranno il diniego, qualora facciano ricorso, saranno in carico ai servizi fino all’ultimo grado di giudizio; mentre coloro che otterranno lo status, resteranno sul nostro territorio ed avranno bisogno di un adeguato percorso di integrazione.
• Per superare la carenza di adeguati sistemi di monitoraggio la Conferenza condivide la proposta del Dipartimento di Protezione civile nazionale di trasferire ai Soggetti attuatori a livello regionale una metodologia di monitoraggio elaborata a livello centrale, in modo tale da rendere i vari sistemi di monitoraggio omogenei e fra loro compatibili. A tal fine si potrebbero organizzare su tutto il territorio nazionale incontri formativi e informativi.
• Con riferimento, infine, ai minori stranieri non accompagnati nell’ambito dell’emergenza del nord Africa, la Conferenza conviene di dare la propria disponibilità a collaborare con il Soggetto attuatore e con il Commissario straordinario.
Considerate le competenze della materia in capo ai Comuni e il ruolo dell’ANCI definito nelle linee guida nazionali, la Conferenza ritiene necessario chiedere la nomina da parte dell’ANCI nazionale di referenti regionali per la materia. Una volta individuati i referenti regionali ANCI, ogni singola Regione valuterà congiuntamente sul proprio territorio, le modalità di collaborazione e gli strumenti operativi più adeguati alla creazione di un coordinamento regionale, che rappresenti un riferimento per il coordinamento nazionale.
Inoltre, al fine di rendere possibile una fase di fattiva collaborazione con l’obiettivo di percorsi di inserimento per tutti i minori non accompagnati presenti nel territorio la Conferenza ritiene necessario chiedere al Ministero di attivarsi per: - compensare le spese pregresse in tempi rapidi; - avere la segnalazione dei minori con identificazione certa (compresa l’età); - avere il sostegno per le attività di inserimento lavorativo di risorse aggiuntive che facciano capo ad un piano regionale. Appare, infine, utile che gli accordi maturati trovino formalizzazione in un protocollo di intesa tra Ministero Soggetto attuatore/ANCI/Regioni.
Fonte: Regioni.it